Nicaragua. Israele: Ortega ci ripensa, ‘pieno appoggio alle accuse di genocidio’

Aprile 14, 2025 - 12:30
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Nicaragua.  Israele: Ortega ci ripensa, ‘pieno appoggio alle accuse di genocidio’

di Giuseppe Gagliano –

Dopo un fugace dietrofront, il governo nicaraguense di Daniel Ortega ha annunciato la ripresa del procedimento legale contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia. Una mossa improvvisa che, più che segnare una riscoperta vocazione umanitaria, rivela le tensioni che attraversano l’asse Managua-Mosca-Pechino e i limiti crescenti della protezione fornita dalle potenze autoritarie.
Il Nicaragua aveva inizialmente aderito al caso promosso dal Sudafrica, che accusa Israele di violare la Convenzione contro il genocidio per le operazioni militari nella Striscia di Gaza. Poi, l’inaspettato ritiro, ufficialmente giustificato dai costi elevati e dalle restrizioni economiche. Oggi, il ritorno sulla scena legale motivato, secondo il governo, dall’arrivo di “offerte di cooperazione” e dal peggioramento della situazione umanitaria in Palestina.
In realtà dietro la giravolta diplomatica si intravedono i riflessi di una crisi geopolitica più ampia. Il fronte sandinista, alle prese con sanzioni occidentali e crescente isolamento, ha bisogno di mostrarsi attivo nella difesa di cause globali per rafforzare la propria legittimità interna e riaffermare la sua posizione tra i Paesi allineati contro l’egemonia USA. L’obiettivo è chiaro: evitare la marginalizzazione internazionale e mantenere aperti i canali con i Paesi “non allineati”, mentre la protezione offerta da Mosca e Pechino sembra meno garantita di un tempo.
Non è un caso che l’opposizione in esilio, attraverso la voce di Félix Maradiaga, abbia letto il ritiro iniziale come un tentativo di disinnescare tensioni con Washington e Bruxelles. Per l’ex leader denazionalizzato, il passo indietro di Ortega rispondeva al timore di ulteriori rappresaglie economiche, mentre il nuovo passo avanti sarebbe solo una mossa tattica per cavalcare l’ondata di indignazione internazionale, senza cambiare realmente strategia.
Il Nicaragua, va ricordato, ha già interrotto le relazioni diplomatiche con Israele nell’ottobre 2024, aderendo così al fronte che include Paesi come Cuba, Libia, Bolivia e Turchia. Ma nel contesto attuale, le dichiarazioni ufficiali in solidarietà con il popolo palestinese appaiono come atti più retorici che sostanziali, usati per mascherare un pragmatismo difensivo: guadagnare tempo e consenso tra i Paesi del Sud globale, mentre il mondo multipolare evolve rapidamente e il margine di manovra si restringe.
Con questo ritorno nel processo giudiziario internazionale, il Nicaragua si allinea a una crescente coalizione anti-israeliana. Ma resta da capire se si tratti di una scelta coerente con un progetto geopolitico solido, o di un nuovo episodio nel lungo romanzo delle manovre opportunistiche di un regime che cerca disperatamente di restare a galla nel mare agitato delle relazioni internazionali.

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Redazione Redazione Eventi e News