L'omelia (scritta) di Papa Francesco: "Solo il perdono aiuta un mondo dilaniato da odio e guerre"
AGI - "Un mondo dove per gli avversari c'è solo odio è un mondo senza speranza, senza futuro, destinato a essere dilaniato da guerre, divisioni e vendette senza fine, come purtroppo vediamo anche oggi, a tanti livelli e in varie parti del mondo. Perdonare, allora, vuol dire preparare al futuro una casa accogliente, sicura, in noi e nelle nostre comunità". Così Papa Francesco nell'omelia - letta da monsignor Rino Fisichella - della messa in San Pietro in occasione del Giubileo dei Diaconi. Il Pontefice sottolinea tre aspetti del diaconato: il perdono, il servizio disinteressato e la comunione. " Per crescere insieme, condividendo luci e ombre, successi e fallimenti gli uni degli altri, è necessario saper perdonare e chiedere perdono, riallacciando relazioni e non escludendo dal nostro amore nemmeno chi ci colpisce e tradisce", scrive Bergoglio. E il diacono, investito in prima persona "di un ministero che lo porta verso le periferie del mondo, si impegna a vedere - e a insegnare agli a
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AGI - "Un mondo dove per gli avversari c'è solo odio è un mondo senza speranza, senza futuro, destinato a essere dilaniato da guerre, divisioni e vendette senza fine, come purtroppo vediamo anche oggi, a tanti livelli e in varie parti del mondo. Perdonare, allora, vuol dire preparare al futuro una casa accogliente, sicura, in noi e nelle nostre comunità". Così Papa Francesco nell'omelia - letta da monsignor Rino Fisichella - della messa in San Pietro in occasione del Giubileo dei Diaconi. Il Pontefice sottolinea tre aspetti del diaconato: il perdono, il servizio disinteressato e la comunione. "
Per crescere insieme, condividendo luci e ombre, successi e fallimenti gli uni degli altri, è necessario saper perdonare e chiedere perdono, riallacciando relazioni e non escludendo dal nostro amore nemmeno chi ci colpisce e tradisce", scrive Bergoglio. E il diacono, investito in prima persona "di un ministero che lo porta verso le periferie del mondo, si impegna a vedere - e a insegnare agli altri a vedere - in tutti, anche in chi sbaglia e fa soffrire, una sorella e un fratello feriti nell'anima, e perciò bisognosi più di chiunque di riconciliazione, di guida e di aiuto".
E nel testo il Pontefice, rivolgendosi ai "fratelli Diaconi" - 23 quelli che hanno ricevuto il Ministero - li esorta a svolgere "il lavoro gratuito" accompagnandolo "il più possibile con un sorriso, senza lamentarvi e senza cercare riconoscimenti, gli uni a sostegno degli altri, anche nei rapporti con i Vescovi e i presbiteri". "Il vostro agire concorde e generoso - precisa - sarà così un ponte che unisce l'Altare alla strada, l'Eucaristia alla vita quotidiana delle persone; la carità sarà la vostra liturgia più bella e la liturgia il vostro più umile servizio". Infine il Papa chiede al diacono "la gratuità come fonte di comunione. Dare senza chiedere nulla in cambio unisce, crea legami, perché esprime e alimenta uno stare insieme che non ha altro fine se non il dono di sè e il bene delle persone".
"È così che si costruisce la comunione: dicendo al fratello e alla sorella, colle parole, ma soprattutto coi fatti, personalmente e come comunità: 'per noi tu sei importante', 'ti vogliamo benè, 'ti vogliamo partecipe del nostro cammino e della nostra vita'. Questo fate voi: mariti, padri e nonni pronti, nel servizio, ad allargare le vostre famiglie a chi è nel bisogno, là dove vivete. Così la vostra missione, che vi prende dalla società per immettervi nuovamente in essa e renderla sempre piu' un luogo accogliente e aperto a tutti, è una delle espressioni più belle di una Chiesa sinodale e 'in uscita". "Apostoli di perdono, servitori disinteressati dei fratelli e costruttori di comunione" sono i diaconi nella gratuità, conclude il Papa.
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