"Meloni ologramma, voi siete il nulla che si mangia il Paese": gli insulti di Conte in aula fanno esplodere i deputati FdI

Un giorno di fuoco alla Camera. Il giorno delle dichiarazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo incentrato sul piano di riarmo e sulla questione russo-ucraina. In mattinata, le critiche del premier al Manifesto di Ventotene hanno innescato la protesta, scomposta, della sinistra, che dopo aver abbandonato l'aula ha costretto i lavori a fermarsi. "Io in quell'Europa non mi riconosco", ha scandito Meloni riferendosi al Manifesto di Ventotene. Nel pomeriggio, le dichiarazioni di voto. Sotto a chi tocca, dunque. E tocca a Giuseppe Conte, il leader M5s che si presta a un intervento a tratti sguaiato, durissimo, perfettamente in linea con quanto visto nel corso della giornata.  "Finalmente abbiamo rivisto Meloni in Parlamento, erano mesi che scappava, pensavamo fosse un ologramma sui social. Ha chiesto qua in Aula di avere più coraggio, a lei sconosciuto. Ma dopo tanti fallimenti è difficile metterci la faccia", ha esordito il presidente M5s, una prima carrellata di insulti.

"Meloni ologramma, voi siete il nulla che si mangia il Paese": gli insulti di Conte in aula fanno esplodere i deputati FdI

Un giorno di fuoco alla Camera. Il giorno delle dichiarazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo incentrato sul piano di riarmo e sulla questione russo-ucraina. In mattinata, le critiche del premier al Manifesto di Ventotene hanno innescato la protesta, scomposta, della sinistra, che dopo aver abbandonato l'aula ha costretto i lavori a fermarsi. "Io in quell'Europa non mi riconosco", ha scandito Meloni riferendosi al Manifesto di Ventotene.

Nel pomeriggio, le dichiarazioni di voto. Sotto a chi tocca, dunque. E tocca a Giuseppe Conte, il leader M5s che si presta a un intervento a tratti sguaiato, durissimo, perfettamente in linea con quanto visto nel corso della giornata. 

"Finalmente abbiamo rivisto Meloni in Parlamento, erano mesi che scappava, pensavamo fosse un ologramma sui social. Ha chiesto qua in Aula di avere più coraggio, a lei sconosciuto. Ma dopo tanti fallimenti è difficile metterci la faccia", ha esordito il presidente M5s, una prima carrellata di insulti.

Dunque il grillino si è proposto come baluardo della difesa del Manifesto di Ventotene, anche se la storia politica di Conte e del M5s sono ciò che di più lontano possa esserci da quel testo. Quella sul "Manifesto di Ventotene è una polemica creata ad arte da Meloni. Voi sfiorate l'irriconoscenza", ha affermato. E ancora: "La premier poteva rimanere visto che non viene mai in Parlamento... ma se siede al Consiglio europeo e si fa le foto con gli altri leader europei è grazie ai firmatari del Manifesto di Ventotene che è il progetto fondativo dell'Europa libera in cui viviamo", ha aggiunto. 

"Vi consiglierei: smettete con Atreju, voi siete il nulla, siete un virus che si mangia il Paese", ha sparato ad alzo zero in un crescendo imbarazzante, mentre dai banchi di FdI si levavano chiare voci di disappunto, boati che rimarcavano le enormità sparate dal grillino. Infine, lo scontato "no" alla risoluzione di maggioranza: "Ci ritroveremo il prossimo 5 aprile a dire no a questo folle piano di riarmo europeo. Voteremo no alla vostra risoluzione vergognosa, dove non avete avuto nemmeno il coraggio di scrivere piano di riarmo", ha concluso il suo show Giuseppe Conte.

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