La Lega Antivivisezionista Leal ha chiesto alla procura di Ferrara il sequestro conservativo e preventivo dei cinque macachi
Ferrara La Lega Antivivisezionista Leal ha chiesto alla procura di Ferrara il sequestro conservativo e preventivo dei cinque macachi che si trovano nei laboratori di Unife, mentre a difesa dei primati, per chiederne l’immediata liberazione stamattina – sabato 25 gennaio – in piazza Municipale le associazioni animaliste (Animal Liberatione e altrenove sigle) organizzano un sit in. Sono queste ultime, tra l’altro, ad aver presentato denuncia in Procura contro la rettrice Laura Ramaciotti, il precedente rettore Giorgio Zauli, i professori Luciano Fadiga e Ludovico Scenna. Una mobilitazione scaturita dalla notizia della soppressione di uno dei macachi, Orazio e dai timori per la sorte degli altri cinque Clarabella, Archimede, Eddy, Cleopatra e Cesare.
Ci sono «forti preoccupazioni riguardo al trattamento degli altri macachi e alla gestione delle sperimentazioni da parte dell’Università di Ferrara» rimarca Leal, spiegando la richiesta di sequestro. Una decisione arrivata «a seguito della consulenza d’ufficio condotta nel contesto del procedimento penale per maltrattamento di animali, ai sensi dell’articolo 544 ter del codice penale, e per l’ipotesi di uccisione di animali per crudeltà, ai sensi dell’articolo 544 bis del Codice penale». Leal sottolinea che i cinque macachi «non sono stati coinvolti in sperimentazioni per oltre dieci anni e la loro condizione di detenzione è oggetto di un’inchiesta per verificare la compatibilità con le esigenze etologiche della specie. Gli animali sono attualmente rinchiusi in gabbie singole in un ambiente privo di luce naturale, privati della possibilità di socializzare e di svolgere attività fondamentali per il loro benessere, come il grooming». Il presidente di Leal, Gian Marco Prampolini: «Abbiamo chiesto che venga nominata una commissione medico veterinaria che possa vigilare sullo stato di benessere degli animali. Leal si costituirà parte civile in caso di processo e attende una risposta dalla Procura riguardo alla richiesta di sequestro».
La replica di Unife
Nei giorni scorsi l’università, tramite i propri avvocati, aveva diffuso una nota che riportiamo in cui si respingeva «con fermezza, in quanto non vere, le affermazioni secondo cui gli animali sarebbero mantenuti in stato di sofferenza, in spazi ristretti e in ambienti inadeguati, posto che l’Ateneo di Ferrara, sia oggi che in passato, ha sempre avuto come stella polare il rispetto del benessere animale, soprattutto in un settore sicuramente difficile, ma indispensabile per il progredire della ricerca scientifica, come quello delle attività sperimentali in cui, contrariamente a quanto apparso in alcuni articoli di stampa, tutti i macachi presenti nello stabulario di Ferrara sono stati coinvolti negli ultimi anni, pur tenendo conto della inevitabile sospensione nel periodo del Covid-19, nel pieno rispetto delle autorizzazioni ministeriali regolarmente richieste ed ottenute»
Si evidenzia come tutte le ispezioni effettuate nello stabulario di Unife, compresa quella condotta dal consulente della procura di Ferrara, dott. Giuseppe Cascio, non hanno mai rilevato inadeguatezze nelle condizioni psico-fisiche degli animali e, al contrario, hanno sempre accertato condizioni di trattamento e stabulazione degli stessi pienamente idonee e conformi ai parametri disposti dalle normative di riferimento», rimarca l’avvocato Linguerri. Va segnalato al riguardo che la richiesta delle associazioni animaliste deriva da una seconda consulenza effettuata da un altro veterinario incaricato dalla procura, Enrico Chisari, che nella propria relazione ha invece evidenziato diverse criticità. Il legale rileva tuttavia un «altro fatto, puntualmente documentato da questa difesa negli atti di indagine della Procura, di cui tuttavia non è stata fatta minima menzione negli articoli apparsi sulla stampa», cioè «che il Ministero della Salute ha recentemente rinnovato, all’Ateneo di Ferrara, il permesso di stabulazione per i prossimi 6 anni, dopo una approfondita ispezione che ha accertato la piena conformità di tutti i parametri richiesti dalla normativa in materia. Discorso analogo – prosegue l’avvocato Linguerri – può dirsi per tutti i controlli effettuati dalla Asl competente, rigorosamente sottaciuti da chi non ha interesse alla loro divulgazione, ma parimenti depositati agli atti di indagine, l’ultimo dei quali avvenuto appena un mese fa, conclusisi sempre con esito pienamente positivo e conforme ai parametri ed alla normativa di settore».
A differenza di quanto sostenuto nella consulenza Chisari, Unife afferma che i macachi siano invece stati parte di sperimentazioni scientifiche: «A dimostrazione di ciò vi è il dato oggettivo e documentale dell’intensa attività di ricerca e pubblicazione scientifica per la quale, quantomeno negli ultimi dieci anni, si sono distinti l’Università di Ferrara ed i suoi ricercatori, anche a livello internazionale» «Auspichiamo pertanto – conclude l’avvocato Linguerri – che la Procura voglia rapidamente giungere alla conclusione di questa indagine che, contrariamente all’interesse di tutti, soprattutto degli animali, si protrae da più di quattro anni e che la questione giuridica sottesa, ancorché chiarissima a nostro avviso, se mai dovrà essere approfondita, lo sia in ambito giudiziario e non altrove»
Qual è la vostra reazione?