L’arte dentro la radioterapia oncologica: un percorso emotivo per i pazienti

La radioterapia oncologica è una delle terapie più utilizzate per combattere il cancro, ma spesso può essere un’esperienza traumatica per i pazienti, specialmente per i più piccoli. Nel 2012, Irilli ha avviato un progetto artistico tutto italiano con l’obiettivo di trasformare i bunker di radioterapia in ambienti accoglienti e stimolanti.
Come nasce l’idea di portare la pittura nei bunker di radioterapia
L’idea è nata nel 2011, quando ho ricevuto una richiesta dal Policlinico Gemelli di Roma per decorare il corridoio del bunker di radioterapia dedicato ai piccoli pazienti. Mi sono subito reso conto che i pazienti, sia adulti che bambini, dovevano affrontare le terapie in ambienti sterili e poco accoglienti, tra pareti bianche o grigie. Ho avuto perciò l’idea di creare grandi pannellature che rappresentassero fondali marini con delfini e tartarughe, trasformando l’approccio tra medico e paziente e rendendo l’esperienza meno traumatica.
Al policlinico Gemelli nasce il progetto Ospedali dipinti
Il progetto si è evoluto ulteriormente, con la proposta di trasformare tutti i bunker della radioterapia oncologica del Policlinico Gemelli, ognuno con una tematica diversa che potesse abbracciare e far entrare i pazienti in un’altra dimensione. Le pareti e i soffitti sono stati interpretati in modo da creare un percorso emozionale, e tutte le opere sono state realizzate grazie al contributo di aziende, associazioni e campagne di raccolta fondi, senza costare un centesimo all’ospedale.
Il ruolo dell’arte nella radioterapia oncologica
L’importanza dell’arte nella radioterapia oncologica è evidente: non solo migliora l’ambiente in cui i pazienti ricevono le cure, ma contribuisce anche a ridurre lo stress e l’ansia, favorendo un approccio più positivo alla terapia. I bambini, in particolare, trovano conforto e distrazione nelle immagini colorate e stimolanti, chiedendo persino ai genitori di tornare nell'”acquario dell’ospedale”.
Stop all’anestesia
Quando un bambino deve affrontare la radioterapia, deve entrare in una sala di oltre 150 mq, attraversare un corridoio che lo porterà all’acceleratore che dovrà intervenire con grande precisione sulle cellule tumorali e che, di conseguenza, richiederà la sua totale immobilità. Per un bambino stare fermo è molto difficile e purtroppo i medici in passato erano costretti ad addormentare il bambino con l’anestesia. Ora grazie ai miei dipinti, coricandosi sul lettino e chiudendo gli occhi, i piccoli pazienti immaginano che i delfini e le tartarughe nella sala buia stiano nuotando intorno a lui e lo stiano incoraggiando. Il risultato? Grazie all’opera per molti bambini, anche di 3 anni, non è stata più necessaria l’anestesia! Quando i medici dopo il primo anno di trattamento mi hanno comunicato questo dato, mi sono commosso. L’opera era andata oltre qualsiasi aspettativa.
Come nasce l’opera
Questo è un aspetto su cui ho sviluppato una ricerca tecnico-artistica per una realizzazione rapida, pulita e conforme a tutte le normative ospedaliere. Parliamo di centinaia di mq che ogni volta devono essere allestiti. Se dovessi dipingere in loco l’opera occorrerebbero settimane di lavoro, bisognerebbe creare un cantiere e chiudere il reparto creando un grande disagio. Quindi adotto una procedura innovativa e come farebbe un sarto nel prendere le misure alla persona per realizzare un vestito su misura, io prendo le misure dettagliate degli spazi e realizzo tutta l’opera in studio, la stampo su prodotti certificati in classe1 e quando arriviamo in reparto avviene una piccola magia: in due o tre giornate oltre 200 mq di pareti e soffitti vengono trasformati con il massimo ordine e pulizia, senza sporcare gli ambienti con grande sorpresa dei medici.
Il primo bunker Aquarius al Gemelli
«Ho conosciuto Silvio nel 2012 quando eravamo alla ricerca di un artista capace di rendere le nostre sale di trattamento più accoglienti, soprattutto per i bambini. Silvio, attraverso le sue opere, riesce a colorare di speranza e di sollievo momenti che altrimenti sarebbero grigi nel complesso percorso della malattia oncologica. Immagini e colori che accolgono i nostri cari pazienti e facilitano il nascere di relazioni profonde che vanno ad affiancarsi alle avanzate innovazioni tecnologiche che caratterizzano la moderna oncologia». Il commento del Dott. Luca Tagliaferri Oncologo Radioterapista, Responsabile UOS di Radioterapia Interventistica Gemelli ART (Advanced Radiation Therapy) – Interventional Oncology Center (IOC) Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
Una testimonial d’eccezione
Il bunker di Radioterapia di Salerno è diventato un grande acquario con i dipinti che hanno decorato in modo integrale oltre 200 mq di superficie murale. Una grande opera resa possibile grazie alla donazione dell’ Associazione OPEN ODV di Salerno in collaborazione e il sostegno con l’Associazione Trenta Ore per la Vita. Inaugurato con una testimonial d’eccezione: Lorella Cuccarini, il bunker dove è alloggiato l’acceleratore lineare, oggi è decorato come un grande acquario. «Tutte queste decorazioni servono ad “umanizzare” degli ambienti nucleari e a rendere accettabile il periodo delle cure radioterapiche, che può durare anche due mesi consecutivi – ha dichiarato il Dott. Davide Di Gennaro (Dir. Radioterapia Pediatrica Ospedale di Salerno) -. Per un bambino entrare in un bunker di radioterapia può essere una esperienza traumatica; immergersi nel “bunker acquario” è invece un gioco e aiuta a superare le sensazioni di paura del piccolo paziente».
Le reazioni dei bambini
Ogni bambino reagisce in maniera diversa: la prima volta prevale la sensazione di stupore poi successivamente si ambienta ed ognuno dei piccoli pazienti si “sceglie un amico speciale” che lo protegge durante tutto il suo percorso di cura. C’è chi ama la tartaruga all’ingresso del bunker, chi sceglie Nemo, chi il cavalluccio marino e chi il delfino che lo guarda dall’alto mentre è sdraiato sul lettino di trattamento. Tutto ciò aumenta la compliance del trattamento. Nel bunker il bambino durante la radioterapia deve restare solo e assolutamente fermo, spesso con una maschera di immobilizzazione sul viso, questa diventa per il bambino una maschera subacquea per vedere meglio l’ambiente sottomarino. «Questo ambiente colorato di un celeste acceso aiuta anche i pazienti adulti che affrontano il loro percorso di cura con meno ansia e più serenità» fa notare il Dott. Giuseppe Scimone, Resp. Radioterapia Pediatrica Ospedale di Salerno.
L’arte favorisce le relazioni
L’arte favorisce la comunicazione e l‘interazione tra pazienti e operatori sanitari. Le opere d’arte diventano un punto di conversazione e un mezzo per esprimere emozioni e sentimenti. Questo può migliorare il rapporto tra pazienti e personale medico, creando un ambiente di cura più empatico e umano.
Testimonianze dei pazienti
Le testimonianze dei pazienti sono una prova tangibile dell’efficacia di questo approccio. Clara, una bambina di 5 anni, ha detto: «Mamma non chiamarlo ‘Ospedale’, io qui mi diverto e sto bene». Aurora, di 9 anni, ha condiviso: «Insieme abbiamo sconfitto un mostro gigante che si chiama paura, e a tutti coloro che pensavano che non ce l’avremmo fatta, dobbiamo essere qui per dire: l’ho fatto, l’ho sconfitto!». Ivan, di 13 anni, ha espresso la sua gratitudine: «Vorrei ringraziare tutti coloro che mi aiutano e mi stanno accanto. Spero che tutti i bambini malati del mondo possano essere aiutati come me. Grazie mille!!!». Livia, di 16 anni, ha detto: «Nonostante tutto mi avete fatto ridere!». La mamma di Eveline, di 4 anni, ha aggiunto: «Siete stati la migliore medicina per le nostre anime, per sempre grata».
Perché l’arte può fare la differenza
In conclusione, l’arte nella radioterapia oncologica non è solo una decorazione, ma un vero e proprio strumento terapeutico. I pazienti possono affrontare la terapia con speranza e coraggio, trasformando un’esperienza difficile in un viaggio di guarigione. L’arte dentro la radioterapia oncologica rappresenta un’importante innovazione che migliora la qualità della vita dei pazienti, rendendo l’esperienza terapeutica meno traumatica e più umana e aiuta a vincere la paura e a trovare conforto.
A cura di Silvio Irilli, artista e fondatore di Ospedali Dipinti
L’artista degli ospedali
L'articolo L’arte dentro la radioterapia oncologica: un percorso emotivo per i pazienti proviene da Quotidiano della salute.
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