“Incontro cruciale”. L'Ue decide il futuro tra Ucraina e difesa con l'incognita Orban

Il senso di urgenza e la necessità di reagire nel nuovo scenario accompagneranno i leader europei domani nel Consiglio straordinario a Bruxelles. Un vertice che, a detta di molti ambasciatori, sarà cruciale "perché la posta in gioco è alta" e allo stesso tempo complesso, segnato dall'incognita della minaccia di veto ungherese. Due i capitoli sul tavolo: Ucraina e difesa. Due temi strettamente collegati ed ora quasi inscindibili alla luce del nuovo scenario. Sembrano passati due anni dallo scorso 3 febbraio, quando i capi di Stato e di governo si sono riuniti in un ritiro informale per discutere del futuro della difesa europea, osserva un funzionario Ue. Nel mezzo c'è stata la telefonata tra il presidente Usa Donald Trump e quello russo Vladimir Putin con l'obiettivo dichiarato di aprire una trattativa sul conflitto ucraino. Da lì il cambio di postura americana e l'accelerazione europea.     Questa è la prima volta che i leader si vedono a 27 dopo la svolta americana sul conflitto.

“Incontro cruciale”. L'Ue decide il futuro tra Ucraina e difesa con l'incognita Orban

Il senso di urgenza e la necessità di reagire nel nuovo scenario accompagneranno i leader europei domani nel Consiglio straordinario a Bruxelles. Un vertice che, a detta di molti ambasciatori, sarà cruciale "perché la posta in gioco è alta" e allo stesso tempo complesso, segnato dall'incognita della minaccia di veto ungherese. Due i capitoli sul tavolo: Ucraina e difesa. Due temi strettamente collegati ed ora quasi inscindibili alla luce del nuovo scenario. Sembrano passati due anni dallo scorso 3 febbraio, quando i capi di Stato e di governo si sono riuniti in un ritiro informale per discutere del futuro della difesa europea, osserva un funzionario Ue. Nel mezzo c'è stata la telefonata tra il presidente Usa Donald Trump e quello russo Vladimir Putin con l'obiettivo dichiarato di aprire una trattativa sul conflitto ucraino. Da lì il cambio di postura americana e l'accelerazione europea.

 

 

Questa è la prima volta che i leader si vedono a 27 dopo la svolta americana sul conflitto. Prima si erano riuniti solo in formato ristretto, due volte all'Eliseo convocati da Emmanuel Macron e poi al vertice di Londra di domenica scorsa. Alla vigilia dell'incontro è arrivata la conferma della presenza in persona del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Stando alla bozza di conclusioni redatta dagli ambasciatori Ue, il Consiglio europeo vuole ribadire i principi secondo cui non è possibile alcun nessun accordo di pace sull'Ucraina senza l'Ucraina e nessun negoziato senza la partecipazione di Kiev e dell'Europa. Si vuole anche ribadire l'integrità territoriale dell'Ucraina e che un eventuale cessate il fuoco deve essere incardinato in un accordo di pace, per evitare di replicare gli accordi di Minsk, dove si è avuta tregua senza mai arrivare a una pace.

 

 

C'è poi la parte sulla difesa, che ha visto un'enorme accelerazione con il piano di riarmo anticipato da Ursula von der Leyen, che vede la flessibilità delle spese per la difesa escluse dai vincoli del Patto di Stabilità, la possibilità di utilizzare i fondi della coesione già stanziati nel bilancio per la difesa e il nuovo strumento da 150 miliardi per l'acquisto di armi con prestiti finanziati da eurobond. La parte sulla difesa non dovrebbe avere problemi mentre sul capitolo Ucraina pesa la minaccia dell'Ungheria e in parte della Slovacchia. Questa volta il premier magiaro, Viktor Orban, potrebbe fare sul serio. In questi giorni, oltre ad aver mandato una lettera al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa con le sue rimostranze, ha criticato a più riprese tutta l'impostazione dei leader europei, a suo dire bellicista, sentendosi spalleggiato dalla linea del presidente Trump. Martedì il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjartó, ha persino incontrato il Segretario di Stato Usa Marco Rubio a Washington, incontro che è stato negato all'Alta rappresentante Ue Kaja Kallas. Le trattative per convincere Budapest a rimuovere il veto andranno avanti fino all'ultimo. Alla vigilia del vertice, il presidente francese Macron ha invitato Orban all'Eliseo, la presidenza polacca ha convocato gli ambasciatori Ue nel Coreper in mattinata e di nuovo a poche ore dall'inizio del vertice. Nella peggiore delle ipotesi, potrebbero saltare tutte le conclusioni relative all'Ucraina, nella migliore si potrebbe approvare una dichiarazione a 25 o 26 o una dichiarazione del presidente Costa. In ogni caso un segnale di debolezza sia verso Washington che verso Mosca. Nella discussione sull'Ucraina i leader saranno soli nella stanza e potranno confrontarsi apertamente. Di certo sarà utile per fare chiarezza tra i 27, anche perché eventuali posizioni che erano state tenute sotto traccia ora sono emerse.

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