L’uscita di GTA 6 sarà un successo e sarà questo il problema

Aprile 11, 2025 - 18:00
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L’uscita di GTA 6 sarà un successo e sarà questo il problema

Uscita di GTA 6L'uscita di GTA 6 sarà senza dubbio un evento epocale, non solo per la comunità videoludica, ma per l'intero panorama dell'intrattenimento digitale. Dopo oltre un decennio di attesa, ci apprestiamo finalmente ad accogliere quello che molto probabilmente sarà il GTA definito: il non plus ultra dei tripla A, in grado, forse, di rivoluzionare un settore sempre più in affanno. Ma siamo sicuri che l'uscita di GTA 6 sia davvero un bene per l'industria? Al di là dell'eccellenza tecnica che ci si aspetta, di una direzione artistica magistrale e di una storia singleplayer memorabile... cosa resterà una volta raggiunto l'epilogo, dopo quelle 100 ore di emozione pura cosa rimarrà davvero? Ma soprattutto: vi siete mai chiesti se l'elevato standard qualitativo imposto dal sesto capitolo della saga potrebbe avere l'effetto opposto? Se, anziché, alzare l'asticella, finisse per schiacciarla del tutto? È possibile che una grandissima parte delle IP più amate non riescano a sopportare il peso del confronto e scompaiano per sempre, travolte da un capolavoro tanto mastodontico quanto isolante. In questo editoriale proveremo ad approfondire un aspetto che tutti sembrerebbero trascurare, accecati da un'onda di hype senza precedenti. [caption id="attachment_1092528" align="aligncenter" width="1024"]uscita di GTA 6 Il mercato dei tripla A è destinato all'estinzione?[/caption]

L'uscita di GTA 6 decreterà la fine del settore videoludico?

Ok, per capire meglio a cosa mi riferisco dobbiamo fare un passo indietro. Torniamo al 2018, un anno considerato da (quasi) tutti come una delle vette assolute dell'industria videoludica. È l'anno del reboot di God of War, dell'arrivo su PlayStation di Marvel Spider-Man targato Insomniac Games, della sorpresa firmata Hazelight Studios con A Way Out e, soprattutto, del colosso di Rockstar Games: Red Dead Redemption 2. Un anno davvero memorabile per noi videogiocatori, ricco di esperienze che hanno segnato un'intera generazione, dando vita a ricordi indelebili. Eppure, ora, ne stiamo pagando le conseguenze. Conseguenze che si traducono in un'intera generazione videoludica costruita su remaster e remake, da titoli dai prezzi esorbitanti che presto potrebbero raggiungere la soglia dei 100 euro per una copia al Day One. Il concetto stesso di Remake come strumento necessario per finanziare nuovi titoli Tripla A, sempre più mastodontici sul piano tecnico, ma spesso vuoti sul lato creativo. Opere visivamente incredibili (nemmeno tanto in realtà), ma incapaci di lasciare veramente il segno. E nel frattempo, l'originalità vera muore soffocata sotto il peso delle nostre aspettative e del marketing. Negli ultimi sette anni sono usciti centinaia di titoli, ma nessuno sembra riuscire a replicare l'incredibile magia creata dai giochi del 2018 e degli anni precedenti. Call of Duty rischia di rimanere soffocata dalla sua creazione più di successo, Warzone. Cyberpunk 2077 con 8 anni di sviluppo si è rivelato un disastro su ogni fronte, nel tentativo di surclassare GTA V, mentre The Last of Us Parte II, il titolo più atteso della scorsa generazione, non è riuscito a replicare l'incredibile accoglienza del primo titolo. E poi c'è Ubisoft, una volta pilastro del settore videoludico, ora sull'orlo del fallimento dopo 3 generazioni di successi.  I giochi costano sempre di più, le console hanno tasti fisici attivabili solo su abbonamento e il dubbio che rimane è: dove ci porterà tutto questo? In questo contesto così allarmante, cosa possiamo davvero aspettarci dall'uscita di GTA 6? [caption id="attachment_1092567" align="aligncenter" width="1024"]Uscita di GTA 6 L'uscita di GTA 6 potrebbe decretare la fine del settore videoludico?[/caption]

Ma quindi l'uscita di GTA 6 è un bene o un male?

Proviamo a mettere da parte per un momento questa visione catastrofista e cerchiamo di essere realisti. Grand Theft Auto 6 sarà, senza ombra di dubbio un successo planetario, probabilmente superando tutti i record registrarti dal suo predecessore (ne dubito). Sarà l'esperienza videoludica della nostra vita, con decine e decine di milioni di copie vendute nei primi mesi. Su YouTube compariranno centinaia di compilation intere di momenti epici, let's play, mentre tutti condivideranno il proprio entusiasmo. Passeranno 6 mesi, 1 anno e inevitabilmente l'onda dell'hype inizierà a calare. E dopo a cosa torneremo a giocare? Dai facile, torniamo su COD a livellare le armi per Warzone? Ah no, Warzone sarà morto e sepolto. Ecco il nuovo FIFA o FC, andiamo a spendere centinaia di euro in Fifa points per (forse) trovare le carde blu, nah. Ma smettila dai, tra un po' esce TES 6. Sì, dopo 20 anni di sviluppo con tre riedizioni di Skyrim e l'imminente remake di TES 4 Oblivion. Probabilmente GTA 6 sarà l'unica giustificazione di questa generazione videoludica "fallimentare", ma questo implicherà un'accelerazione marcata verso l'inarrestabile esplosione del settore videoludico e dei titoli AAA.

Perché ci sarà l'esplosione del mercato tripla A?

Semplicemente perché le aziende, anno dopo anno, devono aumentare i propri profitti per dimostrare di essere in crescita e poter "garantire" prodotti sempre più ambiziosi. Ma spesso, per raggiungere questi obiettivi, i publisher finiscono per soffocare la creatività degli sviluppatori, costretti a produrre opere acchiappa soldi nel minor tempo possibile, sacrificando qualità e visione artistica. I giochi richiedono sempre più investimenti e tempi di sviluppo maggiori, fattori opposti ai guadagni spesso immediati che le aziende necessitano. E qui sorge la domanda: "Se per GTA 6 ci sono voluti 12 anni, per un ipotetico GTA 7 invece? Forse una release prima della pensione?". E poi c'è il rovescio della medaglia, quei titoli che pur di rispettare le deadline, vengono lanciati sul mercato incompleti e con bug di ogni tipo. Il problema è che ci siamo abituati a giochi sviluppati per metà, a promesse disattese e a contenuti spezzettati e rivenduti come novità. Ma nel rincorrere numeri e trend, l'industria ha dimenticato cosa significhi davvero sorprendere ed emozionare. [caption id="attachment_1092564" align="aligncenter" width="1024"]Uscita di GTA 6 Solo il tempo saprà rispondere ai tanti dubbi sul settore videoludico[/caption]

Conclusione

Rileggendo tutto l'articolo, forse sono stato un po' troppo duro. Forse ho esagerato. Ma il mio vuole essere un grido d'allarme, un richiamo a quei vertici che, almeno sulla carta, stanno trascinando l'intero mondo videoludico verso un punto di non ritorno. A mio avviso, la vera chiave del successo risiede nella semplicità. Quella semplicità genuina di un Rayman 3 su PlayStation 2, o di un Gears of War al suo debutto su Xbox. Non servono grafiche fotorealistiche o open world sconfinati per creare delle esperienze memorabili. E non servono nemmeno modalità online in cui vige la logica del pay-to-win. Quello che serve è una visione chiara, il coraggio di riconoscere i limiti e, soprattutto, la volontà di smettere di inseguire delle aspettative sempre maggiori, anche se, molto probabilmente è già troppo tardi per questo. Ricordo ancora un piccolo regalo che ricevetti da bambino, ormai 15 anni fa: uno di quei diari con alcune domande preimpostate. Una di queste chiedeva: "Se fossi solo su un' isola deserta, quali 3 videogiochi porteresti con te?" E sai qual è la cosa più triste? Che dopo tutti questi anni, la mia risposta non è mai cambiata.

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