Inchiesta Beic, la procura chiede i domiciliari per gli architetti Boeri e Zucchi
AGI - La Procura di Milano ha chiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari per gli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi, nelle vesti di componenti della commissione giudicatrice, accusati di turbativa d'asta aggravata nell'ambito dell'inchiesta relativa al progetto per la realizzazione della Biblioteca europea di informazione e cultura. Il gip Luigi Iannelli ha fissato gli interrogatori preventivi per il 4 febbraio. I due archistar erano stati perquisiti con altre persone lo scorso 11 ottobre dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza. Entrambi - secondo quanto riportato dal decreto di perquisizione - "turbavano" la procedura di selezione del progetto per la realizzazione della Beic perchè avrebbero "affermato falsamente l'assenza di posizioni di potenziale conflitto di interesse nella 'dichiarazione di conferma di assenza di situazioni di incompatibilità e di conflitto di interesse' espressamente richiesta ai commissari dall'art. 16 del Bando
AGI - La Procura di Milano ha chiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari per gli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi, nelle vesti di componenti della commissione giudicatrice, accusati di turbativa d'asta aggravata nell'ambito dell'inchiesta relativa al progetto per la realizzazione della Biblioteca europea di informazione e cultura. Il gip Luigi Iannelli ha fissato gli interrogatori preventivi per il 4 febbraio.
I due archistar erano stati perquisiti con altre persone lo scorso 11 ottobre dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza. Entrambi - secondo quanto riportato dal decreto di perquisizione - "turbavano" la procedura di selezione del progetto per la realizzazione della Beic perchè avrebbero "affermato falsamente l'assenza di posizioni di potenziale conflitto di interesse nella 'dichiarazione di conferma di assenza di situazioni di incompatibilità e di conflitto di interesse' espressamente richiesta ai commissari dall'art. 16 del Bando di gara e presentata alla stazione appaltante (il Comune di Milano, ndr)".
Dall'analisi della documentazione sequestrata i pm Paolo Filippini, Mauro Clerici e Giancarla Serafini, coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, la loro posizione si sarebbe aggravata. Oltre i due archistar è stata avanzata la richiesta di arresti domiciliari anche per Pier Paolo Tamburelli dello studio Baukuh, uno di quelli facente parte del raggruppamento risultato vincitore del concorso.
Le misure cautelari chieste dalla Procura di Milano, compresi gli arresti domiciliari per Stefano Boeri e Cino Zucchi, nell'ambito dell'indagine sulla Beic vengono giustificate dal gip, a distanza di tempo dall'inizio dell'inchiesta, per i riscontri provenienti dagli approfondimenti investigativi.
"Sono sorpreso e molto turbato. Attendo con fiducia l'incontro con il Giudice per le indagini preliminari, allo scopo di poter finalmente chiarire la mia posizione", ha detto Boeri commentando la richiesta di domiciliari.
I pm, "Boeri e Zucchi potrebbero trovarsi degli alibi"
La Procura di Milano motiva la richiesta di domiciliari per gli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi nell'ambito dell'indagine per la gara di progettazione della Beic con le esigenze cautelari del pericolo di inquinamento probatorio, in particolare della possibilità di crearsi un alibi, e della reiterazione del reato. L'ipotesi è che ci sia stato un conflitto di interessi tra commissione e vincitori della gara di progettazione. In particolare, l'inquinamento delle prove potrebbe arrivare per i pm Serafini, Clerici e Filippini dai "rapporti talmente capillari" tra i principali indagati del procedimento indicati come Boeri, Zucchi, Tamburelli, Lunati (tutti architetti) "tale da agevolare una costante comunicazione anche con gli altri componenti della commissione giudicatrice risultati estranei alla condotta illecita e con altri soggetti coinvolti nell'indagine e allo stato non oggetto di attività di perquisizione e sequestro, in primo luogo l'indagato Tamburelli".
Se lasciati in libertà, è la tesi degli inquirenti, potrebbero "comunicare tra loro, precostituirsi un alibi sulla accertata loro presenza in un dato luogo in un dato giorno (si pensi nel caso di specie a Boeri presente nei pressi dell'abitazione di Tamburelli la notte prima dell'aggiudicazione della gara) e/o concertare eventuali linee difensive, anche al fine di giustificare il comportamento della Commissione giudicatrice i cui singoli membri hanno espresso votazione assolutamente indistinte".
C'è anche il pericolo che possano "compromettere la genuinità delle prove sino a ora acquisite e di quelle che dovranno essere necessariamente acquisite anche mediante atti di perquisizione e sequestro (perquisizione nei confronti di Tamburelli Pier Paolo che nella vicenda ha il ruolo primario di collettore tra Boeri e Zucchi e gli studi Onsitestudio e Baukuh vincitori del bando) e atti di sommarie informazioni". E si ritiene che esita "un concreto pericolo di inquinamento probatorio da parte degli indagati che - se lasciati in libertà - potrebbero influenzare le future deposizioni degli altri componenti della commissione giudicatrice, del Rup (responsabile unico del procedimento) e degli altri dirigenti del Comune mediante condizionamenti e/o pressioni anche in ragione del rapporto di colleganza intercorrente con gli stessi".
In questo contesto viene evidenziata "la posizione di assoluto rilievo nel campo dell'architettura (mondo accademico e professionale) del presidente Boeri nonchè, sebbene in minor misura - del commissario Zucchi, con quanto ne consegue in termini di contatti, potere, capacità e possibilità di condizionamento e di influenza". Quanto alla reiterazione del reato, "va evidenziata in primo luogo la gravità delle condotte contestate agli indagati che si insinuano in un bando pubblico di eccezionale rilevanza".
"Penso che Baukuh lo abbia fatto insieme agli Onsite". Lo scrive l'architetto Cino Zucchi in un messaggio a Stefano Boeri, collega e presidente della commissione giudicatrice del concorso per la realizzazione della Biblioteca europea di informazione e cultura. Secondo i pm di Milano, - si legge nella richiesta di misura cautelare per i due professionisti indagati di turbativa d'asta aggravata - "quest'ultima affermazione riveste una particolare importanza indiziaria in quanto palesa come Zucchi, comunicando con Boeri, fosse evidentemente a conoscenza", violando l'anonimato della procedura, "del fatto che gli studi Baukuh e Onsitestudio", risultati far parte del consorzio vincitore, "avessero ideato e presentato insieme il progetto in gara e fossero rappresentati proprio dai concorrenti con i quali era in contatto (Tamburelli, Lunati e Floridi)".
No del gip a una richiesta di sequestro per 5,2 milioni
Il gip di Milano, Luigi Iannelli, ha respinto una richiesta di sequestro preventivo ai fini della confisca di 5,2 milioni euro nell'ambito dell'inchiesta sul presunto condizionamento del concorso internazionale per il progetto della realizzazione della Biblioteca europea di informazione e cultura. I pm Paolo Filippini-Mauro Clerici-Giancarla Serafini, coordinati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, contestano che gli architetti Boeri e Zucchi, in concorso con i colleghi vincitori del bando di gara, abbiano "incamerato il profitto del reato" quantificato in quasi 400 mila euro per "l'aggiudicazione del Bando di progetto", 3,9 milioni di euro per l'affidamento di servizi di "architettura ed ingegneria riguardanti e la prestazione di progettazione definitiva, esecutiva e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione" e 985 mila euro per l'affidamento di servizi di "architettura ed ingegneria riguardanti la prestazione di direzione lavori e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione".
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