Le kei car elettriche potrebbero essere la salvezza dei costruttori europei
Delle piccole kei car a propulsione elettrica simili alle compatte Giapponesi potrebbero essere un vantaggio per i costruttori europei. Lo spiega uno studio.
Secondo uno studio risalente allo scorso ottobre, l'industria dell'automobile europea potrebbe trarre vantaggio dall'introduzione di una nuova (alle nostre latitudini) tipologia di vetture come le kei car completamente elettriche. Le kei car, note forse agli appassionati e agli addetti ai lavori ma probabilmente sconosciute ai più, sono vetture di dimensioni compatte caratterizzate da motori di cilindrata ridotta e dai costi di gestione estremamente bassi. Questo genere di veicoli è molto popolare in Giappone, dove risultano sistematicamente ai primi posti delle classifiche delle vendite come succede per la Honda N-Box. La loro popolarità travalica in realtà i confini nazionali e questo tipo di vetturette viene apprezzato infatti anche in altri mercati asiatici, come ad esempio in Corea del Sud.
Le kei car sono generalmente contraddistinte da una lunghezza non superiore ai 3,4 metri e sono larghe meno di 1,5 metri. Il motore termico non supera i 660 centimetri cubi, mentre la potenza non va oltre i 64 cavalli. Si tratta di modelli che godono poi di una serie di agevolazioni, sia economiche che pratiche, che ne rendono conveniente l'acquisto a chi non ha particolari esigenze e usa l'auto per muoversi esclusivamente in città.
Secondo lo studio, che è stato portato all'attenzione da Automotive News Europe, i costruttori occidentali potrebbero trarre parecchi benefici dall'introduzione sul mercato di nuove kei car elettriche pensate per coprire il vuoto esistente tra le microcar come la Fiat Topolino o la Citroen Ami e le auto elettriche vere e proprie.
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