"No all'invio di truppe". Meloni non arretra sulla linea per la pace in Ucraina
Una "responsabilità doverosa per la realizzazione di un futuro di pace per il nostro continente". È quella che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rivendica come fondamentale nel percorso che ha portato alla costruzione dell'Europa, e che auspica ispiri anche le politiche future. Un messaggio, quello del capo dello Stato, che va al di là dell'occasione concreta - la cerimonia di conferimento del Premio 'Santi Ilario e Taziano-Città di Gorizia', condiviso con il presidente emerito della Repubblica di Slovenia Borut Pahor - per esaltare "società mature, cresciute in democrazia, con efficaci anticorpi rispetto a lusinghe di sterili e pericolosi nazionalismi, che hanno arrecato tanti gravi danni". Un messaggio che arriva nel giorno in cui si riunisce in videoconferenza la 'coalizione dei volenterosi' convocata dal premier britannico Keir Starmer, con i leader globali chiamati a discutere gli sviluppi della guerra in Ucraina dopo un'altra settimana frenetica di diplo

Una "responsabilità doverosa per la realizzazione di un futuro di pace per il nostro continente". È quella che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rivendica come fondamentale nel percorso che ha portato alla costruzione dell'Europa, e che auspica ispiri anche le politiche future. Un messaggio, quello del capo dello Stato, che va al di là dell'occasione concreta - la cerimonia di conferimento del Premio 'Santi Ilario e Taziano-Città di Gorizia', condiviso con il presidente emerito della Repubblica di Slovenia Borut Pahor - per esaltare "società mature, cresciute in democrazia, con efficaci anticorpi rispetto a lusinghe di sterili e pericolosi nazionalismi, che hanno arrecato tanti gravi danni".
Un messaggio che arriva nel giorno in cui si riunisce in videoconferenza la 'coalizione dei volenterosi' convocata dal premier britannico Keir Starmer, con i leader globali chiamati a discutere gli sviluppi della guerra in Ucraina dopo un'altra settimana frenetica di diplomazia volta a convincere la Russia ad accettare un cessate il fuoco di 30 giorni. Tra loro c'è anche Giorgia Meloni. Al mattino la presidente del Consiglio sente Downing Street e scioglie la riserva: parteciperà all'incontro per ribadire le sue posizioni. Ovvero "che l'Italia intende continuare a lavorare con i partner europei e occidentali e con gli Stati Uniti per la definizione di garanzie di sicurezza credibili ed efficaci", rende noto Palazzo Chigi, e "che non è prevista la partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno". La premier cerca quindi, ancora una volta, di tenersi in equilibrio tra la necessità di non allontanarsi dalla linea europea promossa da Londra e Parigi - tenendo però fermo il no all'invio di truppe sul campo - e quella di ricavarsi un ruolo da pontiere con gli Stati Uniti di Donald Trump.
Meloni però deve fare anche i conti con una coalizione di governo non proprio allineata sugli scenari di politica estera, dall'Ucraina al piano di riarmo proposto da Ursula von der Leyen sostenuto da Fratelli d'Italia e Forza Italia ma non dalla Lega. E anche se il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, liquida come "tutte balle" le indiscrezioni su un suo presunto litigio con la premier sulle spese militari, poi sottolinea che "avere la capacità di difesa è giusto e normale ma scoprire all'improvviso che si debbano spendere valangate di miliardi facendo dei debiti è singolare, visto che la guerra in Ucraina c'è da 3 anni". Insomma, è il pensiero del titolare del Mef, "stiamo facendo una grande fatica per ridurre il fardello del debito che abbiamo. Ci siamo limitati nel fare cose fondamentali per il popolo italiano e adesso, improvvisamente, ci troviamo 10, 20 o 30 miliardi per finanziare le armi. Bisogna chiedersi di cosa abbiamo bisogno e in cosa spendere". Non ci va piano neppure il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini. "Siglata la pace Giorgetti porterà la voce dell'Italia a Bruxelles per mettere in sicurezza i territori. Ma non per le armi. Ecco in cosa si deve investire", afferma, ribadendo che "il riarmo dell'Europa e l'esercito comune sono scuse per arricchire aziende tedesche e francesi, ma al Vecchio continente e a tutto il mondo serve la Pace".
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