La Cassazione spedisce in casa famiglia il figlio che usa troppo il cellulare
lentepubblica.it Con l’ordinanza 1832/2025, una pronuncia che rappresenta un importante precedente e che farà discutere, la Corte di Cassazione ha stabilito l’allontanamento di un figlio dai genitori a causa di un uso eccessivo del cellulare e lo ha spedito in una casa famiglia. Secondo i giudici, i genitori, caratterizzati da un’elevata conflittualità e ritenuti inadeguati nel […] The post La Cassazione spedisce in casa famiglia il figlio che usa troppo il cellulare appeared first on lentepubblica.it.
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Con l’ordinanza 1832/2025, una pronuncia che rappresenta un importante precedente e che farà discutere, la Corte di Cassazione ha stabilito l’allontanamento di un figlio dai genitori a causa di un uso eccessivo del cellulare e lo ha spedito in una casa famiglia.
Secondo i giudici, i genitori, caratterizzati da un’elevata conflittualità e ritenuti inadeguati nel loro ruolo educativo, portano una responsabilità diretta in questa situazione. La decisione, destinata a suscitare dibattito, prevede l’affidamento del minore ai servizi sociali e il suo collocamento in una casa famiglia, con divieto assoluto di utilizzo di dispositivi elettronici.
Il caso è scaturito dal ricorso presentato da uno dei genitori ai sensi dell’articolo 111, comma 7, della Costituzione, avverso il decreto che disponeva la sospensione della responsabilità genitoriale. L’azione è stata avviata in seguito a una richiesta della Procura presso il Tribunale per i Minorenni che proponeva la decadenza della responsabilità genitoriale.
La Cassazione spedisce in casa famiglia il figlio che usa troppo il cellulare
Il Tribunale minorile, sulla base delle valutazioni condotte dai servizi sociali, ha evidenziato una serie di criticità. In primo luogo, è stato rilevato un alto livello di conflittualità tra i genitori, con ripetuti episodi di disaccordo che hanno reso l’ambiente familiare instabile e poco idoneo alla crescita equilibrata del minore. Inoltre, sono emerse segnalazioni di violenza domestica, che hanno contribuito a un contesto di insicurezza e tensione costante per il bambino. Un ulteriore elemento di preoccupazione è stato rappresentato dall’aggressività manifestata dal minore stesso, con episodi di condotta oppositiva e atteggiamenti violenti sia in ambito domestico che scolastico.
Particolare attenzione è stata data all’uso incontrollato del cellulare da parte del minore, il quale trascorreva gran parte della giornata sui dispositivi elettronici senza alcun controllo da parte dei genitori. Tale comportamento ha avuto ripercussioni significative sul rendimento scolastico, con una progressiva disaffezione agli studi, assenze ripetute e calo delle prestazioni. Gli operatori sociali hanno evidenziato come il cellulare fosse divenuto per il minore un mezzo di isolamento dalla realtà circostante, aggravando le problematiche relazionali e familiari già esistenti.
Di fronte a questo quadro, i giudici della Cassazione hanno ritenuto necessario intervenire con misure drastiche per garantire la tutela del minore. È stato quindi disposto l’affidamento ai servizi sociali, con il collocamento in una struttura protetta, dove il minore avrebbe ricevuto un supporto educativo e psicologico adeguato. Inoltre, è stata stabilita una revisione graduale dei contatti con i genitori, vincolata alla loro partecipazione a percorsi di supporto alla genitorialità e alla dimostrazione di un’effettiva capacità di prendersi cura del figlio in modo responsabile e consapevole. Ovviamente vige anche il divieto assoluto di utilizzo di strumenti elettronici.
Il ruolo del curatore speciale
Un aspetto rilevante della sentenza riguarda la nomina di un curatore speciale per il minore. Secondo il Decreto Legislativo 149/2022, che ha introdotto l’articolo 473-bis.8 nel codice di procedura civile, il curatore deve essere nominato nei procedimenti in cui i genitori risultano temporaneamente inadeguati a rappresentare gli interessi del figlio, oppure su richiesta del minore stesso se ha compiuto quattordici anni. La Corte ha ribadito che nei giudizi riguardanti la responsabilità genitoriale la nomina del curatore è obbligatoria sin dall’inizio del procedimento, soprattutto in presenza di un evidente conflitto di interessi tra il minore e i genitori.
La mancata nomina del curatore costituisce un vizio procedurale che, secondo la Cassazione, non comporta la regressione del processo al primo grado, bensì il rinvio alla Corte d’Appello. Questa decisione si allinea ai principi di tutela del minore e di celerità processuale, evitando ritardi che potrebbero arrecare danno al bambino. La Corte ha evidenziato che i procedimenti di questo tipo sono caratterizzati da ampi poteri officiosi del giudice, che deve adottare misure adeguate per garantire il miglior interesse del minore.
In particolare, la giurisprudenza della Suprema Corte ha consolidato l’orientamento secondo cui, nei giudizi di decadenza della responsabilità genitoriale, è necessaria la nomina di un curatore speciale che rappresenti autonomamente il minore. Laddove non emergano motivi di conflitto di interessi tra genitori e figlio, il diritto del minore viene comunque tutelato attraverso l’ascolto, se ha compiuto dodici anni o se dimostra una sufficiente capacità di discernimento.
Le implicazioni di questa pronuncia
La decisione della Cassazione rappresenta un punto di svolta nel riconoscimento dell’importanza dell’equilibrio familiare per la crescita del minore. Il provvedimento sottolinea la necessità di assicurare un ambiente armonioso per il bambino e di garantire ai genitori un adeguato supporto nel loro ruolo educativo. Tuttavia, nei casi in cui questi ultimi risultino inadeguati, l’intervento delle istituzioni diventa necessario per salvaguardare il benessere del minore.
Questa pronuncia si inserisce in un quadro normativo e giurisprudenziale che mira a conciliare la rappresentanza legale del minore con l’efficienza del procedimento, evitando ritardi eccessivi che potrebbero compromettere la tutela dei suoi diritti fondamentali.
Il testo della sentenza
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