Indiana Jones e l'Antico Cerchio, una sorpresa inaspettata! | Prime impressioni
La prima avventura di MachineGames "oltre id Software" promette benissimo: divertente, ben confezionata, 100% Indiana Jones.
Chi l'avrebbe detto che l'anno videoludico di Microsoft sarebbe finito così bene: Indiana Jones e l'Antico Cerchio, l'ultima fatica di MachineGames mostrata per la prima volta quasi un anno fa, sembra davvero riuscito alla grande, almeno a giudicare dalla prima decina di ore di gioco che siamo riusciti ad accumulare in questi pochi giorni.
MachineGames è uno studio svedese di fondazione relativamente recente, acquisito da Bethesda (che a sua volta è stata acquiita da Microsoft) e che ha gravitato per lo più attorno a id Software: ha realizzato diversi Wolfenstein, oltre a qualche livello/espansione per i grandi classici della software house texana come Quake, Quake II e Doom II. Questo Indiana Jones è la sua prima avventura “oltre id”, per così dire, ma il DNA dello sviluppatore è sempre quello: chiunque abbia giocato a un Wolfenstein recente lo riconoscerà immediatamente. Analogamente, il nome dello studio ci permette anche di inquadrare le fascia di mercato del titolo: non proprio un AAA, di certo non un indie. “Fascia alta”, potremmo dire... "AA"?
PREMESSE
La storia (naturalmente senza spoiler) si svolge l'anno dopo gli eventi raccontati nel primo film della saga, i Predatori dell'Arca Perduta, e prima del terzo, l'Ultima Crociata (il secondo, il Tempio Maledetto, è tecnicamente un prequel ambientato qualche anno prima dei Predatori). Indy subisce un'aggressione al museo e gli viene rubato un artefatto, il che innesca una caccia che porterà il mitico archeologo nella Città del Vaticano, a Giza all'ombra delle piramidi e a Sukhothai nella giungla thailandese. Ogni ambientazione ha le proprie sfide e le proprie meccaniche da esplorare che mantengono fresco e vario il gameplay. Il gioco è doppiato in italiano, anche se purtroppo non c'è il doppiatore storico di Harrison Ford, Michele Gammino.
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