Nasce l'Europa della difesa con il veto di Orban. Meloni: no alle truppe in Ucraina

Nasce l'Europa della difesa ma l'Ue nel sostegno a Kiev trova l'opposizione interna di Orban. Il Consiglio europeo straordinario porta a casa il successo della nascita dell'Europa della difesa che si attendeva da tempo, anche se per molti è solo l'inizio. E' la prima volta da quando i leader europei si confrontano a 27 dalla svolta della telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin del 12 febbraio. Da allora è stata tutta un'accelerazione che ha portato la Commissione europea a mettere sul tavolo già un piano concreto per rafforzare la difesa europea e allo stesso tempo poter aiutare Kiev di fronte alla ritirata di Washington. Il capitolo viene approvato da tutto il Consiglio europeo, mentre quello sull'Ucraina viene adottato a 26, senza l'Ungheria di Orban. Di fatto non si può dire che è una decisione del Consiglio europeo, che opera all'unanimità. In un primo momento c'è stato anche il veto slovacco di Robert Fico, poi caduto di fronte all'inserimento nel testo di garanzie sul transi

Nasce l'Europa della difesa con il veto di Orban. Meloni: no alle truppe in Ucraina

Nasce l'Europa della difesa ma l'Ue nel sostegno a Kiev trova l'opposizione interna di Orban. Il Consiglio europeo straordinario porta a casa il successo della nascita dell'Europa della difesa che si attendeva da tempo, anche se per molti è solo l'inizio. E' la prima volta da quando i leader europei si confrontano a 27 dalla svolta della telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin del 12 febbraio. Da allora è stata tutta un'accelerazione che ha portato la Commissione europea a mettere sul tavolo già un piano concreto per rafforzare la difesa europea e allo stesso tempo poter aiutare Kiev di fronte alla ritirata di Washington. Il capitolo viene approvato da tutto il Consiglio europeo, mentre quello sull'Ucraina viene adottato a 26, senza l'Ungheria di Orban. Di fatto non si può dire che è una decisione del Consiglio europeo, che opera all'unanimità. In un primo momento c'è stato anche il veto slovacco di Robert Fico, poi caduto di fronte all'inserimento nel testo di garanzie sul transito del gas in Ucraina. Il pungolo di avere un membro Ue che fa più il gioco di Mosca (e ora anche di Washington) non è certo un bel segnale all'esterno e non promette niente di buono sulle prossime decisioni in materia di politica estera, che richiedono l'unanimità.

Al vertice è accorso in persona il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha avuto un 'confronto aperto' di 1,5 ore con i leader Ue e che ha lasciato Palazzo europea senza conferenza stampa. "Voglio ringraziare tutti i leader europei per il forte segnale di supporto - ha affermato il leader ucraino -. Siamo molto grati di non essere soli. E queste non sono solo parole, lo sentiamo". Dal canto suo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato che "questo è un momento spartiacque" per l'Europa e l'Ucraina. "L'Europa - dice - affronta un pericolo chiaro e presente, e deve essere in grado di proteggersi, di difendersi, così come dobbiamo mettere l'Ucraina in una posizione per proteggersi e spingere per una pace duratura e giusta".

Nelle dichiarazioni finali, i 27 sottolineano "la necessità di continuare ad aumentare in modo sostanziale la spesa per la sicurezza e la difesa dell'Europa" e accolgono "con favore" lo stop al Patto di stabilità con l'attivazione della clausola di salvaguardia nazionale. Si guarda poi "ulteriori misure", garantendo la sostenibilità del debito, "per agevolare una spesa significativa per la difesa a livello nazionale in tutti gli Stati membri". Tra i punti centrali viene sottolineata l'importanza della difesa dei confini. Assente invece dal tavolo il dibattito sull'ombrello del nucleare in chiave anti-Mosca del presidente francese, Emmanuel Macron. Tuttavia, a margine della riunione, alcuni leader hanno apprezzato la proposta. Secondo il premier polacco, Donald Tusk, "dobbiamo considerarla seriamente" perché "deve essere una delle nostre priorità coordinare tutte le nostre capacità in Europa" cosa "che può darci un chiaro vantaggio contro la Russia". Per il presidente lituano, Gitanas Nauseda, "fungerebbe da deterrente davvero molto serio nei confronti della Russia, ed è molto importante sfruttare questa opportunità, tutte le opportunità, per aumentare la nostra resilienza, specialmente sul fianco orientale".

 "Il concetto di difesa in Europa è un concetto più ampio della parola riarmo e credo che la parola riarmo non sia la parola adatta per parlare di quello che stiamo facendo", puntualizza la premier Giorgia Meloni al tavolo dei leader europei (le dichiarazioni nel video TotalEU in alto) . Se da una parte apprezza lo scorporo delle spese per la difesa dal Patto di stabilità deciso dalla Commissione europea, dall'altra critica il nome 'ReArm EU" dato al piano di rilancio della difesa europea. Il tema è molto più ampio e "riguarda il tema delle materie prime, il tema della cybersicurezza, il tema delle infrastrutture critiche e tantissimi domini", sottolinea. Bene anche lo strumento da 150 miliardi di euro "che è un'ulteriore possibilità anche se tra le criticità segnalate dall'Italia c'è quella per cui gran parte di queste risorse hanno a che fare in qualche maniera con il debito". E' per questo che l'Italia proporrà già all'Ecofin della prossima settimana di "immaginare strumenti di garanzia europee per gli investimenti privati sul modello di InvestEU", perché "quando nazioni come la nostra si approcciano con la materia del debito ci sono dei rischi che vanno tenuti in considerazione".

L'Italia chiede anche che le spese che si possono fare per la difesa al di fuori dei vincoli del Patto di stabilità siano calcolate interamente anche per il raggiungimento del target Nato, del 2% ora, ma che potrebbe arrivare al 3 o 3,5% dopo il vertice dell'Alleanza atlantica di fine giugno. Meloni respinge l'idea di inviare truppe di pace europee, francesi o britanniche. L'Italia non lo farà, se non nell'ambito di una cornice Onu e quindi dopo che sarà siglata la pace. La soluzione per il governo italiano risiede nel fornire all'Ucraina la copertura dell'articolo 5 della Nato, quello che obbliga ogni alleato a intervenire in caso di attacco. "Penso che sicuramente sarebbe molto più efficace - rimarca la premier -. E' una cosa diversa dall'ingresso nella Nato, però" significa "estendere la stessa copertura che hanno i paesi Nato anche all'Ucraina. Credo che quella sarebbe una garanzia di sicurezza stabile, duratura, effettiva, più di alcune delle proposte che sto vedendo, per cui è sicuramente una delle che proposte le mettiamo sul tavolo". Infine, l'idea di tenere un vertice Ue-Usa "è un impegno sul quale l'Italia sta lavorando e intende lavorare".

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