Il lusso tenta una timida ripresa nel 2025. La Cina resta cruciale

Secondo l’outlook 2025 sul lusso europeo stilato da Deutsche Bank, quello appena iniziato sarà l’anno del Serpente, noto nello zodiaco cinese per rappresentare i valori di trasformazione e rinnovamento. Questa cauta previsione rispecchia la stima prospettata dalla banca tedesca per il prossimo anno finanziario, che non sarà dunque un periodo di reale ripresa ma piuttosto […]

Il lusso tenta una timida ripresa nel 2025. La Cina resta cruciale
https://www.pambianconews.com/wp-content/uploads/2025/01/GUCCI_PREFALL_DETAILS_26_INDIGO_LEWIN-1-scaled-e1736243786965.jpg

Secondo l’outlook 2025 sul lusso europeo stilato da Deutsche Bank, quello appena iniziato sarà l’anno del Serpente, noto nello zodiaco cinese per rappresentare i valori di trasformazione e rinnovamento. Questa cauta previsione rispecchia la stima prospettata dalla banca tedesca per il prossimo anno finanziario, che non sarà dunque un periodo di reale ripresa ma piuttosto di evoluzione e volto a ‘risalire la vetta’. In particolare, il 2025 sarà protagonista di una timida progressione attesa al 4%, che si concentrerà però nel secondo semestre dopo una prima metà anno che potrebbe mostrare ancora flessioni nelle vendite del lusso.

A fare da traino dovrebbe tornare ad essere la Cina, che nell’ultimo biennio è stata invece tra le cause maggiori del brusco rallentamento dei consumi. Deutsche Bank riporta che la crescita del Pil sarà moderata in Europa (+0,8%) più decisa negli Stati Uniti (+2,5%) e ancora più proprio in Cina (+4,8%), con una possibile risoluzione delle tensioni commerciali supportata anche da politiche di stimolo economico. Tuttavia, per una vera e propria ripresa sarà necessario attendere il 2026.

Tra i nomi da tenere d’occhio, secondo Deutsche Bank, compaiono anche quelli di gruppi o brand che stanno attraversando una congiuntura negativa ma sono in fase di trasformazione, e sfruttando al meglio le proprie capacità, potranno intravedere ampi margini di miglioramento per il futuro prossimo. Sono citati il colosso del lusso francese Kering, reduce da un biennio con bilanci in difficoltà e utili sempre più erosi, a cui la società riconosce le potenzialità di una strategia di evoluzione in corso e Burberry, anch’esso impegnato nella ripresa, sarebbe già forte di un posizionamento elevato dovuto a un cambio di leadership e nuove iniziative.

Il Consensus di Altagamma, stilato insieme a 21 partner e che offre una panoramica previsionale sui consumi dei beni personali di lusso nel 2025, è lievemente più cauto. Secondo la fondazione, che dal 1992 riunisce sotto il suo cappello le imprese dell’alta industria della moda, la situazione macroeconomica internazionale resta incerta: inflazione, tassi di interesse elevati, tensioni geopolitiche, incrementi di prezzi e calo del potere d’acquisto dei consumatori fanno stimare per il 2025 una crescita moderata del mercato, che in Europa dovrebbe attestarsi intorno al 2 per cento. La debole domanda interna sarà parzialmente compensata da flussi turistici in particolar modo americani, ma si spera anche cinesi. Nel complesso, spiega Altagamma: “Per il 2025 si stima un recupero dell’ebitda, in crescita del 3 per cento. La ripresa dei viaggi e della fiducia dei cinesi potrebbe avere un impatto positivo nel secondo semestre. Si stima una crescita dei ricavi del 3 per cento”.

Le prospettive per il 2025 della moda e del lusso in italia

Analizzando la situazione in Italia, secondo quanto riporta il presidente di Confindustria Moda, Sergio Tamborini, i dati elaborati dall’ufficio studi economici e statistici mostrano un atteggiamento prudente, con il 74% delle realtà aziendali intervistate che prospetta una ripartenza nel corso del 2025, mentre il 19% prevede un miglioramento non prima di inizio 2026. “Ma ogni previsione è comunque a rischio vista l’evoluzione dei mercati, la crescente spinta al protezionismo derivante dalle ultime elezioni americane e il continuo mutare degli assetti geopolitici. Nel terzo trimestre 2024 la maggior parte delle aziende riferisce cali sia in termini di fatturato (con contrazioni fino al 20%) sia in termini di valore della produzione e con una previsione di chiusura del 2024 in flessione del 6% a 59,8 miliardi di euro”, ha spiegato Tamborini. I punti di forza della ripresa saranno, a suo avviso, il saper fare italiano, fiore all’occhiello nel mondo. Tuttavia, spiega Tamborini: “A mettere in pericolo queste certezze ci sono la burocrazia, la mancanza di visione. Dobbiamo preoccuparci  che le aziende proseguano la loro attività. Occorre un piano industriale nazionale per il secondo settore manifatturiero d’Italia”.

Ancor più prudente è la prospettiva di Giovanna Ceolini, presidente Confindustria Accessori Moda che, un po’ scettica sulle previsioni, attende di vedere il reale cambio di rotta atteso per la seconda metà del 2025 prima di credere davvero all’inizio di una ripresa. “Tante stime sono state fatte e poi disattese. Conflitti, situazioni macroeconomiche che non dipendono direttamente dal nostro Paese o da condizioni interne all’industria, potrebbero non portare alla crescita che è attualmente sperata”. Per questo, al momento, le aziende del settore accessori e moda puntano a salvaguardare il comparto con tutti gli strumenti a propria disposizione, mantenendo l’eccellenza del prodotto e della qualità, continuando a lavorare sulla formazione, a selezionare le migliori materie prime e ad implementare l’efficienza sul fronte della sostenibilità. “Il vero problema, dunque, è garantire a tutte le persone che cooperano per rendere unico questo comparto, di poter continuare a lavorare. E se le condizioni attuali mettono a rischio questo diritto, per noi è fondamentale chiedere aiuto al Governo e sperare che ci fornisca al più presto delle risposte”, spiega Ceolini.

Nei primi nove mesi del 2024 la contrazione nel numero di addetti è, secondo stime, stata pari a circa 4.800 unità rispetto a dicembre 2023 (-3,3%). La forza lavoro del comparto risulta pertanto essere scesa a 141mila addetti. “Questi artigiani sono un bene prezioso per la nostra filiera e custodiscono abilità e competenze che sono davvero difficili da reperire una volta che gli operatori vengono mandati via”. Un tema fondamentale per il settore moda e lusso, che non poco condizionerà la conferma o meno delle proiezioni stimate per il 2025.

Qual è la vostra reazione?

like

dislike

love

funny

angry

sad

wow