Intel, la vendita delle fonderie non è da escludersi secondo i CEO temporanei
Una decisione la prenderà solo il nuovo CEO quando arriverà, ma l'ipotesi è decisamente sul piatto.
Intel potrebbe vendere la sua divisione dedicata alla produzione di chip: ne hanno parlato espressamente i due nuovi amministratori delegati temporanei della società americana, nominati dopo l’uscita di Pat Gelsinger, nelle scorse ore durante una conferenza della banca Barclays. Naturalmente nulla è ancora deciso - in effetti servirà l’arrivo di un nuovo CEO “vero e proprio” che decida una direzione e un piano completo - ma è interessante, e abbastanza senza precedenti, che l'ipotesi venga discussa in modo così aperto ed esplicito.
Come sappiamo Intel è una delle pochissime aziende che progetta e al tempo stesso produce i propri chip. Generalmente i chipmaker sono cosiddetti “fabless”: progettano, e fanno costruire ad altri (in questi ultimi anni si può parlare praticamente in esclusiva della taiwanese TSMC). In questa particolarissima fase, potremmo dire che un approccio specializzato ha generalmente più successo: le due principali aziende con un approccio completamente integrato, Samsung e appunto Intel, stanno entrambe arrancando nei confronti di TSMC.
Già verso la fine dell’estate, Gelsinger aveva annunciato che Intel Foundries sarebbe diventata una divisione a sé stante, controllata per intero da Intel stessa. Questo processo sta effettivamente già avvenendo, e l’abbandono di Gelsinger non sembra averlo influenzato - anzi, appunto si parla addirittura di un'ulteriore estremizzazione dell'idea. Per chiarire, non sembra che i CEO temporanei (tra cui figura David Zinsner, il CFO della società) vogliano vendere: Zinser ha detto di ritenere che da un punto di vista prettamente pragmatico la completa indipendenza delle due divisioni non avrebbe molto senso. Ma potrebbe essere l’unica soluzione per rimettere in sesto i conti.
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