Il Pd liquida il Ricordo a una “ricorrenza”. Da Schlein e Conte silenzio sullo sfregio a Basovizza
Dal negazionismo del passato, all'indifferenza di oggi, un tabù che la sinistra non riesce a superare. Basta leggere le parole della presidente dei deputati Pd Chiara Braga: «Giorgia Meloni preferisce parlare di foibe. Parole di condanna per l'oltraggio giuste, giustissime. Ma governare non è gestire ricorrenze». Dichiarazione improvvida fatta proprio nel giorno della vandalizzazione della foiba di Basovizza, che è un momento nazionale. Del massacro titino, della ricorrente tentazione di sottovalutare, meglio non parlare, molto più comodo fare spallucce. Così anche il fatto del giorno provoca isolati commenti, nessuna indignazione, in fondo uno sfregio alla memoria a poche ore dal giorno del ricordo, una banale «ricorrenza», come ha sottolineato la capogruppo dem a Montecitorio, che sarà mai? Insomma la "recidiva" è tornata a colpire la gauche, o meglio il lupo perde il pelo ma non il vizio. Al Nazareno le bocche restano cucite. Ad eccezione di Piero Fassino: «Non sarà l'azione sceller
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Dal negazionismo del passato, all'indifferenza di oggi, un tabù che la sinistra non riesce a superare. Basta leggere le parole della presidente dei deputati Pd Chiara Braga: «Giorgia Meloni preferisce parlare di foibe. Parole di condanna per l'oltraggio giuste, giustissime. Ma governare non è gestire ricorrenze». Dichiarazione improvvida fatta proprio nel giorno della vandalizzazione della foiba di Basovizza, che è un momento nazionale. Del massacro titino, della ricorrente tentazione di sottovalutare, meglio non parlare, molto più comodo fare spallucce. Così anche il fatto del giorno provoca isolati commenti, nessuna indignazione, in fondo uno sfregio alla memoria a poche ore dal giorno del ricordo, una banale «ricorrenza», come ha sottolineato la capogruppo dem a Montecitorio, che sarà mai? Insomma la "recidiva" è tornata a colpire la gauche, o meglio il lupo perde il pelo ma non il vizio. Al Nazareno le bocche restano cucite. Ad eccezione di Piero Fassino: «Non sarà l'azione scellerata di qualche nostalgico a offuscare il valore di un ricordo in cui tutti gli italiani possono riconoscersi». Seguito dall'ex Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani: «Basta con questi atti brutali, provocatori e intolleranti. La memoria delle vittime delle foibe deve essere rispettata, i morti si ricordano e si piangono». La "short list" si conclude con la deputata Anna Ascani ed il senatore Valter Verini. «Le scritte ignobili comparse alla foiba di Basovizza, proprio nei giorni del ricordo, sono un'offesa alla memoria del nostro Paese», sostiene la vicepresidente della Camera. «Chi ha oltraggiato la foiba di Basovizza ha offeso vittime, storia, umanità», le parole del senatore dem.
Silenzio tombale da Elly Schlein e dalla sua segreteria: l'atto vandalico è un fatto minore. Ovviamente sono in "ferie" anche M5S ed Avs, sempre così generosi di dichiarazioni su altre questioni, da loro neanche una nota formale, zero assoluto. Dalla totale assenza di reazioni del campo largo, si smarca Italia Viva che con Matteo Renzi scrive sui social: «La vandalizzazione è un insulto alle vittime e alle loro famiglie. Ogni anno, in occasione della giornata del ricordo per le vittime delle foibe e dell'esodo giuliano dalmata, assistiamo a cori negazionisti di cattivi maestri e atti vandalici». L'ex presidente del Consiglio, è accompagnato dalla solidarietà del suo capogruppo in Senato, Enrico Borghi: «Il negazionismo della tragedia delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e della pulizia etnica compiuta dai titini che puntualmente si ripresenta ogni 10 febbraio è inaccettabile e siamo certi che tutte le forze democratiche prenderanno le distanze da questo atto riprovevole». Condanna anche da Azione, che con Ettore Rosato non ha dubbi: «L'atto vandalico lascia sgomenti. Un oltraggio alla memoria di tanti italiani innocenti che sono stati vittima della barbarie titina. A pochi giorni dalle celebrazioni del Giorno del Ricordo, voglio ricordare il faticoso percorso che ha portato oggi a riconoscere quella triste pagina di storia a lungo dimenticata, e alla costruzione di una memoria condivisa sui fatti del secondo dopoguerra» .
Dell'imbarazzo della sinistra, se ne accorge anche la deputata di Forza Italia Isabella De Monte, vice responsabile del dipartimento Esteri: «Lo sfregio ci impone di continuare la battaglia per difendere la verità storica e respingere i tentativi di chi vorrebbe imporre il negazionismo. Anche il silenzio è complicità». Come quello che si ode nella gauche.
Qual è la vostra reazione?
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