Il quinto d’obbligo negli appalti pubblici: disciplina, limiti e applicazioni operative

lentepubblica.it L’istituto del quinto d’obbligo rappresenta una delle principali previsioni del Dlgs 36/2023 in materia di modifiche contrattuali negli appalti pubblici. L’obiettivo è garantire flessibilità nell’esecuzione del contratto, mantenendo il principio della stabilità negoziale, senza ricorrere a nuove procedure di gara. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha recentemente fornito chiarimenti interpretativi attraverso i […] The post Il quinto d’obbligo negli appalti pubblici: disciplina, limiti e applicazioni operative appeared first on lentepubblica.it.

Il quinto d’obbligo negli appalti pubblici: disciplina, limiti e applicazioni operative

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L’istituto del quinto d’obbligo rappresenta una delle principali previsioni del Dlgs 36/2023 in materia di modifiche contrattuali negli appalti pubblici.


L’obiettivo è garantire flessibilità nell’esecuzione del contratto, mantenendo il principio della stabilità negoziale, senza ricorrere a nuove procedure di gara.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha recentemente fornito chiarimenti interpretativi attraverso i pareri n. 2455, 2713 e 2714 del 21 giugno 2024, focalizzandosi sulle modalità di applicazione del quinto d’obbligo, sul suo impatto nella determinazione del valore stimato dell’appalto e sull’acquisizione del CIG (Codice Identificativo Gara).

L’analisi che segue si propone di approfondire la disciplina normativa e giurisprudenziale, nonché gli orientamenti del MIT, fornendo un quadro chiaro sull’applicabilità dell’istituto nel contesto attuale degli appalti pubblici.

Il quadro normativo di riferimento

Il calcolo del valore stimato dell’appalto e il quinto d’obbligo

L’art. 14, comma 4, del D.lgs. 36/2023 stabilisce che il valore stimato dell’appalto pubblico debba comprendere l’importo totale pagabile, al netto dell’IVA, tenendo conto delle eventuali opzioni o rinnovi previsti nei documenti di gara.

L’assenza di un riferimento esplicito al quinto d’obbligo in tale disposizione ha generato dubbi interpretativi, chiariti successivamente dai pareri ministeriali.

Il quinto d’obbligo come modifica contrattuale

L’art. 120, comma 9, del D.lgs. 36/2023 prevede che i documenti di gara iniziali possano includere la previsione di una variazione dell’importo contrattuale fino al 20% in aumento o in diminuzione, senza necessità di un nuovo affidamento.

Secondo tale previsione:

  • L’aumento o la riduzione fino a un quinto non costituisce una modifica essenziale del contratto;
  • Deve essere espressamente previsto nei documenti di gara, pena l’impossibilità di applicarlo in fase esecutiva;
  • L’appaltatore non può rifiutare l’esecuzione delle prestazioni aggiuntive se il quinto d’obbligo è stato previsto nelle condizioni contrattuali iniziali.

L’introduzione della previsione contrattuale già in fase di gara si allinea con le disposizioni della Direttiva 2014/24/UE, recepita nell’ordinamento italiano, volta a garantire maggiore trasparenza e programmazione nella gestione dei contratti pubblici.

Chiarimenti operativi del MIT

Importo inferiore al quinto d’obbligo – Parere n. 2455

Il MIT, nel parere n. 2455, ha chiarito che, sebbene la disciplina preveda l’inclusione del quinto d’obbligo fino al 20% dell’importo del contratto, le stazioni appaltanti possono indicare una percentuale inferiore, vincolandosi a un limite più basso.

Questo consente una maggiore flessibilità nel disciplinare gli appalti pubblici, evitando eccessivi aggravi contrattuali per l’amministrazione aggiudicatrice. Tuttavia, in fase di esecuzione del contratto, non sarà possibile superare l’importo massimo indicato nei documenti di gara.

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