Migrazione sanitaria: associazioni in Senato chiedono sostegno ai pazienti

Rimborsi per i trasferimenti, alloggi temporanei, assistenza psicologica e sociale. sono queste le esigenze portate al tavolo della politica da tre associazioni del terzo settore che si occupano di migrazione sanitaria, di malattie rare e di tumori difficili da curare. Un appello per rispondere ad una emergenza che riguarda ogni anno migliaia di italiani costretti ad affrontare un doppio calvario: della malattia e della distanza. I cosiddetti “migranti della salute”, costretti a lasciare la propria regione per accedere a cure mediche adeguate, affrontando spesso difficoltà logistiche, emotive ed economiche. A dare voce a questa emergenza è stata una conferenza promossa in Senato dal senatore Orfeo Mazzella, insieme a tre realtà del Terzo Settore: CasAmica, Codice Viola e Uniamo.
Un fenomeno crescente, un’urgenza sociale
Secondo l’ultimo report di AGENAS, nel 2023 la migrazione sanitaria ha interessato oltre 668.000 pazienti, con una spesa di 2,88 miliardi di euro. Sebbene i numeri siano leggermente in calo rispetto al 2019, il fenomeno continua a colpire duramente il Sud Italia, da dove parte la maggior parte dei pazienti in cerca di cure migliori. Le regioni più attrattive? Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.
Uno studio di EMG Different per CasAmica conferma il trend: l’81% dei cittadini del Sud intervistati ha avuto bisogno di cure negli ultimi tre anni, e oltre un milione ha scelto di spostarsi in un’altra regione. Le motivazioni? Accesso a strutture più avanzate, maggiore competenza medica e, in molti casi, assenza totale di cure adeguate a livello locale.
Malattie rare: la fuga necessaria
Chi soffre di una malattia rara è spesso tra i più penalizzati. Secondo il X Rapporto di UNIAMO, il 20% dei malati rari – percentuale che sale al 29% nei minori – è costretto a spostarsi per curarsi. «Questi viaggi impattano negativamente non solo a livello economico, ma anche psicologico e fisico», spiega Annalisa Scopinaro, presidente di UNIAMO. E aggiunge: «Servono rimborsi, alloggi temporanei a prezzi calmierati e un potenziamento della telemedicina».
Tumore al pancreas: l’ingiustizia delle disparità territoriali
Emblematico il caso del tumore al pancreas, che colpisce poche persone ma con altissima mortalità. Solo tre regioni – Lombardia, Veneto e Toscana – offrono cure chirurgiche adeguate. «Dal Sud si sposta fino al 76% dei pazienti», denuncia Piero Rivizzigno, presidente di Codice Viola. «E non si parla solo di cure: ogni spostamento può costare fino a 5.000 euro tra viaggio, alloggio e degenza. Costi che ricadono interamente sulle famiglie».
CasAmica: un rifugio per chi viaggia per curarsi
All’esigenza dei migranti va incontro CasAmica che nel solo 2023 ha registrato un aumento del 25% nelle richieste di accoglienza, offrendo oltre 40.000 notti gratuite o a basso costo a pazienti e familiari. In quasi 40 anni di attività, ha ospitato 150.000 persone, ma non basta. «Ogni giorno tocchiamo con mano l’ingiustizia di un sistema sanitario diseguale», afferma Stefano Gastaldi, direttore generale. Il 60% degli utenti segnala costi insostenibili; il 26% ha addirittura rinunciato a curarsi fuori regione per motivi economici.
La proposta politica: misure concrete per il diritto alla salute
Il senatore Mazzella ha presentato una mozione lo scorso 12 febbraio chiedendo misure specifiche: rimborsi per i trasferimenti, alloggi temporanei, assistenza psicologica e sociale. «Non possiamo permettere che le disuguaglianze territoriali limitino il diritto alla salute. È tempo che la politica agisca», ha dichiarato.
Un appello per una giustizia sanitaria
«La migrazione sanitaria non è una scelta, ma una necessità per milioni di italiani. Le testimonianze di chi affronta ogni giorno questo viaggio della speranza ci ricordano che il diritto alla salute non può dipendere dal codice di avviamento postale. È tempo di trasformare le parole in azioni e garantire cure dignitose per tutti, ovunque vivano», ha concluso.
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