Mercato italiano - Cardinali (Unrae): "Nel 2025 si rischia una catastrofe"

L'Italia ha chiuso il 2024 con una media di 119,1 g/km di CO2, "una vera zavorra" in Europa, almeno in relazione all'obiettivo 2025 di 93,6 g/km. A questo proposito Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae, l'associazione delle Case estere, chiede alla Commissione europea di rendere note il prima possibile le proprie intenzioni. Diversamente, si rischia una catastrofe industriale e occupazionale. Il 2025 si apre sotto pessimi auspici: cinque mesi consecutivi in rosso e un mercato condizionato dallo spettro delle multe alle Case. Da quest'anno, l'obiettivo medio europeo di emissioni di CO2 scende da 115,1 a 93,6 g/km, mentre il risultato 2023 è stato di 106,6. In questo contesto l'Italia, che ha chiuso il 2024 con 119,1 g/km, è una vera zavorra. Per chi non raggiungerà il proprio target si rischiano 16 miliardi di multe complessive, che bloccherebbero proprio la transizione. Mi sembra, però, che vi sia un ampio fronte a favore di una moratoria. Il problema sono i tempi, strettissim

Mercato italiano - Cardinali (Unrae): "Nel 2025 si rischia una catastrofe"

L'Italia ha chiuso il 2024 con una media di 119,1 g/km di CO2, "una vera zavorra" in Europa, almeno in relazione all'obiettivo 2025 di 93,6 g/km. A questo proposito Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae, l'associazione delle Case estere, chiede alla Commissione europea di rendere note il prima possibile le proprie intenzioni. Diversamente, si rischia una catastrofe industriale e occupazionale.

Il 2025 si apre sotto pessimi auspici: cinque mesi consecutivi in rosso e un mercato condizionato dallo spettro delle multe alle Case.
Da quest'anno, l'obiettivo medio europeo di emissioni di CO2 scende da 115,1 a 93,6 g/km, mentre il risultato 2023 è stato di 106,6. In questo contesto l'Italia, che ha chiuso il 2024 con 119,1 g/km, è una vera zavorra. Per chi non raggiungerà il proprio target si rischiano 16 miliardi di multe complessive, che bloccherebbero proprio la transizione. Mi sembra, però, che vi sia un ampio fronte a favore di una moratoria. Il problema sono i tempi, strettissimi.

 

Le eventuali multe, però, arriveranno nel 2026 a consuntivo 2025...
Sì, ma l'industria ha tempi diversi da quelli della politica. L'iter previsto per una moratoria è lo stesso di un regolamento: si deve passare dal Trilogo e si deve partire da una proposta della Commissione. Che per ora non c'è. Invece tra pochi giorni si aprirà, a Bruxelles, il Dialogo strategico sull'industria automobilistica europea. Una sorta di Tavolo automotive con 27 Paesi: a giudicare dalla lista degli stakeholder, intravedo un plantigrado. Spero non sia solo un diversivo.

Però, al di là dei tempi dell'iter legislativo, la decisione politica dovrebbe arrivare molto prima, no?
Dovrebbe. Ma temo che la Commissione preferisca tenere alta la tensione sull'obiettivo, per evitare che l'industria rallenti sulla transizione. Avrebbe senso se parlassimo di una sanatoria fiscale, ma qui è diverso. Non vorrei che qualcuno decidesse di tagliarsi un braccio per non pagarle, e fra un anno si ritrovasse senza multe ma senza nemmeno il braccio.

Vuol dire che nonostante il vento aperturista, le Case si comporteranno, da un punto di vista industriale e commerciale, come se... ?
Non hanno alternativa. E siccome senza incentivi la quota di Bev non sale spontaneamente, bisognerà farla salire indirettamente, vendendo meno auto endotermiche. Acea ha stimato almeno 2,5 milioni di Ice in meno. Che corrispondono a decine di migliaia di lavoratori. L'alternativa sarebbe ribaltare l'impatto delle multe sulla clientela, ottenendo un'ulteriore contrazione della domanda. Insomma, in ogni ipotesi l'incognita genererà una spirale negativa. Il mercato ha bisogno di certezze: la Commissione Europea dovrebbe rendere note il prima possibile le proprie intenzioni, senza nascondersi dietro consultazioni faraoniche. arrivato il momento delle decisioni. Diversamente, si rischia una catastrofe industriale e occupazionale. Ma anche erariale, perché le auto mancanti non verseranno l'Iva. E paradossalmente pure ambientale, perché non andranno a sostituire quelle più vecchie e inquinanti.

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