Louvre Couture: la prima mostra del Louvre dedicata alla moda

Louvre Couture: la prima mostra del museo parigino dedicata alla moda Oltre...

Louvre Couture: la prima mostra del Louvre dedicata alla moda

Louvre Couture: la prima mostra del museo parigino dedicata alla moda

Oltre 60 look, una quarantina di accessori, 45 maison, 9mila metri quadrati. Il tutto in un’unica, innovativa mostra al Museo del Louvre, nella quale la moda viene presentata attraverso un percorso cronologico calibrato sulla sensibilità del nostro tempo. «Tutti i creatori contemporanei sono al Louvre: scrittori, coreografi, pittori, fotografi, cineasti... Perché non parlare del rapporto che gli stilisti hanno con il museo?», si chiede Olivier Gabet, conservatore generale del Patrimonio francese, direttore del Dipartimento delle arti decorative dell’istituzione museale parigina e curatore della mostra Louvre Couture. Objets d’art, objets de mode, visitabile fino al 21 luglio 2025.

LOUVRE COUTURE Givenchy © Musée du Louvre  Nicolas Bousser
LOUVRE COUTURE Givenchy © Musée du Louvre - Nicolas Bousser
LOUVRE COUTURE Chanel 2 © Musée du Louvre  Nicolas Bousser
LOUVRE COUTURE, Chanel 2 © Musée du Louvre - Nicolas Bousser
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Prima, le gemme preziose di Bisanzio e del Medioevo, poi le armature finemente cesellate e i ricchi arazzi del Rinascimento. Infine gli splendori abbacinanti dell’epoca del Re Sole, e gli abiti del XVIII e XIX secolo, talora classici, talora esuberanti. Il tutto riecheggiato dalle creazioni di Christian Dior o di Iris van Herpen. «Il Louvre incarna l’idea stessa di museo», dice Gabet. «Le sue collezioni alimentano citazioni molto precise, persino ossessioni da parte di certi stilisti. A volte si tratta solo di un determinato periodo, o di un repertorio specifico, come le armature o gli arazzi medievali. Si pensi a Marine Serre o Jean-Charles de Castelbajac». Osservare i moodboard degli stilisti è come fare un tour virtuale delle sale del Louvre, tra elementi decorativi e tesori di regale magnificenza. I modelli richiamano ora il profilo di un mobile d’epoca, ora il colore di un antico tessuto, ora il modo di cadere di un abito storico... «Con il suo interesse per i materiali e l’artigianato, la moda contemporanea è profondamente influenzata dalle collezioni di questo dipartimento, testimonianza della perizia esecutiva umana fra il V secolo e i giorni nostri», dice Gabet.

Costruire un percorso attraverso il cuore del museo, seguendone il paradigma tessile piuttosto che allineando look dopo look: ecco l’idea da cui è partito il curatore. «Gli oggetti d’arte non sono lì per essere illustrazioni di moda, e la moda non deve essere un pretesto», spiega. «Non volevo che la mostra fosse allestita in uno spazio separato, ma che fosse in stretto dialogo con le opere. Per i visitatori può anche essere un’occasione per esplorare le collezioni del Louvre in modo diverso». Il museo, va ricordato, si trova all’interno di un antico palazzo appartenuto ai re di Francia e presenta elementi architettonici e decorativi che vanno dal Rinascimento al Secondo Impero.

LOUVRE COUTURE Chanel 1 © Musée du Louvre  Nicolas Bousser
LOUVRE COUTURE Chanel 1 © Musée du Louvre - Nicolas Bousser
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LOUVRE COUTURE Dior © Musée du Louvre  Nicolas Bousser
LOUVRE COUTURE Dior © Musée du Louvre - Nicolas Bousser

I continui scambi tra arte e moda

Gli stilisti sono, non di rado, essi stessi dei collezionisti. Madame Carven ha donato 300 oggetti al Louvre, così come Jacques Doucet e Yves Saint Laurent. Ricordando il fatto che per molto tempo i couturier sono stati considerati poco più che fornitori, Gabet fa notare che «la loro emancipazione è avvenuta in parte attraverso il loro stile di vita: il fatto di collezionare, di sostenere gli artisti, di acquistare oggetti d’antiquariato. Un aspetto eclatante, in particolare, nel caso di Lanvin, Coco Chanel e Paul Poiret. È interessante interrogarsi sulla sensibilità di uno stilista che non si limita a ispirarsi alle opere d’arte, ma vive con esse». Alla domanda su quali scambi tra arte e moda lo abbiano maggiormente emozionato durante l’allestimento di Louvre Couture, Gabet cita John Galliano, Louise Trotter e, naturalmente, Karl Lagerfeld, «perché c’è qualcosa di unico e insuperabile nella sua capacità di metabolizzare la storia delle collezioni del Louvre e delle opere d’arte, senza doverci nemmeno pensare. È sconcertante osservare i pezzi da lui creati per Chloé negli anni ‘60, per Chanel nei ’90, o la sua ultima collezione haute couture... Non ha mai fatto due volte la stessa cosa». Ed è proprio da tale incessante ricerca creativa che nasce questa affascinante mostra.

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