La tarantola che corre anche senza due zampe

C’è una tarantola nativa del Messico che anche senza due zampe mantiene velocità e stabilità di movimento.

La tarantola che corre anche senza due zampe
L'aracnofobia è una delle paure più diffuse, e tra le tante possibili motivazioni c'è il fatto che i ragni si muovono in una maniera "poco umana", scattando ad alta velocità e deambulando su un numero di zampe decisamente alto. Verrebbe da pensare che questa loro caratteristica sia intimamente legata al fatto che hanno, appunto, otto zampe, ma un nuovo studio pubblicato su bioRxiv (e ancora in attesa di peer review) suggerisce che ci sia almeno una specie di tarantola che non ha neanche bisogno del "set completo": anche quando perde due zampe, continua a muoversi con la stessa efficienza.. qua le zampe. La tarantola in questione appartiene alla specie Davus pentaloris, che in inglese è nota con il nome comune di "tarantola con il sedere tigrato del Guatemala", con riferimento a uno dei suoi due luoghi di origine (l'altro è il Messico) e all'aspetto del suo didietro. Lunga circa 5 cm, è famosa (almeno tra gli aracnofili) per la sua velocità di movimento e per il fatto che, quando perde una zampa, è in grado di farla ricrescere nel giro di uno o due mesi. Il team che ha condotto lo studio ha quindi deciso di filmare cinque esemplari prima della perdita di due zampe e durante il periodo di "ricrescita", nell'ipotesi che l'assenza di due arti avrebbe portato le tarantole a muoversi più lentamente e a cambiare anche il modo di deambulare.. Adattamento rapidissimo. In realtà, un'analisi dei video ha dimostrato esattamente il contrario: anche senza due zampe (quelle che sono state tolte sono quelle che vengono perse più spesso anche in natura), le tarantole si sono mosse alla loro solita velocità. Non subito, ovviamente: gli animali hanno avuto bisogno di un paio di giorni per adattarsi e modificare il loro portamento in modo da sfruttare sei zampe e non otto. Ma una volta abituate, le tarantole hanno ricominciato a vivere la loro solita vita, nella paziente attesa che gli arti mancanti ricrescessero. Secondo gli autori dello studio, la scoperta potrebbe anche essere applicata nell'ambito dello studio degli arti robotici, inventando macchine in grado di auto-correggere il proprio portamento in caso di danni al corpo..

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