Milano Fashion Week Uomo: ecco i creativi che si sono fatti notare

Alla Milano Fashion Week uomo non sono mancate le sorprese, oltre che...

Milano Fashion Week Uomo: ecco i creativi che si sono fatti notare

Alla Milano Fashion Week uomo non sono mancate le sorprese, oltre che le (ri)scoperte. Tutto merito della creatività!

Sebbene il calendario dell'edizione maschile della fashion week di Milano sia stato strutturato su un numero più ridotto di giorni, le sfilate, le presentazioni e gli eventi sono stati molti. Anche in questa stagione invernale, infatti, i creativi che si sono fatti notare non sono mancati tra debutti assoluti, interessanti riconferme e i nomi che ormai consideriamo delle presenze irrinunciabili che contribuiscono a definire il panorama contemporaneo della moda milanese. Come di consueto, abbiamo selezionato le collezioni più interessanti che si sono decisamente contraddistinte.

Debutti e conferme (digitali e non)

Una delle grandi novità di questa stagione della Milano Fashion Week è stata certamente rappresentata dai debutti di creativi italiani e internazionali che hanno presentato per la prima volta durante la settimana della moda. Tra questi vi è Grossi, brand di Andrea Grossi, lanciato proprio in occasione della presentazione della collezione autunno inverno 2025-26, quindi un debutto in piena regola. Al centro di questo lavoro vi è uno studio sperimentale sul denim e il jersey che vengono trattati con un approccio trasformativo che li tramuta in qualcosa di differente, sia nelle forme che nelle texture. Questo è reso possibile dalla collaborazione con dei produttori di jeans della Val Vibrata che Grossi ha conosciuto durante la sua precedente esperienza presso Diesel e con i quali ha instaurato un legame che può dirsi la perfetta traduzione di ciò che dovrebbe significare (e che spesso significa) Made in Italy: un sistema di supporto reciproco che permette di creare e innovare. La designer Hoor Al Qasimi del brand Qasimi ha lasciato la sua abituale location londinese per presentare la nuova collezione invernale a Milano, mostrando tutto il suo multiculturalismo – tratto intrinsecamente legato al marchio – oltre che la sua maestria nell'uso del colore. Il lavoro dell'artista di origini māori Emily Karaka ha ispirato Al Qasimi tra nuance pastello, più delicate, toni terrigni e vere esplosioni di colori vibranti per un guardaroba genderless costruito su linee minimali. Ne sono una prova i capi di outerwear tecnico, ma anche le camicie modulari che si trasformano grazie ad abbottonature strategiche. La parola chiave è certamente sofisticatezza. Un altro designer con base a Londra e “prestato” alla settimana della moda milanese è Saul Nash, noto per la sua esplorazione dell'activewear, reinterpretato con grande attenzione alla contemporaneità. La collezione si intitola “Metamorphosis” e ha come focus principale il movimento quale sinonimo di libertà. La funzionalità dei capi è, quindi, cruciale per Nash che la studia e la enfatizza anche grazie alla trasformabilità delle sue proposte che possono essere indossate in modi differenti, per esempio, per mezzo di allacciature asimmetriche. Anche la borsa portata in vita come una cintura parla di grande funzionalità, fungendo anche da sciarpa imbottita, a seconda delle necessità di chi la sceglie. Le silhouette molto lineari e affusolate della collezione ne enfatizzano l'eleganza che traspare soprattutto dai pantaloni molto severi nel taglio. Un ultimo interessante debutto nel calendario ufficiale è quello di Rold Skov, brand nato nel 2016 ad opera di Francesco Rossini. La presentazione fatta negli spazi di Detune (ex Atomic Bar, primo discobar di Milano) racconta chiaramente il legame del marchio con l'estetica delle subculture, in particolar modo quelle degli anni Novanta e Duemila. Tutto questo si trasferisce sui capi e non solo nelle atmosfere in cui questi sono stati proposti tra maglioni, cardigan e hoodie a quadri, pantaloni ampi e dritti, e jeans dai lavaggi in toni neutri. La musica, quindi, come fonte di ispirazione, proprio come avveniva in quegli anni nei quali vi era una costante interconnessione con la moda, in quanto questi due mondi condividevano un racconto comune, fatto di suoni e immagini. Rossini vuole riproporre quelle medesime dinamiche, calate, però, in un contesto contemporaneo.

Non solo debutti, in senso più o meno lato, ma anche riconferme, come quella della presentazione digitale di Gams Note, brand di Alessandro Marchetto. Anche per questa stagione invernale il focus del designer è rappresentato dalla camicia che fa da fil rouge in tutta la collezione: sia come base con elementi decorativi a contrasto, sia come parte di completi pigiama, ma anche nella sua reinterpretazione in versione overshirt. Il tutto pensato in un'atmosfera intima che rimanda al concetto di leisurewear, con una fluidità dei volumi che consente di superare le distinzioni di genere in modo molto naturale. Oltre all'usuale impegno di Marchetto nel servirsi di tessuti in eccedenza recuperati, per l'autunno inverno 2025-26 è stata applicata anche la tecnica dell'upcycling, a conferma della sua attenzione verso la tematica della responsabilità ambientale, sinceramente sentita nelle nuove generazioni di creativi.

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Grossi Courtesy of Grossi

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Grossi Courtesy of Grossi

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Qasimi ©Gregoire Avenel

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Qasimi ©Gregoire Avenel

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Saul Nash Ik Aldama

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Saul Nash Ik Aldama

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Rold Skov Courtesy of Rold Skov

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Rold Skov Courtesy of Rold Skov

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Gams Note Courtesy of Gams Note

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Gams Note Courtesy of Gams Note

Workwear rivisitato

Tra i temi presenti in diverse collezioni viste durante questa fashion week quello del workwear è stato uno dei più ricorrenti, sempre declinato, però, in una versione molto creativa. Proprio dalla riflessione sugli stereotipi generalmente connessi a questo tipo di abbigliamento è partito GR10K, brand guidato da un collettivo creativo che ha intitolato la collezione invernale “Der Blaue Reiter”, nome del collettivo artistico di cui facevano parte, tra gli altri, Wassily Kandinsky e Paul Klee. Il brand, quindi, continua nel suo percorso fatto di riferimenti intellettuali a movimenti culturali fondamentali nella storia dell'arte, rifuggendo dalle critiche rivolte da chi, con un'evidente semplificazione, li categorizza nel ristretto ambito dell'abbigliamento da lavoro e vorrebbe che questo fosse immediatamente fruibile e comprensibile. Esattamente per questo GR10K lo continua a proporre, quasi in una versione caricaturale, mantenendo tutte le sue ispirazioni colte, perché, d'altronde, erano moltissimi gli artisti che nell'atto di creare indossavano proprio workwear. Sempre nell'ambito di questa categoria vestimentaria si inserisce anche il lavoro di Andrea Lonigro, designer di Noskra che ha proposto una collezione in cui l'abbigliamento da lavoro viene enfatizzato nella sua funzionalità, con l'aggiunta di dettagli sartoriali che ne accentuano l'attenzione verso il design. Gli elementi più marcatamente tecnici si uniscono a quelli del mondo del tailoring, tra cuciture e tasche invisibili. A proposte di outerwear con maxi tasche frontali e cappucci integrati, si affiancano quelle in maglieria con intarsi geometrici o con costine a contrasto. Il tutto pensato in un'ottica sostenibile che cerca di ridurre al minimo, per quanto possibile, l'impatto sull'ambiente.

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di GR10K Courtesy of GR10K

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di GR10K Courtesy of GR10K

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Noskra ANDRES JUAN SUAREZ

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Noskra ANDRES JUAN SUAREZ

Presenza del passato

Una costante ispirazione per i designer è anche rappresentata dal passato che diventa un modo per rielaborare ricordi personali o per raccontare storie e suggestioni che riguardano realtà lontane. Matteo Lamandini con il suo MTL Studio si fa nostalgico con la collezione invernale intitolata “Circolo” e parla di quei luoghi della giovinezza che un tempo erano rappresentati proprio dai circoli, dove si giocava a carte e ci si intratteneva sentendosi a casa. Queste atmosfere passate, tipicamente di provincia, si traducono in un abbigliamento che sembra appartenere a un'epoca lontana sebbene sia realizzato nella contemporaneità. Le proposte più sartoriali diventano insolite grazie a tagli inaspettati e orli a vivo che le riproporzionano, mentre la maglieria crea volumi over, annodata al collo come una maxi sciarpa. Le silhouette rilassate rendono la collezione molto fresca, così come, ad esempio, le costruzioni al rovescio. Il passato ha guidato anche la collezione di Pronounce, chiamata “Romantic Sharpness” che descrive un immaginario guerriero d'epoca venuto dalle montagne. Il suo guardaroba porta i segni delle battaglie che ha condotto che sono rappresentati da cut-out, così come dai dettagli rossi che richiamano il sangue versato. Ma questo combattente è romantico, come suggerisce il titolo, e vuole mostrare tutte le sue fragilità, perciò i capi sono costruiti con dettagli asimmetrici per simboleggiare i disequilibri che spesso si vivono nella quotidianità. Yushan Li e Jun Zhou, che compongono il duo creativo del brand, hanno voluto inoltre introdurre una novità a partire da questa collezione, cioè la possibilità di personalizzare i capi sartoriali a seconda dei propri gusti. Tra le scelte più interessanti, quella di poter decidere il tipo di bottoni all'interno di una combinazione di pietre naturali originarie della Cina. Un'altra versione della nostalgia e del passato, in questo caso molto personale, è data dalla collezione di Federico Cina chiamata “Assunta e Giacomo”, il nome dei suoi nonni. Questi sono stati celebrati e ricordati in una serie di piccoli gesti ricreati nella performance tenuta negli spazi della Fondazione Sozzani che ha visto protagonisti i capi della nuova stagione invernale. Gli abiti da lavoro, quelli indossati in casa o in occasioni importanti dai nonni del designer lo hanno guidato per creare questa nuova collezione che trasuda affetto e ammirazione. Ci sono gli immancabili della maglieria di Cina tra intarsi Fair Isle e crochet, pezzi sartoriali con orli a vivo, ma anche cappotti ampi e camicie con dettagli della corsetteria, oltre all'ormai classica Tortellino Bag.

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di MTL Studio Courtesy of MTL Studio

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di MTL Studio Courtesy of MTL Studio

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Pronounce Ik Aldama

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Pronounce Ik Aldama

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Federico Cina Courtesy of Federico Cina

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Federico Cina Courtesy of Federico Cina

Il tema del viaggio

Ad accomunare alcuni dei designer selezionati è stato, invece, il tema del viaggio, inteso sia come spostamento che in senso metaforico. Dhruv Kapoor ha, infatti, incentrato tutta la sua collezione autunno inverno 2025-26 sull'esplorazione delle proprie radici indiane in un gioco di ricontestualizzazione tale da non renderle mai scontate. I drappeggi e l'abbigliamento quotidiano del suo Paese sono stati reinventati, fondendo l'estetica orientale e quella occidentale, secondo un approccio che ormai lo caratterizza. Anche i suoi classici ricami di perline, paillettes e strass si sono trasformati in un simbolo tradizionale, come le trecce decorate con fiori e nastri rossi, declinate in una versione scintillante. Il tutto su volumi contemporanei, over e rilassati, influenzati da quel tocco di streetwear che rappresenta l'altra imprescindibile componente dello stile di Kapoor. Se si parla di viaggio non si può fare a meno di citare chi si sta ormai affermando come cultore di questa tematica: Ludovico Bruno con Mordecai. In questa nuova stagione, però, non si parla di questo argomento intendendolo unicamente come movimento fisico da un luogo a un altro, ma soprattutto come la capacità di spostarsi dalle proprie posizioni e convinzioni per abbracciarne di nuove, aprendosi agli altri per comprenderli appieno. In un momento storico come questo, ciò diventa un'esortazione determinante per scoprire il mondo che sta al di fuori della nostra ristretta bolla. L'universo Mordecai è, infatti, una costante commistione di stimoli, influenze e tradizioni che si combinano tra loro senza alcun intento filologico, ma anzi con una marcata propensione al cosmopolitismo più puro che varca qualsiasi confine. Proprio come le silhouette di Bruno che giocano con colori neutri e ton sur ton, tra stratificazioni e volumi oversize, sempre impeccabili ed eleganti, anche quando l'estetica di riferimento è chiaramente sportiva.

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Dhruv Kapoor Alessamdro Galatoli

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Dhruv Kapoor Alessamdro Galatoli

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Mordecai Courtesy of Mordecai

Un look della collezione autunno inverno 2025-26 di Mordecai Courtesy of Mordecai

Un tocco di moda donna

Infine, a ritagliarsi un piccolo spazio tutto suo c'è stata anche la presentazione della seconda collezione di Sca\Ja, brand di recentissima fondazione firmato dal duo composto da Silvia Scaglia e Jacopo Palmieri. Anche per questa nuova stagione l'ispirazione brutalista fa da padrone con un design essenziale e affilato che vede l'introduzione di alcuni nuovi modelli, come gli stivali elasticizzati, la cui versione in pelle effetto used si fa notare con grande stile. Immancabile il tacco in GFRC, cemento rinforzato con fibra di vetro che fa da leitmotiv, oltre a rappresentare il fulcro della creatività del duo, intorno al quale Sca\Ja si poggia, proprio come fossero delle solide (ma leggerissime) fondamenta. Tra mules dalla punta squadrata o acuminata, sandali più glamour e infradito asimmetrici, questo giovane marchio italiano conferma di avere tutti i presupposti per lasciare il segno nel mondo degli accessori.

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