Merz, scatta la stretta sui migranti: il colpo del cancelliere che stravolge la Germania
«Meine Damen und Herren, abbiamo concluso i colloqui tra la Cdu-Csu e la Spd elaborando insieme un documento esplorativo». Appariva soddisfatto domenica Friedrich Merz, presidente del partito cristiano democratico (Cdu) e sempre più cancelliere in pectore della Germania. Affiancato in conferenza stampa dal presidente dei fratelli separati cristiano sociali bavaresi (Csu), Markus Söder, Merz ha aggiunto che insieme al partito socialdemocratico «abbiamo raggiunto un accordo sulle questioni di fatto, abbiamo avuto delle discussioni su alcuni punti, ma l'atmosfera è buona». Il documento esplorativo citato dal renano Merz è la base del negoziato delle prossime settimane per mettere insieme un programma di governo per la Germania. Tre i pilastri illustrati alla stampa: migrazione, finanza, mercato del lavoro ed economia. I politici tedeschi sono soliti mettere tutto nero su bianco: così i tre pilastri sono presto diventati undici pagine di cambiamenti e riforme. Si va da nuovi criteri per la

«Meine Damen und Herren, abbiamo concluso i colloqui tra la Cdu-Csu e la Spd elaborando insieme un documento esplorativo». Appariva soddisfatto domenica Friedrich Merz, presidente del partito cristiano democratico (Cdu) e sempre più cancelliere in pectore della Germania. Affiancato in conferenza stampa dal presidente dei fratelli separati cristiano sociali bavaresi (Csu), Markus Söder, Merz ha aggiunto che insieme al partito socialdemocratico «abbiamo raggiunto un accordo sulle questioni di fatto, abbiamo avuto delle discussioni su alcuni punti, ma l'atmosfera è buona». Il documento esplorativo citato dal renano Merz è la base del negoziato delle prossime settimane per mettere insieme un programma di governo per la Germania. Tre i pilastri illustrati alla stampa: migrazione, finanza, mercato del lavoro ed economia. I politici tedeschi sono soliti mettere tutto nero su bianco: così i tre pilastri sono presto diventati undici pagine di cambiamenti e riforme. Si va da nuovi criteri per la concessione del diritto d'asilo a una rimodulazione del reddito di cittadinanza. «Vogliamo adottare tutte le misure per ridurre i flussi di immigrati illegali, e attivare massicci controlli alle frontiere, aumentando il numero degli espulsi e dei respinti in coordinamento con gli stati confinanti», ha spiegato Merz aggiungendo che in vista c'è anche una stretta ai ricongiungimenti familiari.
Altro nodo sensibile è quello del Bürgergeld, il reddito di cittadinanza voluto nel 2023 dal cancelliere uscente Olaf Scholz. Con Merz si cambia a cominciare dal nome: «Il sistema sarà trasformato in un'assicurazione di base per chi cerca lavoro». Via, dunque, il riferimento alla cittadinanza considerato troppo universalista dalla Cdu: lo stato aiuterà le persone che un lavoro ce l'avevano o che dimostrano davvero di cercarne un altro. Oggi i recettori del Bürgergeld sono 5,5 milioni. Lavorare, dunque, «perché vogliamo restare un Paese industriale», ha ripreso il capo del prossimo governo. Per stimolare la ripresa di una Germania che non riesce uscire dalla recessione «dobbiamo abbassare il prezzo dell'energia di 4 cent al kW/h e intendiamo riformare le tasse sulle imprese». Senza mettere mano a un sistema previdenziale che in tanto considerano poco sostenibile, l'intesa annunciata ieri prevede nuovi incentivi per chi resta nel mondo del lavoro oltre l'età pensionabile.
«Questo è un momento di grandi sfide per il nostro paese e noi saremo responsabili per chi ha problemi in famiglia, su lavoro o nella società, e ha bisogno di risposte da una buona politica». Alla prima prova da esponente del prossimo governo – di lui si parla come possibile vicecancelliere – il leader socialdemocratico Lars Klingbeil ha parlato dopo Merz. Il programma pro-imprese e anti-immigrati anticipato dal prossimo capo del governo è lontano dagli ideali socialdemocratici. Così, invece di commentare la fine del Bürgergeld, il 47enne Klingbeil ha messo l'accento sugli investimenti pubblici da 500 miliardi in dieci anni che Spd, Cdu e Verdi hanno deciso di stanziare con un voto a maggioranza dei due terzi la prossima settimana. Fondi a cascata anche per la Difesa. Sarà il Bundestag “vecchio” a impegnare i 500 miliardi: in quello appena eletto, AfD e la Linke hanno abbastanza voti per fermare i progetti di Merz e della Spd.
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