"In piazza a parlare di resistenza ma...": l'attacco frontale di Calenda a Fratoianni
L'Ucraina e la guerra fanno litigare Carlo Calenda e Nicola Fratoianni. Ospiti di In altre Parole e Massimo Gramellini su La 7, i due politici non riescono proprio a non fare a meno di scontrarsi in diretta tv. L'argomento è di quelli caldi: Ucraina, la prospettiva di 800 miliardi in armi e Putin-Nato. Il primo a dire la sua è Calenda: “In Italia si sono spesi 200 miliardi di bonus edilizi, dati a chi aveva già i soldi, che avrebbero messo a posto la sanità e la scuola per anni dieci – spiega – Gli 800 miliardi non sono 800 miliardi, l'Europa non mette 800 miliardi, è un'informazione falsa”. Il segretario e leader di Sinistra Italiana e Alleanza Verdi e Sinistra storce il naso, ma Calenda si appassiona e va avanti nella sua filippica: “L'Europa mette 150 miliardi di euro in prestiti – sottolinea – perché noi abbiamo purtroppo un problema”. Di che si tratta? “Io penso che Trump sia un delinquente comune e una persona che, a partire dall'Ucraina e per finire con noi, ci sta mett

L'Ucraina e la guerra fanno litigare Carlo Calenda e Nicola Fratoianni. Ospiti di In altre Parole e Massimo Gramellini su La 7, i due politici non riescono proprio a non fare a meno di scontrarsi in diretta tv. L'argomento è di quelli caldi: Ucraina, la prospettiva di 800 miliardi in armi e Putin-Nato. Il primo a dire la sua è Calenda: “In Italia si sono spesi 200 miliardi di bonus edilizi, dati a chi aveva già i soldi, che avrebbero messo a posto la sanità e la scuola per anni dieci – spiega – Gli 800 miliardi non sono 800 miliardi, l'Europa non mette 800 miliardi, è un'informazione falsa”. Il segretario e leader di Sinistra Italiana e Alleanza Verdi e Sinistra storce il naso, ma Calenda si appassiona e va avanti nella sua filippica: “L'Europa mette 150 miliardi di euro in prestiti – sottolinea – perché noi abbiamo purtroppo un problema”.
Di che si tratta? “Io penso che Trump sia un delinquente comune e una persona che, a partire dall'Ucraina e per finire con noi, ci sta mettendo un coltello alla gola. Noi dobbiamo essere indipendenti e oggi non lo siamo”. E ancora: “Domani mattina Putin attacca la Romania, perché dice ‘cari signori, in Romania c'era uno che io ho fatto eleggere con i soldi nostri, con i soldi dei russi, e voi avete detto che quel risultato era inficiato' – spiega Calenda – Perché così sono iniziate tutte le guerre, compresa l'Ucraina, e noi ci dimentichiamo la storia. Se succede quello, noi oggi non siamo in grado di reagire”. È un fiume in piena e Fratoianni sembra mal sopportare la narrativa dell'interlocutore. “Ogni qualvolta le persone hanno detto ‘No, non investiamo sulle armi, investiamo sulla scuola'. Ma secondo voi ci può essere qualcuno nel mondo che preferisce investire sulle armi invece che sulla scuola o sulla sanità? Ma uno lo fa per difendere la propria libertà”, dice.
Poi l'attacco: “Nicola, voi andate ogni cinque minuti in piazza a parlare della resistenza, dicendo ‘resistenza'. La invocate persino contro la Meloni che non riuscirebbe a fare il fascismo neanche in un condominio. Gli unici che resistono sono gli ucraini”. Fratoianni interviene: “Vorrei dire a Carlo Calenda, intanto che possiamo anche abbassare il tono – dice stizzito – Io non dileggio nessuno e non l'ho mai fatto”. Parte il botta e risposta tra i due: “Ma non sto parlando di te. Non ho parlato di te. Ho detto tutti i giorni in televisione. Se tutti i giorni in televisione dileggiamo..” dice Calenda. “Io non ho mai dileggiato e né mai mi permetterò di dileggiare” controbatte Fratoianni prima di essere interrotto ancora.
“Ma è vero o no che la resistenza oggi, l'unica resistenza al fascismo, la stanno facendo i ragazzi ucraini? È vero o non è vero?”, chiede Calenda. “Perché tu pensi che il fascismo c'è solo...”, il leader di AVS non riesce neanche a rispondere. “No, no, no. La risposta è gli ucraini stanno resistendo o no?”. Fratoianni è infastidito: “Tu mi devi far rispondere però – sottolinea – Io ti ho detto sì. E ti dico anche però che non è l'unica. I curdi con Erdogan che però è un nostro alleato della NATO”. Fratoianni attacca e chiude la tenzone: “Parliamo dell'Europa, della necessità di difendersi, di avere un profilo internazionale, un peso. E tu mi spieghi che l'unica possibilità è investire 800 miliardi di euro nelle armi”.
Qual è la vostra reazione?






