La prima missione di difesa planetaria di ESA

Il lancio è previsto per lunedì 7 ottobre: la missione Hera contribuirà a valutare come la Terra possa essere protetta dall'impatto di un asteroide.

La prima missione di difesa planetaria di ESA
L'Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta per lanciare la sua prima missione di "difesa planetaria", una missione complemento alla Double Asteroid Redirection Test (DART) della NASA, che partì nel 2022. L'obiettivo di queste missioni è capire come la Terra possa essere protetta dall'impatto di un asteroide potenzialmente distruttivo.. Come sarà composta la missione. Lunedì 7 ottobre, la navicella spaziale Hera, insieme a due CubeSat, partiranno verso lo spazio spinti da un Falcon 9 di SpaceX. I CubeSat sono piccoli satelliti lunghi circa 10 centimetri e non più pesanti di 10 chilogrammi, che di solito vengono misurati in unità definite "U": quelli di Hera, ad esempio, hanno una dimensione di 6U e si chiamano rispettivamente Juventas e Milani (il secondo è in onore di Andrea Milani, celebre astronomo e matematico pisano). Anche Hera è relativamente piccola rispetto a molte altre sonde spaziali, se si considera che è lunga circa 1,6 metri e pesa circa 1.128 chilogrammi.. Cosa studierà Hera. Il lancio darà inizio a un viaggio di circa due anni verso il sistema di asteroidi binari Didymos e la sua luna, Dimorphos. Quando si troverà in loro prossimità, la missione Hera, oltre che studiare le caratteristiche dei due oggetti, valuterà gli effetti dell'impatto di DART che nel 2022 entrò in collisione con Dimorphos, accorciando di 32 minuti la sua orbita attorno a Didymos, originariamente pari a 11 ore e 55 minuti.. Il trio di veicoli spaziali della missione Hera raggiungerà il loro obiettivo nel 2026 per dare il via a una missione di sei mesi, durante la quale effettuerà osservazioni del cratere lasciato da DART e raccoglierà altri dati. A bordo vi saranno infatti telecamere, spettrometro per analizzare la composizione chimica dei materiali osservati e un altimetro planetario "Lidar" che utilizza un laser in grado di emettere un raggio di luce infrarossa a 1,5 micron, la cui andata e ritorno permette di definire la quota con una precisione di 50 centimetri.. Gli obiettivi. Stando all'ESA uno degli obiettivi di Hera è "dedicato alla caratterizzazione geofisica di Dimorphous", ossia l'asteroide più grande. Mentre un secondo obiettivo della missione riguarda "l'ispezione visiva e il rilevamento della polvere dell'asteroide Didymos in seguito all'impatto di DART".. Al CubeSat Juventas è stato invece affidato il compito dello studio del sottosuolo degli asteroidi, attraverso l'analisi della gravità degli oggetti. Mentre Milani dovrà raccogliere dati spettrali dalla superficie dei due asteroidi, ossia della sua composizione chimica superficiale, e identificare la presenza di polvere nello spazio circostante.. Il lancio. Mentre da parte di ESA non ci sono problemi di sorta circa la sonda, un piccolo neo arriva da SpaceX, la Società a cui appartiene il Falcon 9. Durante l'ultimo lancio infatti, quello che ha trasportato nello spazio due astronauti che si sono agganciati alla ISS, il secondo stadio non si è riacceso durante la manovra di rientro nell'atmosfera terrestre e questo ha obbligato SpaceX a fermare tutti i voli programmati in questi giorni, finché non si risolverà il problema.. Hera comunque non potrà attendere più di tanto, dal momento che la sua finestra di lancio non è superiore ai 5 o 6 giorni. Una volta partita, Hera trascorrerà del tempo attorno a Marte per studiare la luna marziana Deimos. Dal pianeta riceverà poi una spinta gravitazionale nel marzo del 2025 verso i due asteroidi, ai quali arriverà il 28 dicembre 2026. Dopo alcuni mesi di studio Milani e Juventas atterreranno su Dimorphos; Hera invece potrebbe essere fatta atterrare su Didymos..

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