Lotta alla pirateria, sentenza storica: Cloudflare deve fornire i dati degli utenti
Il Tribunale di Milano, con l’ordinanza n. 1912 del 17 ottobre 2024, recentemente resa nota, ha accolto integralmente il reclamo presentato dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A (LNPA)...
Il Tribunale di Milano, con l’ordinanza n. 1912 del 17 ottobre 2024, recentemente resa nota, ha accolto integralmente il reclamo presentato dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A (LNPA) contro Cloudflare Inc.. Il provvedimento impone al provider statunitense di cessare la fornitura di servizi a siti pirata e di comunicare i dati relativi a clienti e utenti coinvolti nella diffusione di contenuti illeciti. La sentenza, considerata un’importante tappa nella lotta alla pirateria digitale, conferma il ruolo di Cloudflare come intermediario tecnologico utilizzato per aggirare i blocchi istituzionali.
LE DISPOSIZIONI DEL TRIBUNALE
Secondo quanto riportato in un comunicato dello Studio Previti, il Tribunale, con un collegio composto dalla dottoressa Silvia Giani, dalla dottoressa Lorena Casiraghi e dal dottor Vincenzo Carnì, ha imposto a Cloudflare di:
- Inibire la risoluzione DNS e l’instradamento del traffico verso indirizzi IP già bloccati dall’AGCOM tramite il sistema Piracy Shield.
- Interrompere la fornitura di servizi CDN, DNS autoritativo e reverse proxy utilizzati dai siti pirata per trasmettere contenuti illeciti.
- Adottare misure tecnologiche e organizzative per rendere inaccessibili agli utenti finali i contenuti illeciti.
- Comunicare i dati e le informazioni relativi agli account e agli utenti responsabili delle attività illegali, inclusi i file di log delle connessioni, gli indirizzi IP, la durata delle sessioni e il traffico generato.
In caso di mancato rispetto di queste disposizioni, Cloudflare dovrà pagare una penale di 10.000 euro al giorno.
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