Libia: il governo di Bengasi presenta il bilancio unificato, possibile tensione con Tripoli

Il primo ministro del governo orientale della Libia, Osama Hammad, ha consegnato ieri al presidente della Camera dei rappresentanti, Aguila Saleh, il progetto di legge di bilancio generale unificato “per l’intero territorio nazionale” relativo all’esercizio finanziario 2025. Lo rende noto il centro media del Parlamento con sede a Tobruk, precisando che il valore complessivo della proposta ammonta a oltre 174,1 miliardi di dinari libici (circa 27,5 miliardi di euro), destinati a coprire le spese pubbliche in tutti i settori dello Stato “senza eccezioni”.
L’incontro tra Hamad e Saleh si è svolto presso l’ufficio del presidente della Camera nella città di Al Qubba, in Cirenaica. “Questa proposta mira a rafforzare i principi di trasparenza nella spesa pubblica, razionalizzare gli investimenti e definire un quadro chiaro per l’azione della Banca centrale della Libia nel rispetto delle leggi finanziarie”, si legge nel comunicato ufficiale. Il progetto sarà presto sottoposto all’esame dei deputati in una sessione parlamentare ufficiale, alla quale prenderanno parte anche rappresentanti della Banca centrale.
L’annuncio del bilancio unificato giunge in un contesto politico e finanziario estremamente complesso. Attualmente, la Libia è divisa tra due governi concorrenti: quello con sede a Tripoli guidato da Abdulhamid Dabaiba, riconosciuto a livello internazionale, e quello di Bengasi, sostenuto dalla Camera dei rappresentanti, ma privo di riconoscimento internazionale. La proposta di una legge di bilancio valida per tutto il territorio nazionale, avanzata da un esecutivo non riconosciuto, potrebbe quindi sollevare obiezioni da parte dell’esecutivo occidentale, che controlla l’accesso alla maggior parte delle risorse statali, inclusi i proventi petroliferi.
Secondo dati pubblicati il 6 aprile scorso dalla Banca centrale libica, la spesa pubblica “doppia” da parte dei due governi ha aggravato il divario tra domanda e offerta di valuta estera, contribuendo alla volatilità del tasso di cambio e all’indebolimento del dinaro. Nel solo 2024, la spesa cumulativa ha raggiunto i 224 miliardi di dinari (oltre 35 miliardi di euro), suddivisa in 123 miliardi spesi dal governo Dbeibah, 42 miliardi per il meccanismo di compensazione del greggio e 59 miliardi spesi dal governo Hamad, a fronte di entrate petrolifere e fiscali pari a 136 miliardi di dinari. La Banca centrale ha inoltre stimato che, in assenza di una manovra unificata e con un ritmo di spesa analogo a quello dell’anno scorso, il debito pubblico supererà i 330 miliardi di dinari (oltre 52 miliardi di euro) entro la fine del 2025.
La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha più volte ribadito la necessità di concordare una legge di bilancio unitaria, sottolineando l’importanza di una gestione finanziaria trasparente e dell’indipendenza degli organi di controllo. “L’adozione di un bilancio nazionale condiviso è essenziale per rafforzare l’integrità della governance e rispondere ai bisogni urgenti dei cittadini”, ha dichiarato l’Unsmil, offrendo il proprio supporto alle trattative in corso. In assenza di una reale intesa tra le due amministrazioni rivali, la presentazione del bilancio unificato da parte di Osama Hammad rischia di rappresentare più una mossa politica che un passo concreto verso l’unificazione istituzionale.
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