Moda (ancora) in carenza di professionisti: perse 28.500 unità in 10 anni

Sono 28.500 gli addetti che il comparto moda ha perso tra il 2014 e il 2024, con una riduzione del 12,9% della forza lavoro. È questo il quadro tratteggiato da Infocamere per Il Sole 24 Ore, che attinge dai dati del Registro Imprese e dell’Inps, e che evidenzia come sia la moda il settore manifatturiero […]

Moda (ancora) in carenza di professionisti: perse 28.500 unità  in 10 anni
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Sono 28.500 gli addetti che il comparto moda ha perso tra il 2014 e il 2024, con una riduzione del 12,9% della forza lavoro. È questo il quadro tratteggiato da Infocamere per Il Sole 24 Ore, che attinge dai dati del Registro Imprese e dell’Inps, e che evidenzia come sia la moda il settore manifatturiero più colpito dalla crisi occupazionale.

Un dato che a ben guardare non stupisce, ma conferma quanto da tempo lamentato dalle associazioni di categoria che rappresentano le numerose anime del comparto, tutte allarmate dalla difficoltà sempre più urgente di reclutare figure – soprattutto tecniche e specialistiche – da reclutare all’interno della filiera.

Non tutti i segmenti fashion, tuttavia, sembrano aver subito la crisi con la stessa intensità nel corso dell’ultimo decennio. Il calo più marcato si registra nel tessile, con 13.352 occupati in meno, seguito dalla confezione di abbigliamento, che ha accusato una riduzione di 11.545 lavoratori, e dagli articoli in pelle, con 3.653 posti andati perduti. Si tratta, evidentemente, di numeri che riflettono un cambiamento profondo, non legato solo a dinamiche congiunturali ma a trasformazioni più strutturali.

Il 2024, nello specifico, evidenzia una flessione del mercato pari al 5,3% rispetto all’anno precedente, dato che arriva in seguito all’euforia dell’era post-Covid. Ma il declino dell’occupazione non può essere spiegato solo da questa frenata. La moda italiana sta attraversando una più ampia fase di riassetto, con un ridimensionamento delle realtà più piccole e una progressiva concentrazione del lavoro nelle aziende più grandi, nell’ambito di un fenomeno, in parte dovuto alla concorrenza internazionale e ai cambiamenti nelle catene di approvvigionamento, che sta portando alla scomparsa di molte Pmi storiche, per decenni lo zoccolo duro della manifattura italiana.

Procede in parallelo alla riduzione degli occupati anche quella delle imprese: secondo lo studio, infatti, nel decennio il settore ha infatti perso 12.466 aziende. Il dato fa pensare a una più ampia trasformazione del tessuto produttivo tricolore, con la scomparsa di molte Pmi e la concentrazione della produzione in player sempre più ampie e strutturate. Da non sottovalutare anche il ruolo della delocazione e l’automazione dei processi produttivi, che stanno ridisegnando il panorama del mercato del lavoro con delle inevitabili conseguenze sull’occupazione, soprattutto nei settori più tradizionali della manifattura.

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