La sfilata di Magliano mi ha ricordato il “viandare notturno” tipico della provincia
La sfilata di Magliano autunno inverno 2025 2026 è un romanticismo “gratuito”...
La sfilata di Magliano autunno inverno 2025 2026 è un romanticismo “gratuito” a me molto caro e “sintetizzabile” in 5 punti
Non arrivo dalla provincia di Bologna, ma da quella di Pavia, e spesso in redazione concordiamo, romagnoli e pavesi, sul fatto che ci assomigliamo molto, in fatto di vibe. E forse per questo motivo considero Luchino Magliano, e la sua moda, simili alla mia propensione, quando dalla città torno al paese con l'indole di tornare a vestire una certa malinconia locale. Della sfilata di Magliano ho apprezzato tutto, dagli abiti alla location alla colonna sonora e anche se, purtroppo, in Oltrepò Pavese non abbiamo il mare, il set up della sfilata mi ha ricongiunto con quel sapore delle sere d'inverno in collina, dove gli abbondanti banchi di nebbia equivalgono alla languidezza del mare.
Ad accompagnare questa sensazione movimentata c'era la musica in sottofondo di Aase Nielsen, dal ritmo che stride e culla come un saliscendi tumultuoso. Del resto il focus dello show, è «l'invito, nell'immaginazione, presso il languido limite adriatico, conteso tra l'industriale e l'umido, il posto ideale per un eccesso romantico, straordinario eppure gratuito».
Il senso di malinconia, quanto la perdizione, sono molto simili. Arrivati nella location dello show autunno inverno 2025 2026 - che normalmente è una palestra nella zona sud di Milano - era chiaro il senso di un romanticismo fiebe pensato tra luci buie e nubi che richiamano le nebbie d'avvezione, tipiche del litorale, brillante quanto materia vissuta.
Tutto nello show di Magliano ha funzionato. I nostri 5 punti favoriti.
L'invito
Sono biglie dall'allure vintage, a richiamo di uno dei giochi che più ci piacevano da bambini. Lo sport da spiaggia prevede infatti di creare una pista sulla sabbia, per poi organizzare un torneo con gli amici, dove ognuno lancia biglie di colori e striature diversi.
Il casting e il front row
Era da tempo che non si vedeva un momento così “normal people”. A sfilare non i soliti volti di chi, per professione, fa il modello, ma un'orda di persone di ogni età e genere che ha saputo portare in passerella la sua interpretazione dell'abito indossato. Tra i nomi anche Alana Ungaro (su Instagram lasner_) e Sandra Malecane. Più un front row in cui, ad applaudire e sostenere il designer, c'erano numerosi colleghi. Come Sabato De Sarno, di Gucci, Lorenzo Serafini, di Alberta Ferretti, Niccolò Pasqualetti, David Koma, ora anche direttore creativo di Blumarine, Adrian Appiolaza, di Moschino, Simone Bellotti, di Bally, e Veronica Leoni, da poco chiamata alla direzione artistica di Calvin Klein. Un messaggio, in entrambi i casi, di amore e verità, a richiamo di quell'eccesso di romanticismo portato in passerella da Magliano e da lui stesso definito «straordinario e gratuito».
Potere al free styling
Se ne è parlato spesso, in questa Fashion Week Uomo di Milano, di quanto sia sempre più importante vestirsi seguendo il proprio istinto, anche mescolando in libertà abiti dal guardaroba femminile e maschile. Lo stesso ha fatto Magliano, portando in scena una maglieria pratica quanto techno che, nel suo vestire, vede il capovolgimento come atto di rovesciare il valore degli strati. Le giacche in cotone a coste si abbiano a pantaloni mohair ruvidi, i capispalla in crepe de chine sono accostati alla laboriosità del velluto, e così via.
La necessità dell'ornamento e l'omaggio alla riviera romagnola
L'intera collezione era articolata da macro-gesti di styling, come pezzi di T-shirt annodati attorno alle giacche, layering di underwear - che riportano la nuova etichetta del brand Nudo by Magliano - camice al posto di top e cinture allacciate come fossero fiocchi alla vita semi-bassa di pantaloni sartoriali.
Ma sono gli accessori, come anche i dettagli, a rubare la scena: bite per i denti come mono orecchini, chiusure dei pantaloni come elementi da trekking, colletti in punto croce, medaglie olimpiche e fiche del casinò al posto dei charms, orsetti e macchinine come ricami di maglieria. I gioielli fungono da “reperti spiaggiati”, dai chocker come incrostati di salsedine ai bracciali insabbiati. Più una borsa speciale, nata dalla collaborazione con Medea - brand femminile e dalla sensibilità etica al contesto mediterraneo - qui vestita con slip in pile e cotone. E una T-shirt che riporta il logo dello storico club notturno del Cocoricò.
Il finale
Tutti i modelli sono stati chiamati a percorrere insieme la passerella di sabbia, che è omaggio del designer al lido di Spina, dove ha trascorso la sua infanzia, nel famoso contesto marittimo tra località sconfinate e serate di eccessi. La musica scelta è Dio quanto ti amo di Domenico Modugno, perché «nel cielo passano le nuvole che vanno verso il mare».
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