Meloni come Mussolini, il post della vergogna targato Pd | GUARDA

Giorgia Meloni come Benito Mussolini. Ebbene sì, alla fine lo hanno fatto. Il Pd paragona la premier al duce con tanto di grafica ispirata a M. Il figlio del secolo, il romanzo di Antonio Scurati divenuto una serie tv di Sky (già, quella interpretata in modo "doloroso" da Luca Marinelli...). "M. la bugiarda del secolo" scrivono i dem in un post sul fascicolo aperto dalla procura di Roma a carico di Meloni sul caso Almasri dopo l'esposto di Luigi Li Gotti, avvocato penalista già sottosegretario nel governo di Romano Prodi. “Non è vero che Nordio non era stato informato (il ministero era stato ripetutamente sollecitato). Non è vero nemmeno che Meloni, Nordio, Piantedosi, Mantovano abbiano ricevuto un avviso di garanzia. Hanno ricevuto una comunicazione di iscrizione, che è una cosa diversa. Non è vero che la comunicazione di iscrizione è una rappresaglia delle terribili toghe rosse per la riforma della giustizia. È un atto dovuto in caso di un esposto. Le carte poi vanno al tribunale dei

Meloni come Mussolini, il post della vergogna targato Pd | GUARDA

Giorgia Meloni come Benito Mussolini. Ebbene sì, alla fine lo hanno fatto. Il Pd paragona la premier al duce con tanto di grafica ispirata a M. Il figlio del secolo, il romanzo di Antonio Scurati divenuto una serie tv di Sky (già, quella interpretata in modo "doloroso" da Luca Marinelli...). "M. la bugiarda del secolo" scrivono i dem in un post sul fascicolo aperto dalla procura di Roma a carico di Meloni sul caso Almasri dopo l'esposto di Luigi Li Gotti, avvocato penalista già sottosegretario nel governo di Romano Prodi. “Non è vero che Nordio non era stato informato (il ministero era stato ripetutamente sollecitato). Non è vero nemmeno che Meloni, Nordio, Piantedosi, Mantovano abbiano ricevuto un avviso di garanzia. Hanno ricevuto una comunicazione di iscrizione, che è una cosa diversa. Non è vero che la comunicazione di iscrizione è una rappresaglia delle terribili toghe rosse per la riforma della giustizia. È un atto dovuto in caso di un esposto. Le carte poi vanno al tribunale dei ministri che deciderà se archiviare o no", tuona Matteo Orfini, taggato nel post di Facebook dei deputati e dei senatori del Partito Democratico di Elly Schlein.

 

Il dem prosegue nella sua invettiva, e sibili: "Non so nemmeno se sia vero che la Meloni non è ricattabile. Perché tutta questa storia fa venire il sospetto che il Governo sia sotto ricatto dei ras libici lo fa venire. Una cosa però è vera: Giorgia Meloni è riuscita in un video di appena 2 minuti e 16 secondi a dire tutte queste falsità. Ci vuole una certa capacità, bisogna riconoscerlo. Restiamo in attesa che venga prima o poi in Parlamento a spiegare per bene e nel dettaglio cosa hanno combinato”. Versione ribaltata da quella della premier nel video di ieri e integrata oggi un in post: "Il nostro impegno per difendere l'Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni. Quando sono in gioco la sicurezza della Nazione e l'interesse degli italiani, non esiste spazio per passi indietro. Dritti per la nostra strada". 

 

Il paragone con Mussolini, tra l'altro arriva dopo che Meloni nel Giorno della memoria ha condannato lo sterminio degli ebrei come un "abominio del regime nazista" con la "complicità di quello fascista". Senza che dalla sinistra uscisse una sillaba a riguardo. 

 

 

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