"Io in prima pagina sul Financial Times, mi manda ai matti. Se i giudici vogliono governare...": Meloni picchia durissimo

L'atto del procuratore Francesco Lo Voi, "era politico, tutti sanno che le procure hanno la loro discrezionalità, potrei fare decine di esempi in questo senso". Giorgia Meloni torna sul caso Almasri, per cui lei, il ministro della Giustizia, quello dell'Interno e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio sono indagati. In collegamento con Nicola Porro per l'evento "La Ripartenza", il premier mette i puntini sulle "i": Penso che a chiunque nei miei panni di fronte a questa vicenda: cadrebbero le braccia. Mi ritrovo sulla pagina del Financial Times con la notizia che sono indagata, se gli italiani capiscono la portata di questa cosa, all'estero non è la stessa cosa". A riguardo il premier non ha dubbi: "Quello che sta accadendo è un danno alla nazione è questo che mi manda ai matti. Se gli italiani che remano con te ti remano contro, smontano tutto quello che fai. Nel mio caso Penelope avrebbe tessuto le tende dello stadio Olimpico". E alla domanda se sia o meno preoccup

"Io in prima pagina sul Financial Times, mi manda ai matti. Se i giudici vogliono governare...": Meloni picchia durissimo

L'atto del procuratore Francesco Lo Voi, "era politico, tutti sanno che le procure hanno la loro discrezionalità, potrei fare decine di esempi in questo senso". Giorgia Meloni torna sul caso Almasri, per cui lei, il ministro della Giustizia, quello dell'Interno e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio sono indagati. In collegamento con Nicola Porro per l'evento "La Ripartenza", il premier mette i puntini sulle "i": Penso che a chiunque nei miei panni di fronte a questa vicenda: cadrebbero le braccia. Mi ritrovo sulla pagina del Financial Times con la notizia che sono indagata, se gli italiani capiscono la portata di questa cosa, all'estero non è la stessa cosa".

A riguardo il premier non ha dubbi: "Quello che sta accadendo è un danno alla nazione è questo che mi manda ai matti. Se gli italiani che remano con te ti remano contro, smontano tutto quello che fai. Nel mio caso Penelope avrebbe tessuto le tende dello stadio Olimpico". E alla domanda se sia o meno preoccupata, Meloni si dice tranquilla, "perché alla fine quando ho accettato di guidare questa nazione io sapevo esattamente a che cosa sarei andata incontro e lo sapevo perché alla fine la battaglia che noi stiamo cercando di condurre è forse anche più grande di un programma di governo; direi che va anche oltre la destra e la sinistra perché è la battaglia per un'Italia normale e io penso che anche a sinistra ci sia un sacco di gente che vorrebbe un'Italia normale cioè un'Italia normale nella quale una persona per bene non debba avere paura dello Stato, non debba avere paura della giustizia, non debba avere paura del fisco, non debba avere paura della burocrazia".

Non manca poi il messaggio alle toghe "schierate". "Se alcuni giudici vogliono governare - tuona -, si candidano alle elezioni e governano. L'hanno fatto in alcuni casi, legittimamente. L'unica cosa che non si può fare è che loro governano e io vado alle elezioni". E ancora, proseguendo l'affondo: "Ci sono alcuni giudici, fortunatamente pochi, che vogliono decidere la politica industriale, vogliono decidere la politica ambientale, vogliono decidere le politiche dell'immigrazione, vogliono decidere come si possa riformare la giustizia, vogliono decidere per cosa possiamo spendere e per cosa no. In pratica vogliono governare loro, è solo che c'è un problema: se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa. Se loro sbagliano, nessuno può fare o dire niente". Eppure, ricorda senza troppi giri di parole, "nessun potere al mondo in uno Stato democratico funziona così. I contrappesi servono a questo. E la magistratura svolge un ruolo fondamentale nella nostra democrazia. È una colonna portante della nostra Repubblica. Solo che nessun edificio regge su una colonna sola. Quando un potere dello Stato pensa di poter fare a meno degli altri, il sistema crolla, non può tenere".

Tornando al governo, l'esponente di Fratelli d'Italia parla della storia che "intendiamo scrivere, è una storia di rispetto delle regole, di rispetto dei ruoli, una storia di credibilità delle istituzioni, una storia di orgoglio e di libertà per le persone per bene di questa nazione e forse per questo non siamo graditi perché quando le persone perbene che in Italia sono la maggioranza saranno libere e orgogliose e allora non ci sarà più spazio per le corporazioni, per i gruppi di potere, per i privilegi dei pochi sulla pelle dei molti".

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