''Mi ha nascosto l'esistenza di mio zio Aldo per dieci anni, era in manicomio'': Alba Parietti parla del difficile rapporto con la madre morta - Gossip.it | News sul Gossip e VIP
A Le Iene nel suo monologo si svela su Grazia Dipietromaria, pittrice...

- A Le Iene nel suo monologo si svela su Grazia Dipietromaria, pittrice e scrittrice, scomparsa nel 2010
- “Molti anni fa dissi a mio padre: ‘preferirei che la mamma morisse’”, svela
Alba Parietti si mette a nudo nel suo monologo a Le Iene. La showgirl 63enne lo dedica a Grazia Dipietromaria, pittrice e scrittrice, scomparsa nel 2010: parla del difficile rapporto con la madre morta. “Mi ha nascosto l'esistenza di mio zio Aldo per dieci anni, era in manicomio”, confessa.

“Molti anni fa dissi a mio padre: ‘preferirei che la mamma morisse'. Non lo pensavo davvero, ma questo può farvi capire quanto fosse doloroso il rapporto con una donna che poteva essere la mamma dei sogni, una fata, e poi una strega che mi spaventava, che mi feriva, pur senza volerlo”, esordisce Alba.


“Mia madre è stata un mistero per me quasi tutta la vita - svela poi la Parietti - . L'ho risolto solo pochi anni fa, quando in un cassettone ho ritrovato centinaia di quaderni scritti in segreto, dai 7 anni fino alla sua morte. Lei parlava della guerra, di mio padre, ma soprattutto della sua malattia mentale, e diceva di sé: ‘questa è la storia di Graziella, una povera schizofrenica e di come ho fatto amicizia con lei’. In quelle parole ho scoperto una donna molto divertente, raffinata, geniale, cresciuta tra la corte dei Savoia e la Resistenza”.
In quel momento l’artista ha compreso tutto: “Ho capito che i suoi comportamenti non erano certi figli della cattiveria o del sadismo, ma di un male che nascondeva a tutti come aveva nascosto a me per dieci anni l'esistenza di suo fratello: mio zio Aldo. Anche lui schizofrenico, internato nel manicomio di Collegno. Questi due grandi dolori mi hanno insegnato che, dietro la malattia mentale, si celano sensibilità uniche, menti geniali e straordinarie con una forza straordinaria, che però non deve diventare una condanna alla solitudine”.
Alba col volto sofferente conclude: “Mia madre, come molto spesso succede, fingeva di star bene per non diventare uno scarto della società. E purtroppo, oggi, lo stigma della malattia mentale rimane immutato. Per questo, vi dico: ‘mettetevi all'ascolto, aprite le vostre braccia per accogliere chi soffre e i doni che può offrire’. La comprensione non è solo un atto d’amore, ma è un atto di giustizia e civiltà, perché troppo spesso ci accorgiamo del valore di una persona solo quando è troppo tardi”.
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