Monetizzazione ferie dirigenti pubblici: il parere della Cassazione
lentepubblica.it La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 5496 del 2 marzo 2025, ha introdotto un’importante novità in materia di monetizzazione delle ferie per i dirigenti pubblici. Secondo la Suprema Corte, spetta al datore di lavoro dimostrare che l’organizzazione dell’ente avrebbe potuto garantire l’efficienza operativa anche nel caso in cui il dirigente avesse usufruito delle ferie maturate. […] The post Monetizzazione ferie dirigenti pubblici: il parere della Cassazione appeared first on lentepubblica.it.

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La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 5496 del 2 marzo 2025, ha introdotto un’importante novità in materia di monetizzazione delle ferie per i dirigenti pubblici.
Secondo la Suprema Corte, spetta al datore di lavoro dimostrare che l’organizzazione dell’ente avrebbe potuto garantire l’efficienza operativa anche nel caso in cui il dirigente avesse usufruito delle ferie maturate.
Il ricorso e i punti di contestazione
Il caso ha preso avvio dal ricorso di un dirigente pubblico che, al termine del rapporto di lavoro, aveva richiesto la liquidazione delle ferie non godute. La Corte territoriale aveva respinto la richiesta, ritenendo che il diritto alla monetizzazione si applicasse esclusivamente alle ferie maturate nell’ultimo periodo di servizio, escludendo quelle accumulate negli anni precedenti.
Il ricorrente ha quindi sollevato diverse censure, tra cui:
- Errata interpretazione della normativa: contestando la decisione della Corte territoriale, che aveva limitato il diritto alla monetizzazione solo all’ultimo anno di servizio.
- Mancata motivazione della sentenza: sottolineando l’assenza di una spiegazione adeguata sul motivo per cui si ritenesse che il dirigente potesse autonomamente organizzare le ferie.
- Omesso esame di contratti di lavoro: evidenziando che i documenti sottoscritti con la Direzione Aziendale stabilivano modalità specifiche per la fruizione delle ferie, che non erano state prese in considerazione.
- Violazione dell’onere della prova: affermando che spettava al datore di lavoro dimostrare che il dirigente avesse avuto la possibilità effettiva di godere delle ferie senza compromettere il funzionamento dell’ente.
La decisione della Cassazione sulla monetizzazione delle ferie dei dirigenti pubblici
Accogliendo il ricorso, la Suprema Corte ha ribadito un principio già espresso in precedenti pronunce (Cass. n. 13613/2020, Cass. n. 18140/2022, Cass. n. 21780/2022, Cass. n. 13679/2024). In base a tali orientamenti, un dirigente ha diritto a un’indennità sostitutiva per le ferie non godute alla cessazione del rapporto di lavoro, a meno che il datore di lavoro non dimostri di avergli garantito concretamente la possibilità di usufruirne. Tale prova deve includere un’adeguata informazione e, se necessario, un formale invito a fruirne.
Questa sentenza segna un passaggio significativo nella disciplina delle ferie per i dirigenti pubblici, rafforzando la tutela del diritto alle ferie e stabilendo con maggiore chiarezza gli oneri probatori a carico dei datori di lavoro nel settore pubblico.
Il testo della sentenza
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