Le celebrazioni di Carruccio, pioniere della biodiversità
AGI - Un pioniere degli studi sulla biodiversità 'ante litteram' che si faceva consegnare dalle navi militari le collezioni raccolte navigando per il mondo, fondatore della Società Zoologica Italiana e del ricchissimo Museo di Zoologia di Roma: Antonio Carruccio, il naturalista sardo morto poco più di un secolo fa, nel 1923, viene celebrato da due zoologi romani, Spartaco Gippoliti e Corrado Battisti, in un articolo pubblicato sulla rivista internazionale 'Natural History Collections and Museomics'. L'articolo si incentra sul "primo programma di ricerca ornitologica basato su campioni a Roma" lanciato da Carruccio durante il suo trentennio di attività come direttore dell'Istituto di Zoologia dell'Università di Roma, dal 1883 al 1914. "Carruccio aveva capito di avere bisogno di una base sociale ampia per portare il Museo di Zoologia dell'Università di Roma, e più in generale gli studi zoologici, ad un livello degno di una capitale", spiega Spartaco Gippoliti della Società Italiana per

AGI - Un pioniere degli studi sulla biodiversità 'ante litteram' che si faceva consegnare dalle navi militari le collezioni raccolte navigando per il mondo, fondatore della Società Zoologica Italiana e del ricchissimo Museo di Zoologia di Roma: Antonio Carruccio, il naturalista sardo morto poco più di un secolo fa, nel 1923, viene celebrato da due zoologi romani, Spartaco Gippoliti e Corrado Battisti, in un articolo pubblicato sulla rivista internazionale 'Natural History Collections and Museomics'.
L'articolo si incentra sul "primo programma di ricerca ornitologica basato su campioni a Roma" lanciato da Carruccio durante il suo trentennio di attività come direttore dell'Istituto di Zoologia dell'Università di Roma, dal 1883 al 1914. "Carruccio aveva capito di avere bisogno di una base sociale ampia per portare il Museo di Zoologia dell'Università di Roma, e più in generale gli studi zoologici, ad un livello degno di una capitale", spiega Spartaco Gippoliti della Società Italiana per la Storia della Fauna, "in qualche maniera anticipando quella che oggi viene chiamata 'citizen science'".
Un'altra linea di azione fu il contatto con i ministeri per ricevere le collezioni zoologiche della Marina militare, provenienti anche dall'Africa, dall'America centrale, dal Giappone: in poco più di un decennio i soli vertebrati erano passati da meno di 3.000 esemplari a 10.000. Un viaggio in Gran Bretagna nel 1881 aveva permesso a Carruccio di approfondire le sue conoscenze sugli studi medici e naturalistici.
Tra le sue intuizioni ci fu quella di incentrare l'attenzione sullo studio faunistico della Provincia di Roma creando un'apposita collezione. Nel 1900 fondò la Società Zoologica Italiana di cui Vittorio Emanuele III, appassionato zoologo, accettò la presidenza onoraria. "Mi ha colpito", sottolinea ancora Gippoliti, "l'episodio da lui stesso annotato di quando, saputo della morte dell'Ammiraglio Carlo De Amezaga, chiese alla vedova il dono di alcuni esemplari di uccelli del paradiso che erano rimasti presso di lui a ricordo della circumnavigazione intorno al mondo della pirocorvetta della Regia Marina 'Caracciolo'".
Dopo il suo pensionamento nel 1914 le ingenti collezioni da lui assemblate rischiavano di cadere nell'oblio ma alcuni suoi allievi, tra cui Giulio Alessandrini e Giuseppe Lepri, nel 1932 crearono il Museo civico di Zoologia all'interno del Giardino Zoologico, ingrandito negli anni successivi. Oggi, sottolineano gli autori dell'articolo, se il Comune di Roma si trova a gestire un 'Archivio della biodiversita' del Lazio' di rilievo internazionale, il merito è del medico naturalista cagliaritano. L'impegno della città nel campo della biodiversità, avvertono i due studiosi, non può prescindere dal potenziamento del Museo zoologico in particolare nella curatela scientifica delle sue ingenti collezioni.
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