"Non durerà a lungo". Ucraina, la minaccia di Trump a Zelensky

Donald Trump torna ad attaccare Volodymyr Zelensky. Solo tre giorni dopo lo scontro verbale consumatosi fra loro nello Studio Ovale della Casa Bianca, il presidente Usa ha accusato Zelensky di non volere la pace. «Questo ragazzo non vuole che ci sia la pace finché ha il sostegno dell'America», ha scritto il tycoon in un duro post su Truth, nel quale si è mostrato adirato per alcune dichiarazioni fatte da Zelensky dopo il summit di domenica a Londra. Un accordo per porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia «è ancora molto, molto lontano», aveva affermato il presidente ucraino, dicendo di aspettarsi che il sostegno Usa a Kiev prosegua nonostante gli screzi. «Questa è la peggiore dichiarazione che potesse essere fatta da Zelensky e l'America non sopporterà ancora per molto», è stata la reazione di Trump nel giorno in cui la sua amministrazione si appresta a discutere del possibile stop agli aiuti militari a Kiev. E mentre l'Europa è al lavoro per contribuire a una risoluzione, nel solco

"Non durerà a lungo". Ucraina, la minaccia di Trump a Zelensky

Donald Trump torna ad attaccare Volodymyr Zelensky. Solo tre giorni dopo lo scontro verbale consumatosi fra loro nello Studio Ovale della Casa Bianca, il presidente Usa ha accusato Zelensky di non volere la pace. «Questo ragazzo non vuole che ci sia la pace finché ha il sostegno dell'America», ha scritto il tycoon in un duro post su Truth, nel quale si è mostrato adirato per alcune dichiarazioni fatte da Zelensky dopo il summit di domenica a Londra. Un accordo per porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia «è ancora molto, molto lontano», aveva affermato il presidente ucraino, dicendo di aspettarsi che il sostegno Usa a Kiev prosegua nonostante gli screzi. «Questa è la peggiore dichiarazione che potesse essere fatta da Zelensky e l'America non sopporterà ancora per molto», è stata la reazione di Trump nel giorno in cui la sua amministrazione si appresta a discutere del possibile stop agli aiuti militari a Kiev. E mentre l'Europa è al lavoro per contribuire a una risoluzione, nel solco di quanto emerso a Londra. Al presidente Usa, Zelensky ha replicato a stretto giro su X: «La pace è necessaria il prima possibile», ha scritto, «stiamo lavorando insieme all'America e ai nostri partner europei e speriamo molto nel sostegno degli Stati Uniti nel cammino verso la pace».

«Abbiamo bisogno di una pace reale, e gli ucraini la vogliono più di tutti perché la guerra distrugge le nostre città e i nostri paesi. Perdiamo il nostro popolo. Dobbiamo fermare la guerra e garantire la sicurezza», ha aggiunto. Di blocco delle forniture all'Ucraina da parte degli Stati Uniti si era vociferato sulla stampa americana subito dopo lo scontro nello Studio Ovale. Secondo il New York Times, il tycoon vedrà oggi i principali collaboratori, fra cui il segretario di Stato Marc Rubio e il capo del Pentagono Pete Hegseth, e sul tavolo ci sarebbero una possibile sospensione o cancellazione totale degli aiuti militari, compresi quelli già pagati dall'amministrazione Biden. Intanto, sempre secondo il Nyt, Hegseth ha ordinato al Pentagono di fermare le operazioni informatiche offensive contro la Russia. Mossa che rientrerebbe in uno sforzo più ampio per attirare il presidente russo Vladimir Putin in colloqui sull'Ucraina e su nuove relazioni con gli Usa. Da Washington le posizioni verso Kiev restano al momento dure. Il segretario al Tesoro ha fatto sapere che «al momento» non è più sul tavolo l'accordo sui minerali che Zelensky avrebbe dovuto firmare durante la visita a Washington finita male.

E da parte della cerchia di Trump si intensificano le dichiarazioni che insistono su un cambio di leadership a Kiev. «Cambiare me non sarà facile, non basterebbe indire elezioni, bisognerebbe impedirmi di partecipare alle elezioni, e questo sarebbe un pò più difficile», ha detto Zelensky, ribadendo però di essere pronto a dimettersi in cambio dell'adesione di Kiev alla Nato. «Se c'è la Nato significa che realizzo la mia missione». Intanto il premier britannico Keir Starmer è tornato a tendere la mano verso gli Stati Uniti. Sarebbe «totalmente non seria» l'idea di scegliere fra l'Europa e gli Stati Uniti, perché gli Usa sono «vitali per garantire la pace che tutti vogliamo vedere» e gli Usa «sono e saranno sempre indispensabili», ha detto alla Camera dei Comuni. Il Regno Unito ha frenato sull'ipotesi di tregua di un mese anticipata da Emmanuel Macron, che l'aveva presentata come proposta di Parigi e Londra: «Non è stato raggiunto alcun accordo», ha precisato il ministro delle Forze armate britannico, Luke Pollard, sottolineando che «diverse opzioni» sono in fase di discussione «in privato». Sul lavorio politico in corso nel Vecchio continente, Washington si è espressa dicendo che gli europei «stanno certamente mostrando una volontà». «Accogliamo con favore il fatto che gli europei assumano la guida della sicurezza europea» ma «devono investire nella capacità di farlo», ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Mike Waltz.

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