Maxi operazione contro la mafia a Catania, tra i 19 indagati anche un deputato ARS
AGI - Ha colpito anche i vertici di Cosa nostra catanese e "figure istituzionali risultate ad essi legati" l'operazione antimafia, denominata "Mercurio", scattata all'alba nelle provincie di Catania e Siracusa. I carabinieri del Ros hanno eseguito la misura cautelare emessa dal gip di Catania su richiesta della procura distrettuale, a carico di 19 indagati. Le persone coinvolte sono accusate di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata estorsioni, traffico e spaccio di sostanza stupefacente, trasferimento fraudolento di valori e scambio politico elettorale, intervenendo direttamente sulle istituzioni e la pubblica amministrazione. Sequestrati beni per un valore di un milione di euro. Anche Giuseppe Castiglione, deputato Ars, tra gli indagati Un deputato dell'Assemblea regionale siciliana è nell'elenco dei 19 destinari della misura della custodia cautelare in carcere, nell'ambito dell'operazione antimafia "Mercurio" dei carabinieri del Ros, scattata nelle province di C
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AGI - Ha colpito anche i vertici di Cosa nostra catanese e "figure istituzionali risultate ad essi legati" l'operazione antimafia, denominata "Mercurio", scattata all'alba nelle provincie di Catania e Siracusa. I carabinieri del Ros hanno eseguito la misura cautelare emessa dal gip di Catania su richiesta della procura distrettuale, a carico di 19 indagati.
Le persone coinvolte sono accusate di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata estorsioni, traffico e spaccio di sostanza stupefacente, trasferimento fraudolento di valori e scambio politico elettorale, intervenendo direttamente sulle istituzioni e la pubblica amministrazione. Sequestrati beni per un valore di un milione di euro.
Anche Giuseppe Castiglione, deputato Ars, tra gli indagati
Un deputato dell'Assemblea regionale siciliana è nell'elenco dei 19 destinari della misura della custodia cautelare in carcere, nell'ambito dell'operazione antimafia "Mercurio" dei carabinieri del Ros, scattata nelle province di Catania e Siracusa per associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, estorsione e trasferimento fraudolento di valori. Si tratta di Giuseppe Castiglione, 46 anni, presidente del gruppo parlamentare Popolari e autonomisti, eletto nel 2022 nel collegio di Catania con 5.582 voti e anche componente della Commissione regionale antimafia.
L'indagine fa luce sulla capacità del gruppo criminale, spiega il gip, di "penetrare all'interno della pubblica amministrazione al fine di coltivare i propri interessi economici nel settore degli appalti pubblici": documentate le relazioni tra i vertici mafiosi ed esponenti della politica locale e regionale, quali Matteo Marchese e appunto Castiglione. In particolare le risultanze investigative avrebbero fatto emergere che nelle elezioni amministrative per il Comune di Misterbianco dello scorso 24 ottobre 2021, Marchese, quale candidato della lista Sicilia Futura, avrebbe accettato la promessa di voti procurati dalla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano-Colombo Domenico, in cambio della promessa di soddisfare gli interessi economici nel settore lavori pubblici dell'associazione mafiosa. Marchese poi risulterà eletto a quale consigliere comunale.
Inoltre, in vista delle consultazioni elettorali per il rinnovo dell'Assemblea regionale siciliana dello scorso 15 ottobre 2022, sarebbe emerso un accordo tra i vertici della cosca mafiosa dei Santapaola Ercolano - individuati dalle indagini in Ernesto Marletta, Rosario Bucolo e Domenico Colombo - e il politico Castiglione, quale candidato della lista Popolari ed Autonomisti per l'Ars, che, in quel periodo, era già presidente del Consiglio comunale di Catania. In particolare l'accordo risultava mediato da Giuseppe Coco e, secondo quanto spiegano gli inquirenti, Castiglione avrebbe accettato la promessa di voti, promettendo a sua volta la realizzazione degli interessi dell'associazione mafiosa (tra gli altri l'affidamento di lavori pubblici e servizi pubblici connessi alla gestione del cimitero di Catania). Castiglione è stato eletto a deputato dell'Ars.
L'attività investigativa, che ha accertato anche gli affari gestiti dalla famiglia mafiosa di Ramacca, avrebbe consentito, di individuare gli uomini di assoluta fiducia del boss Pasquale Oliva, incaricati del mantenimento del controllo del territorio di rispettiva competenza ed alla cura degli interessi economici del gruppo mafioso. Tra questi Vincenzo Rizzo, che avrebbe il ruolo di organizzatore per il territorio di Palagonia e Ramacca.
In questo contesto sarebbe emersa la capacità della famiglia mafiosa di Ramacca di condizionare l'esito delle consultazioni elettorali amministrative per il Comune, avvenute lo scorso 11 ottobre 2021, in forza del patto stabilito tra gli affiliati, Antonio Di Benedetto e Salvatore Mendolia e i candidati a sindaco Nunzio Vitale e a consigliere Salvatore Fornaro - entrambi con la lista "Ramacca costruiamo una bella storia".
L'accordo avrebbe previsto l'impegno da parte degli affiliati di procurare voti a favore dei due politici in cambio dell'affidamento di lavori pubblici a ditte segnalate dalla stessa associazione mafiosa. Non solo: l'accordo avrebbe riguardato, spiega la Dda diretta dal procuratore distrettuale Francesco Curcio, anche "la carriera politica" di Fornaro che, in quanto strettamente legato a di Benedetto doveva essergli garantita dalla sponda politica un ruolo strategico all'interno dell'amministrazione comunale. Vitale e Fornaro - tra i coinvolti nel blitz - risulteranno poi eletti rispettivamente a sindaco e consigliere. Fornaro poi ricoprirà il ruolo di vicepresidente del Consiglio Comunale.
Contestualmente, è stato notificato anche un decreto di sequestro preventivo di beni (due società attive nel settore delle onoranze funebri) per un valore di 300 mila euro. Le indagini, prosecuzione del procedimento "Agorà", hanno consentito di ricostruire, gli affari criminali della famiglia catanese dei Santapaola-Ercolano sviluppati attraverso gruppi a loro storicamente collegati quali quello di Castello Ursino e quello della famiglia di Ramacca, quest'ultima egemone nel territorio di inferenza grazie alla rete di affiliati rimasti operativi a seguito dell'operazione "Agorà" del 2022 che vide l'arresto del suo vertice, Pasquale Oliva. Confermata la capacità di infiltrarsi nelle istituzioni, attraverso soggetti politici locali dei quali hanno sostenuto la candidatura rispettivamente per le tornate elettorali per i Comuni di Misterbianco e Ramacca del 2021 e dell'Assemblea regionale siciliana del 2022.
Complessivamente, dunque, l'attività investigativa avrebbe individuato e ricostruito l'organigramma del clan mafioso del Gruppo del Castello Ursino, con a capo la figura di Ernesto Marletta e quella di organizzatore di Rosario Bucolo. Quest'ultimo risulterebbe impegnato, attraverso altri affiliati, anche nella gestione di estorsioni ai danni di diverse attività commerciali e imprenditoriali del centro città (le modalità di estorsione consistevano sia nella classica richiesta denaro e nella imposizione di manodopera), nel trasferimento di valori attraverso fittizie intestazioni (strategia adottata dai vertici del clan per la creazione, grazie anche a professionisti compiacenti, di attività - settore delle onoranze funebri - fittiziamente intestate a terzi e funzionali all'interesse dell'associazione).
I destinatari della misura cautelare
I destinatari della misura cautelare in carcere sono: Antonino Bergamo; Emanuele Bonaccorso; Rosario Bucolo; Giuseppe Castigline; Giuseppe Coco; Antonino Della Vita; Antonio Di Benedetto; Domenico Di Gaetano; Pierpaolo Luca Di Gaetano; Vincenzo Fresta; Salvatore Fornaro; Matteo Marchese; Ernesto Marletta; Rosario Marletta; Salvatore Mendolia; Salvatore Mirabella; Santo Missale; Vincenzo Rizzo; Nunzio Vitale.
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