Luca de Meo - "Con le multe per le emissioni l'Europa si spara sui piedi"

Luca de Meo, nella sua veste di presidente dell'Acea, torna a lanciare preoccupanti allarmi sul futuro dell'industria automobilistica europea e sull'impatto delle politiche comunitarie. "Penso che nessun produttore metta in discussione la direzione della decarbonizzazione nel settore trasporti: non c'è nessuno nel settore automobilistico che sta cercando di negare la necessità della decarbonizzazione. Il problema è il percorso e il modo per arrivarci. Ci arriviamo con il contributo di tutti, non solo mettendo l'onere sulle case produttrici con le multe e le scadenze, perché non funziona. O funziona nel senso che dovremo bloccare molte risorse a breve termine per pagare le multe. Con le sanzioni l'Europa si spara sui piedi.  Serve flessibilità. "Lo ripetiamo da ormai due anni - ha proseguito de Meo -  dobbiamo passare dal pensare solo in termini di scadenze e multe alla capacità di definire un approccio robusto, una strategia con flessibilità, che ci consenta di gestire la transizione e

Luca de Meo - "Con le multe per le emissioni l'Europa si spara sui piedi"

Luca de Meo, nella sua veste di presidente dell'Acea, torna a lanciare preoccupanti allarmi sul futuro dell'industria automobilistica europea e sull'impatto delle politiche comunitarie. "Penso che nessun produttore metta in discussione la direzione della decarbonizzazione nel settore trasporti: non c'è nessuno nel settore automobilistico che sta cercando di negare la necessità della decarbonizzazione. Il problema è il percorso e il modo per arrivarci. Ci arriviamo con il contributo di tutti, non solo mettendo l'onere sulle case produttrici con le multe e le scadenze, perché non funziona. O funziona nel senso che dovremo bloccare molte risorse a breve termine per pagare le multe. Con le sanzioni l'Europa si spara sui piedi.  

Serve flessibilità. "Lo ripetiamo da ormai due anni - ha proseguito de Meo -  dobbiamo passare dal pensare solo in termini di scadenze e multe alla capacità di definire un approccio robusto, una strategia con flessibilità, che ci consenta di gestire la transizione e di adattarci costantemente al gioco". Un altro avvertimento riguarda il mancato ascolto delle istanze del settore ai piani alti delle istituzioni comunitarie: "Non voglio continuare a ripetere tutti i numeri, ma l'auto è ancora un settore molto rilevante. In realtà, una parte del problema deriva dal fatto che l'industria automobilistica non è stata più ascoltata per molti, molti anni. Quindi quello diciamo oggi è di coinvolgerci, perché abbiamo idee molto concrete su come realizzare il piano per l'industria dell'automotive. Anche perché noi siamo quelli che ci mettono i soldi. Tutti scrivono, fanno dichiarazioni. Ma siamo noi a metterci i soldi, la faccia e il collo e quindi meritiamo la possibilità di essere al tavolo per costruire un piano".

Il futuro elettrico. De Meo, che ha ribadito la necessità di un approccio alla transizione improntato alla neutralità tecnologica e di intervenire con urgenza sulla questione delle multe ("Non voglio parlare degli obiettivi 2035 per le auto, la mia priorità sono gli obiettivi del 2025, perché il rischio è pagare 15 miliardi di multe. Di quello che succederà fra dieci anni parleremo poi, ora dobbiamo risolvere questo che è la priorità), ha quindi parlato dell'elettrico: "Non so dove andrà a finire fra dieci anni ma di sicuro quella dell'auto elettrica sarà una tecnologia dominante perché, soprattutto in alcuni segmenti, ha senso per il consumatore". "Non possiamo rifiutare il progresso", ha aggiunto. "Non possiamo chiudere completamente il mercato, perché altrimenti se vogliamo aspettare ci sveglieremo tra 10 anni e ci renderemo conto che il mondo è andato avanti e che l'Europa avrà perso il treno degli investimenti in software, semiconduttori, auto elettriche e tutte queste cose". Tuttavia, a suo avviso, c'è "bisogno di un po' di flessibilità nel sistema per far andare le cose come vanno in un'azienda: facciamo un piano decennale, poi facciamo un piano a medio termine, da tre a cinque anni, e poi facciamo un budget ogni anno". 

Il richiamo alle auto piccole. De Meo, per il quale il recente rientro di Stellantis nell'Acea rappresenta un "segnale molto forte", ha quindi affrontato il tema dei prezzi troppo alti delle vetture: "Gli europei non possono più permettersi di comprare auto nuove: il mercato è del 25% al di sotto delle serie storiche.  un segnale non che non siano interessati nelle macchine, perché le auto usate le comprano. Il problema in Europa è il mercato delle auto nuove. Dobbiamo trovare un modo per rendere il mercato  europeo di nuovo dinamico". Per esempio, con "regole che permettano alle auto di essere più convenienti" e ai costruttori di produrre e vendere con profitto "auto piccole". "Questa è una delle mie battaglie preferite, non solo perché sono il ceo della Renault, ma perché un'auto piccola ha per definizione un impatto minore: c'è meno plastica, meno acciaio, eccetera. La mobilità di massa in Europa è stata creata con auto come la Fiat 500, la R4, la Due Cavalli, non con auto grandi. Dobbiamo tornare ai tempi in cui possiamo dare alle persone un'auto che si possono permettere", ha concluso de Meo. 

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