L'altro Heydrich che aiutava gli ebrei
AGI - Un anno di meno del potentissimo fratello, e un abisso nella gerarchia del Terzo Reich: lui appena tenente delle SS, l'altro generale e braccio destro di Heinrich Himmler. Heinz Heydrich nel 1942 aveva 37 anni e le mostrine di Obersturmführer-SS: secondo scalino da ufficiale, davvero niente per chi poteva vantare in famiglia il capo del Reichsicherheitshauptamt (Rsha), i servizi segreti nazisti. Il fratello Reinhard era stato da poco ucciso a Praga da un commando di paracadutisti cecoslovacchi addestrati in Inghilterra, dopo aver governato il Protettorato di Boemia e Moravia da signore assoluto e con spietatezza. Lì lo chiamavano “il boia di Praga” e “la belva bionda”, per Hitler era invece “l'uomo da cuore di ferro”. I paracadutisti avevano messo a segno il 27 maggio l'Operazione Anthropoid, così chiamata perché per loro e per la resistenza cecoslovacca Heydrich aveva solo le sembianze di un uomo e nessun senso di umanità: un antropoide, appunto. La vendetta nazista era stata fe
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AGI - Un anno di meno del potentissimo fratello, e un abisso nella gerarchia del Terzo Reich: lui appena tenente delle SS, l'altro generale e braccio destro di Heinrich Himmler. Heinz Heydrich nel 1942 aveva 37 anni e le mostrine di Obersturmführer-SS: secondo scalino da ufficiale, davvero niente per chi poteva vantare in famiglia il capo del Reichsicherheitshauptamt (Rsha), i servizi segreti nazisti. Il fratello Reinhard era stato da poco ucciso a Praga da un commando di paracadutisti cecoslovacchi addestrati in Inghilterra, dopo aver governato il Protettorato di Boemia e Moravia da signore assoluto e con spietatezza. Lì lo chiamavano “il boia di Praga” e “la belva bionda”, per Hitler era invece “l'uomo da cuore di ferro”. I paracadutisti avevano messo a segno il 27 maggio l'Operazione Anthropoid, così chiamata perché per loro e per la resistenza cecoslovacca Heydrich aveva solo le sembianze di un uomo e nessun senso di umanità: un antropoide, appunto. La vendetta nazista era stata feroce tanto quanto lo era stato lui in vita con le sue rappresaglie, il paese di Lidice venne raso al suolo e tutti gli abitanti maschi da 14 anni in su messi al muro, mentre i bambini e le donne erano stati deportati nei lager. Il 20 gennaio 1942 era stato Heydrich a convocare alcuni gerarchi in una villa a Wannsee, a Berlino, per una conferenza che aveva varato lo sterminio industriale di milioni di ebrei, undici quelli censiti e stimati in tutta Europa. Reinhard era la mente e l'artefice della Shoah, mentre Heinz semplicemente e dietro le quinte era giornalista, editore e stampatore di una rivista diffusa tra i soldati tedeschi e la popolazione civile, “Panzerfaust”, in qualità di membro della Panzerpropagandakompanie 697. Qualche giorno dopo la morte di Reinhard avvenuta il 4 giugno per un'infezione delle ferite riportate nell'attentato, Heinz aveva ricevuto un plico da parte delle SS contenente carte e documenti in possesso del fratello. L'apertura di quel pacco gli avrebbe cambiato la vita.
Le carte con le prove sui lager e sulla Shoah
Il giorno stesso aveva iniziato a consultare le carte nel suo studio di casa, e non era sceso neppure per la cena. La moglie Gertrud Werther, che aveva sposato nel 1931 ed era di famiglia italotedesca, l'indomani si accorse che aveva trascorso l'intera notte al tavolo di lavoro, e che aveva bruciato nel caminetto diverse carte. Heinz era sconvolto, il volto terreo, agitato per aver appreso di segreti inconfessabili. In quei documenti, superficialmente consegnati dalle autorità naziste (una leggerezza imperdonabile considerato che Heydrich era a capo del Rsha e che la Soluzione finale era coperta da segreto) erano riportate notizie certe sul sistema dei campi di concentramento e di stermino e pure sull'avvio della Shoah. Era stato il fratello a fare tutto questo.
Giornalista ed editore, semplice tenente delle SS
Gli Heydrich provenivano da una famiglia colta e agiata. Il padre Richard Bruno era un cantante d'opera, compositore e direttore di conservatorio. Lo stesso Reinhard suonava con perizia il violino, che alternava alla passione per la scherma, condivisa con Heinz. Un quintetto per pianoforte composto dal padre era stata l'ultima musica ascoltata da Heydrich prima di morire, in una serata di gala a Palazzo Wallenstein di Praga (oggi sede del Senato), con la moglie Lina Oster, il 26 maggio 1942. Se Reinhard era stato espulso dalla Marina con disonore e aveva trovato una rivalsa nelle SS grazie ai buoni uffici della moglie nazista convinta, sino a diventare il braccio destro di Himmler, Heinz non aveva avuto nessuna folgorante carriera: era un giornalista e faceva propaganda con l'uniforme delle SS.
Suicida con colpo di pistola alla testa per salvare la famiglia
Dopo aver appreso di chi fosse davvero il fratello, che il nazismo avrebbe onorato intitolandogli l'Operazione Reinhard, ovvero la costruzione dei primi tre campi di sterminio di Treblinka, Sobibór e Bełżec, Heinz Heydrich maturò la convinzione di dover fare qualcosa. E iniziò a stampare falsi documenti nella tipografia da dove uscivano le copie di “Panzerfaust”, da distribuire agli ebrei per cercare di sottrarli al loro destino. Non sappiamo quanti riuscirono realmente a sottrarsi alla Shoah; lo storico Robert Gerwarth ne documenta almeno due, con nomi e cognomi. Sappiamo invece che nel novembre del 1944 alcuni ufficiali della Procura si presentarono nella redazione della rivista per un'ispezione. Probabilmente cercavano notizie su anomalie nelle forniture di carta, in base a una denuncia per frode, ma per Heinz non c'erano dubbi che il vero scopo erano i documenti falsi che lui aveva stampato. Per evitare alla famiglia l'applicazione della spietata Sippenhaft, ovvero la punizione collettiva, prese la pistola e si sparò in testa, uccidendosi il 19 novembre. Alla figura paterna e a quella dello zio avrebbe dedicato un libro di ricordi (Ero il principe ereditario di Heydrich. Un'infanzia all'ombra del boia di Praga) il primo dei cinque figli di Heinz, Peter Thomas, che è stato cabarettista, chansonnier e attore abbastanza famoso in Germania. Il volume uscì postumo nel 2006.
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