Il Milleproroghe 2025 e l’impatto sulle procedure di reclutamento nei comuni
lentepubblica.it In questo approfondimento il Dottor Luca Leccisotti analizza nel merito l’impatto sulle procedure di reclutamento nei comuni a seguito dell’entrata in vigore del Milleproroghe 2025. Un contesto normativo in evoluzione Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto-legge n. 202/2024 (c.d. Milleproroghe), il sistema amministrativo italiano si trova a fronteggiare significative modifiche ai termini legislativi, […] The post Il Milleproroghe 2025 e l’impatto sulle procedure di reclutamento nei comuni appeared first on lentepubblica.it.
lentepubblica.it
In questo approfondimento il Dottor Luca Leccisotti analizza nel merito l’impatto sulle procedure di reclutamento nei comuni a seguito dell’entrata in vigore del Milleproroghe 2025.
Un contesto normativo in evoluzione
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto-legge n. 202/2024 (c.d. Milleproroghe), il sistema amministrativo italiano si trova a fronteggiare significative modifiche ai termini legislativi, con implicazioni rilevanti per la gestione del personale negli enti locali. Tra le novità più discusse, emerge l’assenza della proroga alla norma che consentiva alle amministrazioni pubbliche di bandire nuovi concorsi senza previo espletamento delle procedure di mobilità volontaria. A partire dal 1° gennaio 2025, i comuni e le altre pubbliche amministrazioni saranno nuovamente vincolati a rispettare l’art. 30, comma 2-bis, del D.Lgs. n. 165/2001, che impone tale passaggio preliminare.
L’obbligo della mobilità volontaria: vincolo o opportunità?
L’articolo 30 del D.Lgs. n. 165/2001, nella sua configurazione vigente, obbliga le amministrazioni pubbliche a verificare preventivamente la disponibilità di personale già in servizio presso altre amministrazioni, prima di procedere a nuove assunzioni mediante concorsi pubblici. Questo obbligo, sospeso temporaneamente negli ultimi anni per favorire una maggiore flessibilità nel reclutamento, si traduce in un iter procedurale più articolato e dilatato nei tempi.
Se da un lato tale disposizione mira a promuovere l’ottimizzazione delle risorse umane già presenti nel sistema pubblico, dall’altro rappresenta una criticità per i comuni, specie quelli di piccole dimensioni, che affrontano già di per sé difficoltà organizzative e carenze di personale qualificato. La reintroduzione dell’obbligo potrebbe comportare ulteriori ritardi nel colmare le vacanze organiche, con conseguenze dirette sulla capacità di erogare servizi essenziali ai cittadini.
Le criticità per i comuni
L’imposizione di un passaggio obbligatorio attraverso la mobilità volontaria rischia di aggravare la situazione di molti enti locali. In primo luogo, le procedure di mobilità si caratterizzano per una complessità gestionale che non sempre è alla portata di amministrazioni con risorse limitate. Inoltre, l’adesione volontaria del personale da trasferire è spesso scarsa, determinando il fallimento di tali procedure e costringendo comunque le amministrazioni a ricorrere a nuovi concorsi, ma con tempi inevitabilmente prolungati.
Un ulteriore elemento di criticità riguarda la difficoltà di reperire professionalità specifiche, come quelle tecniche o informatiche, indispensabili per attuare progetti complessi come quelli legati al PNRR. La rigidità introdotta dal ripristino dell’obbligo di mobilità potrebbe dunque ostacolare il raggiungimento di obiettivi strategici, con un impatto negativo sulla capacità amministrativa complessiva degli enti locali.
Possibili soluzioni operative
In questo contesto, è fondamentale che i comuni adottino strategie operative volte a minimizzare gli effetti negativi del nuovo vincolo normativo. Una possibile soluzione consiste nell’incrementare la programmazione delle assunzioni, attraverso una pianificazione integrata che consenta di avviare tempestivamente le procedure di mobilità e di concorso. Allo stesso tempo, appare necessario potenziare la cooperazione tra enti, promuovendo meccanismi di mobilità coordinata a livello territoriale, per facilitare il trasferimento di risorse umane tra amministrazioni contigue.
Conclusioni
Il Milleproroghe 2025 ripristina una disposizione che, sebbene ispirata a principi condivisibili di ottimizzazione delle risorse pubbliche, rischia di rallentare ulteriormente le già lente procedure di reclutamento del personale nei comuni. A fronte di queste criticità, è necessario che le amministrazioni locali adottino un approccio proattivo, sfruttando al massimo gli strumenti di programmazione e cooperazione disponibili, per garantire la continuità nell’erogazione dei servizi e la realizzazione degli obiettivi strategici.
Al tempo stesso, sarebbe auspicabile un intervento normativo che, pur mantenendo l’obbligo della mobilità volontaria, introduca modalità semplificate o derogatorie per i casi di comprovata urgenza o carenza di professionalità specifiche. In definitiva, solo un bilanciamento tra flessibilità e ottimizzazione potrà consentire agli enti locali di affrontare con efficacia le sfide future.
The post Il Milleproroghe 2025 e l’impatto sulle procedure di reclutamento nei comuni appeared first on lentepubblica.it.
Qual è la vostra reazione?