Il Grande Furto del Treno Postale: il colpo che sconvolse l’Inghilterra nel 1963

Aprile 16, 2025 - 01:00
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Il Grande Furto del Treno Postale: il colpo che sconvolse l’Inghilterra nel 1963

Nella notte del 7 agosto 1963, un treno postale diretto da Glasgow a Londra fu fermato nei pressi di Ledburn, nel Buckinghamshire, e saccheggiato da una banda di 15 uomini. Il bottino? Oltre 2,6 milioni di sterline dell’epoca, equivalenti a più di 50 milioni di sterline oggi. Il Great Train Robbery è entrato nella storia come uno dei furti più audaci e famosi del Regno Unito, dando vita a una leggenda criminale alimentata da fughe rocambolesche, latitanze internazionali e clamorosi arresti.

Un colpo da manuale: la notte del 7 agosto 1963

Il furto fu orchestrato nei minimi dettagli da una banda guidata da Bruce Reynolds, criminale di professione e cervello del piano. Il treno postale, carico di denaro proveniente dalla Scozia, viaggiava di notte con pochi membri dell’equipaggio e nessuna scorta armata. Un’occasione d’oro per i ladri.

Nei pressi di Bridego Bridge, la banda manomise i segnali ferroviari inducendo il convoglio a fermarsi. Il macchinista, Jack Mills, fu aggredito e stordito con un colpo alla testa. I rapinatori, travestiti da operai, salirono sul treno e caricarono 120 sacchi pieni di denaro su un camion precedentemente rubato. L’intera operazione durò poco più di mezz’ora.

Una volta completato il colpo, si rifugiarono in una vecchia casa colonica, Leatherslade Farm, dove si nascosero per diversi giorni. Tuttavia, fu proprio questa scelta a tradirli: impronte, stoviglie abbandonate e giornali lasciati nella fattoria permisero alla polizia di identificare molti di loro. L’indagine fu coordinata da Scotland Yard, con metodi che diventeranno poi standard nella lotta al crimine organizzato.

Arresti, fughe e condanne esemplari

La polizia riuscì a individuare e catturare quasi tutti i membri della banda nel giro di pochi mesi. I processi si svolsero a partire dal 1964, e le condanne furono severe: la maggior parte degli imputati ricevette pene comprese tra i 20 e i 30 anni di carcere.

Uno dei personaggi più noti del gruppo fu Ronnie Biggs, condannato a 30 anni ma evaso clamorosamente nel 1965. Dopo una fuga in Brasile, riuscì a evitare l’estradizione per decenni grazie a un cavillo legale e al fatto che ebbe un figlio con una cittadina brasiliana. Biggs divenne quasi un’icona pop, sfruttando la sua notorietà per rilasciare interviste e persino registrare dischi. Rientrò volontariamente nel Regno Unito nel 2001, ormai anziano e malato, e fu imprigionato di nuovo fino alla scarcerazione per motivi di salute.

Anche Charles Wilson, un altro dei rapinatori principali, riuscì a evadere e fuggire in Canada, dove fu catturato tre anni dopo. La sua figura, come quella di Reynolds, è stata raccontata in documentari, libri e film che hanno alimentato la leggenda del colpo perfetto.

Cultura pop e immaginario collettivo

Il Great Train Robbery ha avuto un impatto enorme sull’immaginario collettivo britannico. Nonostante la gravità del crimine, i media dell’epoca alimentarono una narrazione quasi romantica, in cui i rapinatori venivano visti come antieroi intelligenti, abili e in grado di sfuggire alle autorità.

Film come Buster (con Phil Collins nel ruolo di Ronnie Biggs) e numerosi documentari televisivi, oltre a romanzi e articoli, hanno trasformato l’evento in un mito moderno. Tuttavia, questa visione è stata più volte criticata, soprattutto per il modo in cui ha trascurato le conseguenze sulla vittima del colpo: il macchinista Jack Mills non si riprese mai del tutto dall’aggressione subita quella notte.

Oggi, la storia del furto viene studiata anche da un punto di vista criminologico. È considerato uno dei primi esempi di crimine organizzato su larga scala nel Regno Unito, e ha contribuito a modernizzare sia le tecniche investigative della polizia sia le misure di sicurezza dei trasporti postali.

Un’eredità ancora viva

Il colpo del treno postale ha lasciato un segno indelebile nella storia del crimine britannico. A distanza di oltre sessant’anni, resta uno degli episodi più noti non solo per l’entità del bottino, ma anche per la combinazione di audacia e ingenuità dimostrata dalla banda.

Molti dei protagonisti sono morti negli anni Duemila, ma le loro storie continuano a riemergere nei media, come dimostra l’interesse per nuove serie TV e docuserie dedicate al caso.

Oggi, restano solo alcune tracce fisiche di quella notte: il ponte ferroviario di Bridego Bridge, ribattezzato informalmente Train Robbers’ Bridge, e alcuni cimeli esposti nei musei della polizia e in collezioni private. Il denaro, però, non fu mai recuperato completamente: si stima che oltre la metà del bottino originale sia andata persa o sia stata spesa prima degli arresti.

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Immagine di copertina: John Lucas

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