Magari non ve lo ricordate – in fondo eravamo in pieno lockdown e con altre preoccupazioni per la testa – ma quattro anni fa vi raccontammo di una tremenda morìa di elefanti africani in Botswana, più di 350 esemplari deceduti nel giro di pochi giorni per cause al tempo misteriose.
Si era parlato di caccia grossa, di avvelenamento da cianuro, e solo ora, dopo quattro anni di studi, abbiamo una risposta definitiva, raccontata in uno studio pubblicato su Science of the Total Environment. La versione breve? Colpa delle "alghe" (poi vi spieghiamo le virgolette), e della crisi climatica.. Cosa c'entrano le alghe? Il team che ha condotto lo studio, una collaborazione tra ricercatori inglesi e del Botswana, ha incrociato un'enorme mole di dati satellitari per provare a ricostruire le cause della morìa di elefanti.
Questo perché tutte le ipotesi iniziali si sono rivelate errate: gli animali non avevano segni di bracconaggio (avevano ancora le zanne), né i loro corpi contenevano tracce di virus, batteri o veleni (si era ipotizzata l'antrace). Al tempo, le autorità locali avevano anche suggerito che si potesse trattare di un problema con le alghe, ma la loro ipotesi non venne presa sul serio, e anzi qualcuno malignava che fosse un modo per sollevarsi dalle proprie responsabilità.
. Non erano vere alghe… E invece, lo studio ha confermato quello che le autorità del Botswana ripetono da quattro anni. Le condizioni climatiche estreme della primavera del 2020, un anno particolarmente umido e piovoso, provocarono infatti un'esplosione di cianobatteri, noti anche come "alghe azzurre" (pur non essendo alghe ma, appunto, batteri), nei laghi e nelle pozze dove gli elefanti andavano ad abbeverarsi.
E poiché i cianobatteri possono produrre tossine molto potenti, i pachidermi morirono in massa. Nessuna responsabilità diretta dell'uomo, insomma, ma indiretta sì: se non avessimo "rotto" il clima, eventi di questo tipo sarebbero molto più rari, e non metterebbero a rischio la sopravvivenza di un'intera specie (che già non se la passa benissimo…)..