La classifica delle città più inquinate d'Italia: quale è la peggiore. "Rischi per la salute
Nel 2024, l'inquinamento atmosferico ha raggiunto livelli preoccupanti nelle città italiane, con 25 centri urbani su 98 che hanno superato i limiti di legge per le polveri sottili (PM10). Il dato, peggiore rispetto al 2023, evidenzia un incremento delle aree colpite, in particolare nelle regioni della Pianura Padana, come Lombardia e Veneto. Questo è quanto emerge dal rapporto annuale "Mal'aria" di Legambiente riportato sul Corriere della Sera. Frosinone detiene il primato negativo con 70 giorni di sforamento dei limiti di legge, seguita da Milano (68), Verona (66), Vicenza (64) e Padova (61). Anche Venezia (61), Torino (58), Brescia (56), Monza (55), Napoli (54) e Cremona (52) registrano livelli critici. In molte città, l'inquinamento è diffuso su più centraline: a Milano, per esempio, oltre alla stazione di via Marche, altre tre centraline hanno superato i limiti. L'accumulo di inquinanti nell'aria non è un fenomeno occasionale, ma una condizione persistente, aggravata dalla
Nel 2024, l'inquinamento atmosferico ha raggiunto livelli preoccupanti nelle città italiane, con 25 centri urbani su 98 che hanno superato i limiti di legge per le polveri sottili (PM10). Il dato, peggiore rispetto al 2023, evidenzia un incremento delle aree colpite, in particolare nelle regioni della Pianura Padana, come Lombardia e Veneto. Questo è quanto emerge dal rapporto annuale "Mal'aria" di Legambiente riportato sul Corriere della Sera. Frosinone detiene il primato negativo con 70 giorni di sforamento dei limiti di legge, seguita da Milano (68), Verona (66), Vicenza (64) e Padova (61). Anche Venezia (61), Torino (58), Brescia (56), Monza (55), Napoli (54) e Cremona (52) registrano livelli critici. In molte città, l'inquinamento è diffuso su più centraline: a Milano, per esempio, oltre alla stazione di via Marche, altre tre centraline hanno superato i limiti.
L'accumulo di inquinanti nell'aria non è un fenomeno occasionale, ma una condizione persistente, aggravata dalla conformazione geografica della Pianura Padana, che favorisce il ristagno dello smog. Secondo Legambiente, il 70% delle città italiane rischia di non rispettare i nuovi parametri UE sulla qualità dell'aria previsti per il 2030. Se le condizioni attuali non miglioreranno, 71 città su 98 sarebbero fuorilegge per il PM10 e il 45% per il biossido d'azoto. Gli esperti sottolineano l'urgenza di adottare provvedimenti concreti per ridurre lo smog. Tra le misure prioritarie ci sono il potenziamento del trasporto pubblico e l'elettrificazione della flotta urbana, la limitazione delle auto più inquinanti nei centri storici e l'espansione delle aree pedonali e ciclabili. Un altro nodo cruciale è il riscaldamento domestico, con la necessità di sostituire le caldaie a gasolio e metano con sistemi più ecologici, come le pompe di calore. Anche il settore agricolo, in particolare gli allevamenti intensivi, contribuisce in modo significativo alle emissioni inquinanti e richiede regolamentazioni più severe.
Secondo Legambiente, l'Italia è in forte ritardo nell'attuazione di misure efficaci contro l'inquinamento atmosferico. "I dati del 2024 mostrano che la riduzione dello smog procede troppo lentamente, mettendo a rischio la salute pubblica e l'economia", avverte Andrea Minutolo, responsabile scientifico dell'associazione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica infatti limiti più stringenti di quelli attuali, e il 97% delle città italiane supera le soglie raccomandate per il PM10, mentre il 95% sfora quelle per l'NO2. Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, avverte: "Servono interventi strutturali immediati per evitare sanzioni e proteggere la salute dei cittadini. Le soluzioni esistono, ma manca il coraggio politico di attuarle". Senza un'inversione di rotta, il rischio è che nel 2030 l'Italia si trovi impreparata ad affrontare le nuove normative europee sulla qualità dell'aria.
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