La Cronaca rosa è una cosa seria: ecco come Oriana Fallaci, capì (prima di altri) il modo giusto di raccontare le star

Cronaca Rosa: dai primi giornali dedicati alle vite dei famosi all’arrivo in...

La Cronaca rosa è una cosa seria: ecco come Oriana Fallaci, capì (prima di altri) il modo giusto di raccontare le star

Cronaca Rosa: dai primi giornali dedicati alle vite dei famosi all'arrivo in America di Oriana Fallaci

Il 25 settembre 1955, pochi giorni prima di morire al volante della sua Porsche “Little Bastard”, James Dean cenò al Villa Capri di Los Angeles e passò gran parte della serata a piantare chicchi di grano nei vasi del ristorante. Ne teneva una manciata sempre in tasca, come portafortuna: sotterrò i semi e li innaffiò per non dimenticare, diceva, «la sua infanzia da contadino». Oriana Fallaci dedicò sei articoli a James Dean, tutti pubblicati, tra il settembre e il novembre 1956, sul settimanale L’Europeo. Si concentrò su dettagli accurati, quasi ossessivi (come quello dei semi), ma fu ermetica nel descriverne la morte.

Leggi anche: Miriam Leone diventa l'Oriana (anche) sulla cover di Vogue Italia: «è merito di combattenti come la Fallaci se oggi per le donne è tutto un po’ più facile, almeno nella nostra parte di mondo»

James Dean waves from behind the wheel of his Porsche 550 Spyder 'Little Bastard' numbered 130  parked on Vine Street in...
James Dean waves from behind the wheel of his Porsche 550 Spyder 'Little Bastard' numbered 130 (VIN 550-0055) parked on Vine Street in Los Angeles, California, USA. (Photo by Bettmann via Getty Images)Bettmann/Getty Images

In quei giorni, riportò Fallaci, decine di giornalisti si dilungarono a narrare, attraverso inchieste e testimonianze, le ultime ore dell’attore. Furono infatti numerose le persone che si dissero amiche di Dean, ma, come scrisse Fallaci, «il loro materiale è minuzioso, anche se difetta di obiettività». Oriana non cedette alla retorica, al racconto facile, restando così il più aderente possibile alla cronaca, anzi, alla cronaca rosa. Comprese subito infatti che scrivere di manie e segreti delle persone famose è una cosa tutt’altro che superficiale. Una lezione, questa, più vecchia di qualche decennio: era il 1901 quando Alfred Harmsworth, visconte di Northcliff e cofondatore del Daily Mail (uno dei primi “tabloid” della storia) espresse il suo obiettivo: essere divertenti senza essere frivoli, essere seri senza essere noiosi.

,
Alfred Harmsworth visconte di Northcliff e cofondatore del Daily Mail

Alfred Harmsworth, visconte di Northcliff e cofondatore del Daily Mail Universal History Archive/Getty Images

Diciotto anni più tardi, con lo stesso intento, Mario Mariani, Gino Rocca, Eugenio Gandolfi e Tomaso Monicelli fondano Novella (oggi Novella 2000). È cronaca rosa allo stato embrionale e a comprenderne immediatamente il potenziale, fra gli altri, ci sono Luigi Pirandello e Gabriele D’Annunzio: il primo scrive, il secondo non nega alla rivista un servizio fotografico che lo ritrae in costume da bagno. Sono anni in cui la celebrità acquisisce un significato simile a quello che gli diamo oggi e, per questo, l’attenzione di chi legge si sposta su altro. Le trame di nobili famiglie à la Bridgerton, insomma, non interessano più.

Luigi Pirandello Italian dramatist writer and poet seated at the desk of his study. Monteluco 1924
Luigi Pirandello, Italian dramatist, writer and poet, seated at the desk of his study. Monteluco, 1924 (Photo by Mondadori via Getty Images)Mondadori Portfolio/Getty Images
,
BRIDGERTON Claudia Jessie Diamond of the First Water' . photo Liam Daniel  ©Netflix  Courtesy Everett Collection
BRIDGERTON, Claudia Jessie, Diamond of the First Water', (Season 1, ep. 101, aired Dec. 25, 2020). photo: Liam Daniel / ©Netflix / Courtesy Everett Collection©Netflix/Courtesy Everett Collection

A Hollywood, e negli Stati Uniti d’America tutti, la virata è brusca, l’approccio più aggressivo. Sin da subito. Nel 1916 Stephen G. Clow lancia Broadway Brevities and Society Gossip per raccontare, come suggerisce il nome della testata, “quel che si dice” a New York. Il periodico è sboccato, non ha paura di raccontare tradimenti, abusi di droghe e comportamenti “immorali” delle star, ma cade spesso nello stereotipo (sessuale e razziale). L’editore alza sempre più l’asticella e arriva a pubblicare, nell’aprile 1924, il servizio Night in Fairyland, un elenco di tutti gli “hot spot” queer della città e delle persone famose che li frequentano. Un anno dopo, G. Clow finisce in una prigione federale.

Attori di Broadway nel 1919

Attori di Broadway nel 1919 Bettmann

,

Si definiscono così, un po’ con la forza, i confini e le caratteristiche della cronaca rosa che, polo opposto della cronaca nera, a questa inevitabilmente somiglia. Per fare bene, in entrambi i casi, due sono i comandamenti: essere spregiudicati, ma con un senso del limite, e avere ottime fonti, da amare come i figli. Per questo Fallaci, che conosceva le regole del gioco, non sprecò energie ad ascoltare chi piangeva James Dean sul ciglio della strada. Si rivolse invece a chi, Jimmy, lo aveva sempre sostenuto o, contrariamente, abbandonato. Lo stesso fece per raccontare Marilyn Monroe (che a onor del vero le sfuggì) intervistando il suo allora marito, lo scrittore Arthur Miller, nella casa della coppia sulla 57esima Strada a New York City.

Marilyn Monroe e Arthur Miller

Marilyn Monroe e Arthur Miller Paul Schutzer/Getty Images

Non bisogna a questo punto scordarsi una cosa e dunque fare un passo indietro. Nel dicembre 1952, qualche anno prima che Miss Fallaci conquistasse l’America, Robert Harrison lanciò Confidential, un magazine che, sebbene parlasse di storie e segreti delle star, non riusciva a decollare. Poi la magia. Nell’agosto dell’anno successivo, qualcuno in redazione decise di mettere in prima pagina lo strillo: Joe DiMaggio is Striking Out with Marilyn Monroe! Il titolo, con quel gioco di parole (in inglese “striking out” è un modo per dire “perdere o fallire” in una partita di baseball, lo sport di DiMaggio), ebbe presa immediata sui lettori e il numero andò sold out. Fu dunque chiaro che alla cronaca rosa servissero titoli accattivanti; inviti, un po’ maliziosi, alla lettura.

Gli adorabili: Miss Fallaci alla conquista dell'America

Un dettaglio che non sfuggì a Fallaci e a chi lavorava con lei in quegli anni, che oggi trova la sua massima espressione ne Gli adorabili (ed. Rizzoli), raccolta di articoli che l’autrice scrisse per L’Europeo tra il 1954 e il 1959 (inclusi quelli dedicati a James Dean e Marilyn Monroe). Un libro che costituisce senza dubbio un esempio di cronaca rosa nella sua forma più pura e migliore. Basta leggere i titoli per capirlo. Due su tutti: Sophia Loren e una valigia di spaghetti e Brigitte Bardot: famosa senza muovere un dito. Provateci voi a resistere.

Leggi anche:
Vuoi ricevere tutto il meglio di Vogue Italia nella tua casella di posta ogni giorno?

Qual è la vostra reazione?

like

dislike

love

funny

angry

sad

wow