"Nanette" compie un secolo senza neppure una ruga
AGI - In prima a Londra l'11 marzo 1925, il musical di Youmans conquisterà il mondo. Nell'Urss Šostakovič ne orchestrò una canzone in 45 minuti. In Italia 50 anni fa l'operetta Rai con Elisabetta Viviani, Agus, Lippi, Bertè e Ricchi e Poveri. Simbolo stesso della Belle Epoque, l'operetta europea sopravvisse al rimescolamento totale della società dovuto alla prima guerra mondiale e si trasfigurò nella travolgente formula del musical americano, rivisitazione a stelle e strisce di quello stile che non era abbastanza “alto” come l'opera lirica ma neppure un collage di canzoni di successo legate da un'esile trama. L'anno dopo quello in cui George Gershwin, fortunato autore di canzoni, dava veste sinfonica al jazz con la rivoluzionaria Rhapsody in Blue, Vincent Youmans presentava al Palace Theatre di Londra il musical «No, No, Nanette» composto su liriche di Irving Caesar e Otto Harbach. L'11 marzo 1925 debuttava uno spettacolo che avrebbe avuto ben 664 repliche, e che eguale successo

Simbolo stesso della Belle Epoque, l'operetta europea sopravvisse al rimescolamento totale della società dovuto alla prima guerra mondiale e si trasfigurò nella travolgente formula del musical americano, rivisitazione a stelle e strisce di quello stile che non era abbastanza “alto” come l'opera lirica ma neppure un collage di canzoni di successo legate da un'esile trama. L'anno dopo quello in cui George Gershwin, fortunato autore di canzoni, dava veste sinfonica al jazz con la rivoluzionaria Rhapsody in Blue, Vincent Youmans presentava al Palace Theatre di Londra il musical «No, No, Nanette» composto su liriche di Irving Caesar e Otto Harbach. L'11 marzo 1925 debuttava uno spettacolo che avrebbe avuto ben 664 repliche, e che eguale successo avrebbe mietuto a Broadway, dove sarebbe sbarcato il 16 settembre, rimanendo un anno in cartellone. Il jazz entrava nel mondo del valzer, spodestandolo e prendendosi tutta la scena, inaugurando una nuova stagione del teatro musicale negli “anni ruggenti”, dal proibizionismo al New Deal, passando dal cabaret e superando persino la tragedia della seconda guerra mondiale.
La leggerezza, gli intrecci, il brio e le melodie accattivanti
Nanette è la pupilla del milionario John Smith, diventato ricco pubblicando la Bibbia, e della moglie Sue. Nonostante le buone intenzioni della coppia che intende farne una donna preparata all'ingresso nell'alta società, la ragazza intende ancora divertirsi ad Atlantic City, in sintonia con Tom Trainor. Ma Jimmy non desiste dalla sua personale missione di filantropo che applica a donne giovani e piacenti, come Betty, Winnie e Flora, andandosi a impelagare in una serie di guai, perché queste mirano ai suoi soldi e lo fanno ritrovare in situazioni imbarazzanti. Lo zio di Tom, di professione avvocato, gli dà consigli per liberarsi dalle tre donne, come quello di andarsene a Filadelfia, ma è la scaltra nipote Nanette la vera artefice dei suoi salvataggi. Ad Atlantic City accade davvero di tutto, in un pirotecnico gioco degli equivoci su attrazioni e presunti tradimenti tra le coppie, ed è qui che Nanette e Tom si confessano il reciproco amore. Risolta per il meglio ogni possibile implicazione spiacevole, riavvicinati John e Sue arrivati al punto di divorziare, i due giovani decidono di convolare felicemente a nozze. Ed è festa per tutti con canti e danze.
Da Thea for Two a stelle e strisce alla scommessa di Tahiti Trot in salsa russa
Il I ottobre 1927 il compositore sovietico Dmitrij Šostakovič stava ascoltando alla radio assieme al direttore Nikolaj Malko un'edizione di «No, No, Nanette», e la loro attenzione era stata attirata da «Thea for Two». Malko aveva allora sfidato Šostakovič a riorchestrare quella canzone al massimo in un'ora, e per quella scommessa tirò fuori cento rubli. Il musicista non se lo fece ripetere due volte: entrò in una stanza, prese la carta pentagrammata e riuscì fuori con la partitura completa, lasciando Malko a bocca aperta e senza cento rubli in tasca. Lo stesso direttore eseguirà il «Tahiti Trot» op. 16 (com'era stata ribattezzata la composizione) il 27 novembre 1928 al Conservatorio di Mosca. Da allora non sono pochi coloro che vengono tratti in inganno nell'attribuzione della musica, tra la versione originale americana e quella raffinatissima sovietica.
Grande successo per l'adattamento tv di Vito Molinari proposto sulla prima rete
Nel 1974 il regista Vito Molinari, specializzato nel genere, realizzò per la Rai le versioni di alcune operette di successo con cast di primissimo piano che venivano trasmesse in due parti il sabato sera: «Al cavallino bianco» (30 novembre/7 dicembre, in bianco e nero) di Ralph Benatzky, Robert Stolz, Robert Gilbert e Bruno Granichstaedten, su libretto di Hans Müller-Einigen e Erik Charrell, con Angela Luce, Tony Renis, Gianni Nazzaro, Gianrico Tedeschi, Mita Medici, Paolo Poli, Maurizio Micheli, Mario Pisu; «L'Acqua Cheta» (14/21 dicembre, a colori) di Giuseppe Pietri su libretto di Augusto Novelli con Nada Malanima, Nino Castelnuovo, Gianrico Tedeschi, Renzo Montagnani, Ave Ninchi e Daniela Poggi; e infine (28 dicembre 1974/4 gennaio 1975, a colori) «No, No, Nanette», con Elisabetta Viviani, Gianrico Tedeschi, Lia Zoppelli, Claudio Lippi, Marianella Laszlo, Gianni Agus, Claudia Caminito, Ombretta Colli, Giuliana Rivera, Loredana Bertè, Ricchi e Poveri. E con milioni di telespettatori per il sabato sera in famiglia. Era davvero un'altra Italia, ed era anche un'altra Rai.
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