MLB The Show 25 Recensione

Aprile 12, 2025 - 15:30
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MLB The Show 25 Recensione

MLB The Show 25 RecensioneA distanza di vent’anni dalla nascita della serie, MLB The Show 25 si presenta come un capitolo maturo e consapevole, fedele alla propria identità ma non privo di ambizioni. Sviluppato da San Diego Studio, il titolo continua a essere il punto di riferimento assoluto per gli appassionati di baseball, grazie a un gameplay raffinato, una proposta di modalità variegata e un rispetto per la storia e le tradizioni della Major League Baseball che, sulla carta, non ha eguali. Tuttavia, il rischio di sedersi sugli allori è sempre dietro l’angolo, e sebbene il gioco sia tecnicamente eccellente, il salto in avanti rispetto agli scorsi anni è percepibile solo a tratti. Come in passato con la recensione di EA Sports College Football 25 (vatti a recuperare la recensione) è soprattutto per e con curiosità che mi sono avvicinato a questo titolo: il baseball fa fortemente parte dell'immagnario statunitense della mia infanzia e, non avendone troppi esempi pratici qui in Svezia, ero affascinato dall'idea di sperimentarne regole, godimento e limiti sulla mia PlayStation 5. Dopo aver passato su MLB The Show 25 una manciata di ore e aver fatto doverosa ricerca sulle performance degli MLB The Show passati, è ora di raccontarti cosa penso.

Una base solida che si rinnova a piccoli passi

Il cuore pulsante di MLB The Show 25, come altri simulativi sportivi, è e rimane il suo gameplay. Chiunque abbia seguito la serie nel corso degli anni riconoscerà immediatamente la solidità del sistema di battuta, lancio e difesa, affinato attraverso decenni di iterazioni, e i neofiti come me avranno la solita curva di apprendimento ripida all'inizio da affrontare, ma se ce l'ho fatta io ce la puoi fare tu, fidati. [caption id="attachment_1092653" align="aligncenter" width="1200"]MLB The Show 25 Recensione - Il silenzio prima del tiro Il silenzio prima del tiro[/caption] Quest’anno la vera novità in termini di meccaniche è rappresentata dall’introduzione del sistema "Ambush Hitting", una dinamica che, giocando sul solito equilibrio di rischio e ricompensa, ti permette di "anticipare" un lancio, ossia di prevedere dove secondo te si trovera la palla nel momento in cui entrerà nella tua area di ricezione, scommessa che ovviamente ti fa pagare il costo di, probabilmente, più di un errore di arroganza. È una scelta che funziona bene, ma ad una nuova giocatrice o giocatore suggerirei di stare sul sicuro e di padroneggiare le meccaniche di base, prima che quelle così avanzate. Un’altra aggiunta importante di MLB The Show 25 è la nuova difficoltà denominata "G.O.A.T.", pensata per chi vuole misurarsi con un’esperienza estremamente più punitiva. Questa modalità elimina ogni margine di errore, richiedendo tempi di reazione impeccabili, precisione chirurgica nei lanci e grande padronanza nella gestione del diamante. Si tratta di una sfida pensata per gli hardcore gamer, che però contribuisce ad arricchire ulteriormente il ventaglio di opzioni. Le animazioni sono state incrementate significativamente, con oltre 500 nuove transizioni che rendono i movimenti dei giocatori più fluidi e realistici. Anche le collisioni tra difensori e la gestione dei rimbalzi sono più credibili, contribuendo a un’esperienza complessivamente più naturale. Tolti questi dati relativamente fini a sé stessi, com'è MLB The Show 25 nel pratico? [caption id="attachment_1092650" align="aligncenter" width="1200"]MLB The Show 25 Recensione - La UI è molto pulita nella maggior parte delle situazioni La UI è molto pulita nella maggior parte delle situazioni[/caption] Citavo prima la curva di apprendimento iniziale se lo sport lo si conosce, come me, poco e solo collateralmente. C'è forse meno hand holding in MLB The Show 25 rispetto alle fasi di training di College Football 25, ma il baseball è di base un gioco molto più semplice nella struttura e negli obbiettivi: una partita è costituita da 9 turni (inning) che vedono le 2 squadre da 9 giocatori alternarsi, durante ogni singolo inning, tra la difesa e l'attacco; chi difende agisce tramite un tiratore che, su una collinetta apposita, tira al proprio ricevitore, accucciato dietro il battitore della squadra avversaria. Se il ruolo del tiratore è quello di far passare la palla incolume fino al ricevitore, il battitore avversario deve colpire la palla e fare in modo che essa "passi il più tempo possibile" lontano dalle mani della squadra avversaria; nel momento in cui un battitore riesce a colpire la palla, si trasforma in corridore e cerca di raggiungere almeno una delle basi poste lungo il perimetro del diamante più interno. Se si arriva a chiudere il diamante, l'inning va a chi ce l'ha fatta e si passa al prossimo turno. Abbastanza semplice, no? Ci sono ulteriori regole più chirurgiche, ma di base la meccanica è tirare una palla, colpire una palla, correre, acchiappare una palla, e in questo MLB The Show mi ha permesso l'automazione di praticamente ogni ruolo tolto il mio, assistenza sicuramente gradita nel momento in cui si vuole solo perfezionare prima la comprensione del gioco e successivamente la riuscita nel nostro ruolo. Con queste opzioni attive ho infatti imparato in poco meno di un'ora come si legge la UI, come alternare i tipi di tiro in modo funzionale e soddisfacente, e come garantirmi almeno una chance di ottenere un inning. [caption id="attachment_1092656" align="aligncenter" width="1200"]MLB The Show 25 Recensione - Il potenziamento avviene tramite token ottenibili giocando normalmente o eseguendo azioni più rischiose o spettacolari Il potenziamento avviene tramite token ottenibili giocando normalmente o eseguendo azioni più rischiose o spettacolari[/caption] C'è una palpabile sensazione di ripetitività in MLB The Show 25, nel momento in cui si automatizza tutto, ed è legittimo sentirla, ma sganciare man man gli altri ruoli dalla gestione automatica dell'IA è un rimedio a questa tediosità, per quanto sicuramente il baseball sia fatto di molte più pause e staticità rispetto ad un football americano o al calcio.

Il Road to the Show è profondo ma piuttosto su binari

La modalità carriera "Road to the Show", quella da me provata nella quasi totalità del tempo passato sul gioco, riceve uno degli aggiornamenti più corposi. Si inizia ora dal liceo, con partite che determinano l’accesso al baseball livello college o direttamente all'MLB. Il sistema introduce un primo livello narrativo che, pur mantenendo una forte impronta guidata, permette una maggiore immedesimazione nel percorso del proprio atleta. Le otto università su licenza (tra cui Texas, LSU e UCLA) aggiungono un'autenticità della quale riconosco la potenza, pur nella debolezza conoscitiva di qualcuno che non abita negli Usa, ma il percorso sembra ancora troppo poco dinamico, cosa che in parte già riscontravo in College Football 25. È difficile non pensare a quanto la modalità trarrebbe beneficio da una componente più profondamente "ruolistica", con più scelte morali e di maggior impatto, relazioni extra-campo con allenatori e compagni, o anche solo imprevisti che, come nella vita vera, possano cambiare di tanto o di poco il percorso verso l'MLB del nostro alter ego. [caption id="attachment_1092654" align="aligncenter" width="1200"]MLB The Show 25 Recensione - Le sfide dinamiche ci danno piccoli obbiettivi in più durante determinate fasi della partita Le sfide dinamiche ci danno piccoli obbiettivi in più durante determinate fasi della partita[/caption] Un miglioramento tecnico significativo di MLB The Show 25 è la visualizzazione dell'attributo "REAC" (reazione difensiva), che evidenzia visivamente quanto velocemente un difensore risponde a una palla battuta. Questo dettaglio non solo aumenta la leggibilità del gameplay, ma consente di percepire con maggiore chiarezza i miglioramenti statistici del proprio personaggio. Tolto questo, devo confessarti che ho istintivamente ignorato gran parte delle mie statistiche, concentrandomi più a perfezionare la reazione al tiro in ricezione, e la potenza e precisione del tiro in attacco. Road to the Show non è ovviamente l'unica modalità, ma è quella più adatta (forse ad esclusione della Negro League) a giocatrici e giocatori alle prime armi. Sono sicuro ci siano eventi o imprevisti che MLB The Show 25 è in grado di lanciare sul mio cammino, ma ho sempre trovato che le simulazioni sportive che funzionano meglio sono quelle che svelano i propri sistemi mentre questi sono in azione, e non lasciano troppo all'oscuro chi gioca, a costo di inondarlo di info. Quelle informazioni, almeno, devono essere disponibili, altrimenti è legittima e piuttosto immediata la sensazione di un percorso professionale un po' troppo prevedibile e anticlimatico nella sua assenza di scossoni.

Modalità coraggiose e storyline senza sforzo

Il cuore più arduo e strettamente tecnico di MLB The Show 25, nonché quello che offre più opportunità multiplayer, resta invece Diamond Dynasty, che quest’anno riesce a trovare un equilibrio interessante tra progressione e accessibilità. San Diego Studio ha finalmente smussato gli angoli più frustranti del grinding, a detta di molti esperti del genere simulativo sportivo, mantenendo però una profondità che sembra premiare l’impegno. [caption id="attachment_1092651" align="aligncenter" width="1200"]MLB The Show 25 Recensione - La schermata fra le partite ricorda molto quella di College Football 25 La schermata fra le partite ricorda molto quella di College Football 25[/caption] La "sottomodalità" che più mi ha stuzzicato ma sulla quale non ho voluto passare troppo tempo è "Diamond Quest", una modalità con elementi roguelike in cui affronti una serie di partite a difficoltà crescente, con la presenza di modificatori applicabili tra un match e l’altro in una sorta di gioco da tavolo del baseball. L'idea di base è interessante, perché mescola la strategia tipica di questa modalità alle imprevedibilità più tipiche del genere roguelike, e la comodità di poter scegliere la difficoltà delle singole partite di questa scalata è un'opzione interessante. La presenza delle "Storylines" continua a essere uno degli elementi più potenzialmente interessanti della serie, e ho letto pareri entusiasti sulla prima stagione della storyline dedicata alla Negro League, introdotto in MLB The Show 23, due anni fa. Quest’anno, la modalità si arricchisce di nuovi atleti, con nuovi filmati e partite tematiche, ma il contributo di chi gioca sembra davvero minimo, in questa modalità. Sembra una tranche di gioco troppo in conflitto fra puro fine documentativo e le necessità di avere del gameplay per considerarlo parte del gioco. Si tratta sicuramente di un tributo importante, trattato con rispetto, e fa piacere vedere qualcosa che ha l'intenzione di impreziosire l’esperienza con una componente culturale di valore; peccato solo per lo scarso contributo, a questo fine, di chi ha il controller in mano. Le modalità gestionali di MLB The Show 25, chiamate Franchise e March to October, sembrano aver ricevuto aggiornamenti relativi ai contenuti, come la gestione degli infortuni e un’interfaccia semplificata che, in linea con la rimozione dei limiti stagionali nella Diamond Dynasty, facilitano le operazioni di draft di nuovi membri della squadra. [caption id="attachment_1092648" align="aligncenter" width="1200"]MLB The Show 25 Recensione - Il commento audio è piacevole e non risulta troppo ripetitivo Il commento audio è piacevole e non risulta troppo ripetitivo[/caption] Tuttavia, anche confrontandomi con colleghi più avvezzi a queste modalità molto più tecniche rispetto a quello che cerco in un MLB The Show 25, resta la sensazione che queste modalità meriterebbero un intervento più professionale e invasivo, per offrire a chi gioca offline la possibilità di prendere parte ad una stagione di gioco solida, con la propria squadra preferita, e non così lenta nell'evoluzione. Personalmente credo che un'infarinatura di narrativa stagionale potrebbe giovare all'impianto ludico, ma magari è solo la percezione di scarsa interattività a risultare così visceralmente scomoda.

Lo spettacolo visivo continua

Dal punto di vista tecnico, MLB The Show 25 si conferma uno dei giochi sportivi più belli da vedere e da ascoltare. Su PlayStation 5 Pro il livello di dettaglio è straordinario: le texture dei volti (pur relativamente indietro in fatto di espressività), la resa dei campi da gioco, le animazioni del pubblico e persino le variazioni climatiche restituiscono un colpo d’occhio da vera trasmissione televisiva. Il commento tecnico è stato aggiornato con nuove linee di dialogo, sebbene la varietà possa ancora migliorare. In alcune partite, si nota una certa ripetitività, ma nel complesso la sensazione di assistere a una telecronaca è convincente, molto più che in College Football 25. L’audio ambientale, dai cori dei tifosi ai rumori del guanto che cattura una palla veloce, è eccellente. Va affrontato il tema delle microtransazioni, punto debole di molte produzioni EA: MLB The Show 25 non fa eccezione al trend. Il bilanciamento tra contenuti sbloccabili giocando e cose invece acquistabili sembra onesto e non pesa da un lato o dall'altro, o almeno non troppo, per me che non ho mai speso soldi su microtransazioni all'interno di un gioco sportivo. Molto fanno le missioni giornaliere e settimanali, che permettono di ottenere carte e valuta virtuale in modo più frequente e "sostenibile", riducendo il senso di frustrazione. Tolto questo, è chiaro che chi investe nell'acquisto di pacchetti potrebbe avere un vantaggio iniziale decisivo, in Diamond Dynasty, quindi in generale ti suggerirei di goderti quel che riesci senza investire denaro alla rincorsa di chi magari ha iniziato a spenderci soldi dal day one. [caption id="attachment_1092646" align="aligncenter" width="1200"]MLB The Show 25 Recensione - I volti non sono il top, ma la narrazione distrae il giusto dall'eventuale monotonia delle prime partite I volti non sono il top, ma la narrazione distrae il giusto dall'eventuale monotonia delle prime partite[/caption] Devo anche chiedere un po' più di coraggio e spinta creativa per quanto riguarda gli spazi fuori dagli stadi: in alcune inquadrature siamo al livello poligonale di PS2. San Diego Studio... alziamo l'asticella, please!

MLB The Show 25 - Conclusioni

MLB The Show 25 non è un capitolo rivoluzionario, ma a chi si avvicina per la seconda volta a questo franchise, ha l'apparenza di un prodotto completo e, soprattutto, rifinito. San Diego Studio conferma la sua maestria nel confezionare un prodotto tecnicamente eccellente, piuttosto accessibile e rispettoso della tradizione del baseball, anche con sezioni dedicate alla storia dei gruppi più importanti, socialmente e professionalmente, della storia dello sport. Questo capitolo vede l'introduzione di novità interessanti e integrate in modo più che sufficiente, ma ci sono ancora margini di miglioramento soprattutto per quanto riguarda l'onboarding di nuove giocatrici e giocatori. Di meglio, ora come ora, nel mercato non c'è, quindi pur considerando i passi avanti che l'IP deve fare, MLB The Show 25 è IL gioco di baseball se ci si ritrovi interessati allo sport. Speriamo in una iterazione 2026 un po' più coraggiosa.

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