Miriam Leone diventa l'Oriana (anche) sulla cover di Vogue Italia: «è merito di combattenti come la Fallaci se oggi per le donne è tutto un po’ più facile»
Miriam Leone sulla cover di Vogue Italia Febbraio 2025 è Oriana Fallaci,...
Miriam Leone sulla cover di Vogue Italia Febbraio 2025 è Oriana Fallaci, la grande giornalista italiana che interpreta anche nell'omonima serie tv Rai di prossima uscita
Di Miriam Leone dicono sia sempre entusiasta e arrivano a definire il suo entusiasmo “immotivato”. Ma è proprio questa caratteristica, unita a un forte desiderio di scoprire come la sua storia si è intrecciata a quella di Oriana Fallaci in occasione della serie Miss Fallaci (in uscita il 25 febbraio su Rai 1), che mi ha spinta a parlare con lei. Dalla nostra chiacchierata sono emersi molti spunti, primo fra tutti il senso di gratitudine di una donna di fine 900 nei confronti di un’altra che l’ha attraversato. Miriam non ha dubbi: è merito di combattenti come Oriana se oggi per le donne è tutto un po’ più facile, almeno nella nostra parte di mondo. Ma la serie non ha retorica o intenzioni agiografiche, anzi; di Fallaci emergono ossessioni, luci e ombre. Miriam è soddisfatta del risultato. Si vede, ci crede. E ripagata delle notti in bianco sul set, racconta quella che forse è la sua migliore interpretazione: l’Oriana (con l’articolo davanti, come la chiamavano tutti).
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Quando hai incrociato la storia di Oriana per la prima volta?
Sette anni fa a Londra grazie alla regista Alessandra Gonnella (intervistata a pagina 60, ndr), che mi contattò tramite DM su Instagram dicendomi che aveva un’idea da sottopormi. All’epoca era giovanissima, non aveva esperienze professionali, ma il soggetto e la sua intelligenza vivace mi colpirono. Si dice sempre di dare fiducia e spazio ai giovani, così decisi di supportarla. Il suo A Cup of Coffee with Marilyn, cortometraggio a costo zero, ha vinto vari premi e ci ha portate fino alla serie.
Oriana è molte vite. Voi però vi concentrate sulla sua giovinezza. Perché?
La serie racconta il prologo de I sette peccati di Hollywood, il suo primo libro. Oriana è una giovanissima giornalista de L’Europeo che viene inviata a L.A. per raccontare vizi e manie dei divi dell’epoca, ai quali toglie la maschera, svelandone l’aspetto più umano. Oggi con i social riusciamo a vedere il dietro le quinte, ma all’epoca il “backstage” non c’era, anzi, andava nascosto. L’avventura che raccontiamo è anche quella di un’italiana che arriva in America senza parlare una parola di inglese e lo impara da autodidatta – non a caso la serie è girata per metà in inglese ed è uno dei primi esperimenti di questo genere, anche se per l’uscita sulla Rai mi sono doppiata in italiano. Sin da subito Oriana, con la sua penna intelligente e fuori dal comune, spacca in quattro la verità e con ironia ci dice di non credere a tutto quello che vediamo, perché dietro esiste sempre una realtà non svelata.
Come sei entrata nel suo privato?
Ho lavorato molto con suo nipote, Edoardo Perazzi (intervistato a pagina 62, ndr), che mi ha aperto casa sua – un vero e proprio archivio dove c’è tutto il suo mondo. Cercavo e guardavo come una bambina ma con grande rispetto, chiedendo sempre il permesso prima di toccare. Una volta Edoardo mi ha messo l’elmetto che Oriana ha usato in Vietnam e ho sentito di entrare in contatto profondo con lei, anche se nella serie non ci concentriamo su quella parte della sua vita. Oltre agli abiti, in casa ci sono tutti i suoi scritti e i suoi quaderni. E poi ho visto il suo passaporto pieno di timbri, senza un millimetro vuoto.
Per Oriana la verità è un’ossessione, non tanto personale quanto professionale. Tu hai un’ossessione?
Mettermi a nudo nelle donne che interpreto è un atteggiamento ossessivo. Prima di iniziare faccio una grande ricerca, se il personaggio è realmente esistito rintraccio documenti e persone che hanno vissuto quella storia. Poi indago dentro di me senza pietà, andando in profondità come una speleologa. In passato l’ho fatto in modo un po’ audace. Oggi che sono anche mamma cerco di essere più morbida e dosarmi di più. La prima volta che sono tornata sul set non riuscivo a staccare la testa da mio figlio. Poi, pian piano, ci ho lavorato.
Sei una perfezionista insomma.
Come dice il mio maestro di yoga: «il meglio è nemico del bene», nel senso che quando vuoi la perfezione ti perdi l’imprevisto. L’equilibrio è fatto di cadute, e di tutte le volte in cui ti rialzi.
Negli anni 50 Fallaci sfida l’universo maschile. Oggi ce n’è ancora bisogno?
Io sfido questo mondo con la dolcezza. Spesso si pensa che la forza sia solo quella maschile, ma esiste anche la forza femminile – di cui gli uomini peraltro non difettano. Ora è il momento di rispolverare quella femminile, fatta d’intelligenza, elasticità e intuito. Più che a sermoni e proclami io credo nell’esempio. Oriana ha avuto una vita esemplare che vale la pena di studiare, soprattutto questa sua “età dell’innocenza” dove la sua guerra contro il maschile è molto accentuata. Lei non si definiva femminista, ma secondo me non c’è cosa più femminista di una donna indipendente che porta avanti il suo pensiero, la sua passione e il suo lavoro. La scelta di una giornalista di successo di dedicarsi alla carriera non era ben vista all’epoca, ma non è facile neanche oggi per una donna che si dà con sacrificio, onestà e intelligenza al proprio lavoro. C’è sempre un po’ di sospetto e c’è quel «metro di giudizio» di cui parlava anche Demi Moore ai Golden Globe, dicendo: «Buttate via il metro!». Sicuramente Oriana l’ha buttato via, ma si è buttata via anche in amore. In questo è facile riconoscersi, l’ex sbagliatissimo ce l’abbiamo tutti perché fa parte del percorso di crescita. Ha sbattuto la testa su uomini narcisisti che non le perdonavano il successo. E lei stessa non sapeva cosa fosse l’amore.
Nemmeno l’amore per un figlio...
Oriana ha vissuto la “non maternità” come un grandissimo dolore, lo si evince nel meraviglioso libro Lettera a un bambino mai nato. Mi chiedo cosa avrebbe detto o fatto oggi in proposito… Ogni storia è diversa ma quello che mi sento di dire alle ragazze è che bisogna informarsi, sul proprio corpo e su come cambia, anche quando un figlio non lo si vuole.
Tu che madre sei?
I primi mesi ho deciso di gestire il bambino completamente da sola e senza seguire i consigli che tutti volevano darmi, cercando di godermi la nuova intimità con mio figlio e mio marito. Oggi quando ce l’ho in braccio e vedo che ha ciò di cui ha bisogno, penso alle mamme che non hanno questa fortuna e so che non ho niente di cui lamentarmi. Siamo circondati da immagini terribili di bambini che soffrono, e noi dobbiamo andare per forza avanti con le nostre vite: mi sconvolge pensare alle mamme che devono scappare da un bombardamento con un figlio in braccio. È proprio questa insensatezza che Oriana voleva testimoniare.
Dal fronte lei diceva che la guerra è in ognuno di noi, ogni giorno.
Quella con noi stessi è la guerra più pericolosa, perché porta il conflitto nelle relazioni personali, nelle famiglie, tra marito e moglie, genitori e figli, fratelli e sorelle, amici, colleghi. La discordia è la madre di tutte le guerre, il volersi prendere ciò che è dell’altro e non pensare che ci possa essere spazio per tutti. Dobbiamo lavorare sempre su noi stessi per migliorare l’ambiente in cui viviamo. Questo Oriana non lo faceva. Lei era in guerra su tutto. La sua ombra più grande è di non aver mai trovato la pace.
Ti interessa sapere chi è la gente che va a vedere i tuoi film?
Più che altro la incontro e ci parlo. Sono fortunata perché ho un seguito di persone educate, sono il vento nelle mie vele. D’altronde ciò che amo di questo mestiere è che ti mette in contatto con altre storie, ti fa uscire da te stesso, essere empatico… Ho creato anche un brand di skincare, per prendermi cura della pelle degli altri.
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Il fact-checking sta scomparendo da Facebook e il giornalismo è sotto attacco. Tu come reagisci? Dove ti informi?
Ho fatto studi classici, per me le fonti sono la cosa più importante. La loro assenza è molto pericolosa perché rischia di farci credere a cose false, creando intorno a noi una realtà di comodo. Seguiamo solo quello che ci piace, ma stiamo disimparando a gestire ciò che non ci piace e questo può creare una vertigine, una confusione. Dobbiamo assolutamente proteggere la verità.
Che rapporto hai con la moda?
La amo, e amo il costume. E siccome tutte le donne della mia famiglia hanno lavorato in casa come sarte o ricamatrici, in qualità di unica nipote femmina da bambina mi sono toccati vestiti stupendi. Da piccola cucivo, ritagliavo i vestiti dagli editoriali dei giornali e li mettevo dentro l’armadio insieme alle locandine dei film. Mi facevo i vestiti da sola anche all’università, con uno stile molto discutibile ed eclettico. Oggi, per i miei personaggi, lavoro molto attivamente nella scelta dei costumi e ho la fortuna di collaborare con veri talenti. Per esempio Eva Coen, con cui, per Miss Fallaci, ho fatto un lavoro quasi archeologico, osservando foto in cui si vedeva Oriana cercare il suo stile come ogni ventenne, e attraversare anche una fase di grandissima inquietudine tricologica.
Quest’anno compi 40 anni. Stai facendo un bilancio?
Probabilmente l’ho già fatto qualche anno fa, quando ho vissuto una grande rivoluzione interiore. Mi sono resa conto di dover spegnere degli interruttori che azionavano cose che non mi piacevano; questo si chiama maturare. Venendo al presente, ho meno tempo di pensare a me perché oggi c’è mio figlio! Ma spero di realizzare alcune delle ricette che ho salvato su Instagram, visitare posti dove non sono mai stata e anche tornare a Los Angeles, dove ho tanti amici che stanno vivendo un momento terribile e che abbraccio da qui – sperando che, quando il giornale uscirà, non sarà più attuale…
Quando hai capito di avercela fatta?
Ero molto titubante nell’accettare il ruolo di Veronica Castello nella serie 1992. Non avendo mai interpretato scene di sesso, temevo il nudo, il giudizio degli altri e della mia famiglia. Con fermezza sono riuscita a chiedere di cambiare ciò che non mi andava bene. Quando ho visto che riuscivo a gestire la situazione mi sono detta che sarei potuta essere un’attrice professionista.
Il tuo “backstage” di Miss Fallaci?
Sono rimasta incinta mentre raccontavo l’aborto di Oriana. Segretamente, ogni mattina registravo dei video in cui ripetevo al bambino che stavo solo giocando, che era tutto finto. Ho passato quattro mesi incinta sul set. Poi, quando ho deciso di annunciarlo ai colleghi, le sarte e le costumiste mi hanno confessato di averlo capito da tempo, e che di nascosto mi sistemavano i vestiti affinché ci entrassi. Un altro dettaglio magico della mia storia con Oriana…
Abbiamo scattato queste fotografie presso le sedi storiche del Corriere della Sera e della Rai, dove Fallaci ha lavorato. Che significato hanno per te questi luoghi?
La Rai è uno dei primi posti dove sono entrata quando, agli inizi, facevo televisione con il sogno del cinema. Guardavo le interviste delle grandi attrici e mi chiedevo se mai un giorno ci sarei stata anche io, lì seduta a parlare di un mio progetto. Quando mi hanno dato il badge per entrare nell’edificio, è stato un salto del tempo. Un cerchio che si chiudeva.
In apertura Miriam Leone sulla cover di Vogue Italia Febbraio 2025 con un total look Prada
CREDITI
Foto MACIEK POZOGA
Styling ELENA MOTTOLA
Hair FRANCO GOBBI
Make-up ANTHONY PREEL
Set Designer VIOLA VITALI
Nails ISABELLA FRANCHI
Photo assistants: WILLIAM FLEMING, DAVIDE LIONELLO
Stylist assistant TERRY LOSPALLUTO
Set designer assistant CLAUDIA CATANZARO
Hair stylist assistant ALEXANDER MARKART
Tailor SUSY
Post production RETOUCHGRADINGBUREAU
Production SQUALO PRODUZIONI
Si ringraziano la Rai e il “Corriere della Sera” per le location.
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