La chat, il licenziamento e la Suprema Corte: a cosa devono fare attenzione le imprese?
La sentenza n. 5936/2025 della Corte di Cassazione ha riaffermato il principio della segretezza della corrispondenza privata, stabilendo che i messaggi scambiati in una chat WhatsApp ristretta non possono essere utilizzati come prova per giustificare un licenziamento per giusta causa. La decisione ha importanti implicazioni per il diritto del lavoro e la tutela della privacy digitale, confermando che le aziende non possono sanzionare i dipendenti per conversazioni riservate, salvo casi di effettiva compromissione dell’ambiente lavorativo.

Qual è la vostra reazione?






