Non faccio figli, sono una libera professionista
lentepubblica.it La maternità è un ostacolo che può compromettere la carriera di una libera professionista: il prossimo 11 marzo verrà presentata l’indagine di Confprofessioni che evidenzia come avere figli rappresenta ancora una criticità per le donne che si avviano a una carriera professionale. E anche per questo motivo un sempre maggior numero di donne che operano […] The post Non faccio figli, sono una libera professionista appeared first on lentepubblica.it.

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La maternità è un ostacolo che può compromettere la carriera di una libera professionista: il prossimo 11 marzo verrà presentata l’indagine di Confprofessioni che evidenzia come avere figli rappresenta ancora una criticità per le donne che si avviano a una carriera professionale.
E anche per questo motivo un sempre maggior numero di donne che operano nell’ambito delle professioni legali, sanitarie, economiche e tecniche, tende ad avere il primo figlio oltre i 30 anni. Sono due dati allarmanti che emergono da un’indagine su “Le priorità strategiche per la parità di genere nelle libere professioni” condotta dall’Osservatorio delle libere professioni nel 2024, che verrà presentata l’11 marzo 2025 durante l’evento, promosso da Confprofessioni e da Noi Rete Donne, dal titolo: “Parità di genere e differenziale retributivo. Le professioniste”, che si svolgerà presso la sede di Cattaneo Zanetto & Pomposo a Roma.
Un confronto aperto – coordinato da Daniela Carlà (Noi Rete Donne) e Susanna Pisano (Desk Europeo Confprofessioni) – tra i rappresentanti delle istituzioni, esperti del settore e ricercatori per approfondire le disparità di genere nel mondo professionale, evidenziando strategie e azioni concrete per colmare il divario.
L’indagine dell’Osservatorio libere professioni
Negli ultimi quindici anni, la libera professione in Italia ha subito una crescita significativa, sia dal punto di vista numerico sia nella composizione per sesso. E se tra il 2009 e il 2023 il numero di liberi professionisti in Italia è aumentato di circa 211 mila unità (+18,4%), passando da 1,15 milioni a 1,36 milioni, la spinta femminile è stata determinante: le donne hanno segnato un balzo del 49% (+157.500 unità), mentre gli uomini hanno registrato un incremento più modesto (+6,5%, pari a 53.500 unità). Un trend rallentato durante la crisi pandemica, ma che ha ripreso vigore nel 2024, anche se permangono ancora forti disparità sia a livello retributivo che sociale.
Il divario reddituale
Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio, il reddito medio annuo dei professionisti maschi nel 2023 si attestava intorno ai 54 mila euro, mentre quello femminile era di circa 29 mila euro, con un gap di 25 mila euro. Differenze ancor più marcate emergono dal confronto su base territoriale (la percentuale di reddito femminile rispetto a quello maschile risultava del 51,5% al Nord, del 51,3% al Centro e del 54,6% al Sud) e sull’età (tra i professionisti di 51-60 anni, il reddito medio femminile era di circa 37.400 euro, rispetto ai 67 mila euro degli uomini, con un gap di quasi 30 mila euro; mentre nella fascia 41-50 anni, il divario era di circa 27 mila euro).
Poche tutele per una libera professionista che vorrebbe avere figli
Ancor più eclatante il quadro che emerge dal sondaggio sulla genitorialità condotto dall’Osservatorio libere professioni, su un campione di circa 1.300 professionisti iscritti alla Gestione Professionisti di Ebipro. In un Paese fortemente condizionato dall’inverno demografico, il primo dato che balza all’occhio è che quattro professioniste su cinque vedono la maternità come un ostacolo alla loro carriera, con buona pace delle politiche di conciliazione vita e lavoro e delle tutele alla genitorialità previste per le lavoratrici dipendenti.
La locandina dell’evento dell’11 marzo
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