"Niente monologhi": Katia Follesa stronca la sinistra con due sole parole, un caso a Sanremo
Bei tempi quando per la sinistra l'equazione politica perfetta era Festival di Sanremo più attacchi politici al centrodestra. E poco importava se quest'ultimo fosse al governo o meno. Era questione di "cultura" (anzi, egemonia culturale). Oggi, nella prima edizione del Carlo-Conti-bis, è Katia Follesa a infrangere anche con un certo orgoglio la formula perfetta messa a puntino in maniera sistematica da Amadeus. Quella che prevedeva monologhi impegnati e spesso anche un po' avvelenati, molto inclusivi e ancor più politicamente corretti, preferibilmente affidati a qualche donna. Un paio di nomi che vengono subito alla mente: Rula Jebreal e Chiara Ferragni. La comica brianzola, diventata famosa a Zelig, in coppia con Valeria Graci nel duo Katia & Valeria, ha annunciato che la sua partecipazione all'Ariston, come conduttrice nella serata di giovedì 13 febbraio insieme a Miriam Leone ed Elettra Lamborghini, avrà come cifra stilistica quella della "leggerezza e ironia". E tanti
Bei tempi quando per la sinistra l'equazione politica perfetta era Festival di Sanremo più attacchi politici al centrodestra. E poco importava se quest'ultimo fosse al governo o meno. Era questione di "cultura" (anzi, egemonia culturale).
Oggi, nella prima edizione del Carlo-Conti-bis, è Katia Follesa a infrangere anche con un certo orgoglio la formula perfetta messa a puntino in maniera sistematica da Amadeus. Quella che prevedeva monologhi impegnati e spesso anche un po' avvelenati, molto inclusivi e ancor più politicamente corretti, preferibilmente affidati a qualche donna. Un paio di nomi che vengono subito alla mente: Rula Jebreal e Chiara Ferragni.
La comica brianzola, diventata famosa a Zelig, in coppia con Valeria Graci nel duo Katia & Valeria, ha annunciato che la sua partecipazione all'Ariston, come conduttrice nella serata di giovedì 13 febbraio insieme a Miriam Leone ed Elettra Lamborghini, avrà come cifra stilistica quella della "leggerezza e ironia". E tanti saluti da chi pretende manifesti ideologici e appelli civili alla Martin Luther King.
"E magari anche l'improvvisazione, cavalcando l'onda degli spunti che arriveranno proprio dal festival", sorride l'attrice e conduttrice. "Quando è arrivata la chiamata di Carlo Conti, ho pensato: allora sono importante! La fortuna è arrivare all'Ariston a un'età matura: ho 49 anni, 20 di carriera alle spalle. Il festival è un bel passaggio che affronto con una consapevolezza diversa. Mi godrò di più lo stare sul palco, sarà bellissimo".
Già vista in programmi di successo come Lol - Chi ride è fuori su Prime Video, Junior Bake Off Italia, Cake star - Pasticcerie in sfida e Comedy Match, nonché giudice speciale di Tale e quale show proprio accanto a Conti, la Follesa tesse l'elogio del direttore artistico e padrone di casa: "Lo conosco da tempo, abbiamo lavorato insieme anni fa. È un'ottima spalla: sa coniugare l'aspetto istituzionale con i tempi comici".
Una sola certezza: niente monologhi. "Cercherò di destrutturare la linea del festival alla mia maniera. Mi piace strizzare l'occhio a chi è a casa e si sente più vicina a me, alla ragazza della porta accanto, più che allo stereotipo di donna che va per la maggiore sui social. Adoro parodiare chi ostenta qualcosa di artificiale, sguazzo nel destrutturare le convenzioni, mi avvicino a chi si prende meno sul serio".
Definisce "coraggiosa, e anche intelligente", la scelta di Emis Killa "di ritirarsi dalla gara per evitare l'attacco mediatico che gli sarebbe piovuto addosso al festival". Quanto alle polemiche sui testi violenti, è convinta che il rap non si possa censurare: "Non avrebbe senso. Ne ho ascoltato tanto, da Eminem in poi. La scuola del rap Usa ha sempre denunciato qualcosa di malato, è un modo di esprimersi che può piacere o meno".
La comicità, conclude, "c'è sempre, anzi forse oggi è più forte: penso alla stand up comedy, alle tante donne che hanno dismesso il velo dell'inferiorità, al 'quasi Oscar' di Paola Cortellesi che tra ironia, sofferenza e riflessione ha toccato temi scomodi e ancora attuali". Unica frase, questa, che farà davvero felici i salottini progressisti. Quest'anno toccherà accontentarsi.
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