Ocone: la lezione di stile di Salvini sulle chat di FdI

Una lezione di stile. E, nello stesso tempo, una lezione politica. Non è possibile definire altrimenti le dichiarazioni con cui Matteo Salvini ha messo la parola fine all'ultimo, sgangherato, tentativo di mettere in difficoltà la maggioranza di governo mettendo uno contro l'altro gli alleati. Da un'opposizione seria, politica o mediatica che sia poco importa, ci si attenderebbero proposte, progetti, una diversa e alternativa idea di Paese, non il gossip infantilistico di chi ama sbirciare dal “buco della serratura”. In politica, più che in ogni altra sfera della vita, contano infatti e si giudicano solo le azioni e i comportamenti. E non ha veramente senso dare in pasto al pubblico frasi estemporanee tirate fuori da una chat privata e, in aggiunta, risalenti a quattro anni fa, cioè a quella che politicamente parlando era un'altra era geologica. Sicuramente, come ha rilevato il leader della Lega, gli «sgradevoli epiteti» usati allora nei suoi confronti da alcuni dirigenti di Fratelli

Ocone: la lezione di stile di Salvini sulle chat di FdI

Una lezione di stile. E, nello stesso tempo, una lezione politica. Non è possibile definire altrimenti le dichiarazioni con cui Matteo Salvini ha messo la parola fine all'ultimo, sgangherato, tentativo di mettere in difficoltà la maggioranza di governo mettendo uno contro l'altro gli alleati.

Da un'opposizione seria, politica o mediatica che sia poco importa, ci si attenderebbero proposte, progetti, una diversa e alternativa idea di Paese, non il gossip infantilistico di chi ama sbirciare dal “buco della serratura”. In politica, più che in ogni altra sfera della vita, contano infatti e si giudicano solo le azioni e i comportamenti. E non ha veramente senso dare in pasto al pubblico frasi estemporanee tirate fuori da una chat privata e, in aggiunta, risalenti a quattro anni fa, cioè a quella che politicamente parlando era un'altra era geologica.

Sicuramente, come ha rilevato il leader della Lega, gli «sgradevoli epiteti» usati allora nei suoi confronti da alcuni dirigenti di Fratelli d'Italia hanno un peso diverso da quello che avrebbero oggi. A quel tempo, infatti, Lega e Fratelli d'Italia non erano insieme al governo ed erano fra loro in forte competizione politica ed elettorale, A scanso di equivoci, Salvini ha aggiunto di trovarsi e lavorare bene nell'attuale maggioranza, ove cerca di «portare a casa i risultati concreti che sono nel programma» che per lui sono «la Bibbia».

Insomma, ancora una volta il bersaglio puntato contro il governo dai soliti noti non è stato centrato perché le armi usate erano talmente spuntate da sortire l'effetto di ridicolizzare gli stessi attentatori. Non solo, da quanto si apprende da fonti di Fratelli d'Italia, diversi esponenti del partito di Giorgia Meloni hanno intenzione di rivolgersi al garante della privacy dopo la pubblicazione delle anticipazioni contenute in Fratelli di chat di Giacomo Salvini, un libro di un giovane giornalista del Fatto Quotidiano che casualmente ha lo stesso cognome (ma solo quello!) del leader della Lega.

Si delineano anche profili penali, non essendoci corrispondenza, a quanto dice la nota di via della Scrofa, fra la chat e il contenuto del libro. Ed essendo stati violati vari principi costituzionali e legali. Ieri sera Giorgia Meloni ha ribadito la sua vicinanza a Salvini: «Non sarà certo qualche polemica forzata e strumentale a scalfire il nostro rapporto. Con Matteo Salvini abbiamo affrontato tante battaglie insieme e continueremo a lavorare fianco a fianco, con lealtà e determinazione, per il bene dell'Italia».

In generale, è tutto un modo di fare giornalismo, oltre che politica, che andrebbe messo sotto accusa. Il cosiddetto “giornalismo d'inchiesta” a trazione progressista si è infatti ridotto ad una affannosa ricerca di elementi non di comprensione della realtà politica ma di artefatta sollecitazione, su base spesso menzognera, di quei bassi istinti che un tempo si sarebbero detti “popolani”. Ritornando al Salvini vero, si deve notare come dalle sue dichiarazioni emergano forti due altri elementi: uno prettamente politico e l'altro che potremmo definire retorico nel senso alto e nobile della parola. Quanto al primo, dopo aver ridotto alla loro vacuità e inconsistenza politica gli attacchi rivoltigli sul personale, Salvini ha affrontato di petto l'unica critica che poteva potenzialmente avere qualcosa di politico in quanto sembrava toccare la Lega stessa, giudicata, a quanto è scritto nel libro, un partito «senza onore». Inequivocabili le sue parole: la Lega, ha detto, è un «movimento unico e straordinario» con «governatori in tutta Italia che dimostrano ogni giorno con il loro lavoro quello che fanno».

Come dargli torto? Per quel che concerne invece l'aspetto retorico, è da apprezzare l'uso sapiente di quella che è la più grossa arma che si ha in politica e nella vita per mettere a tacere i malintenzionati: l'ironia. Pur non essendo permaloso, ha tenuto a sottolineare il vicepremier, l'essere stato definito “gonfio” gli ha dato un certo fastidio perché sul punto in questione egli è particolarmente sensibile.
In definitiva, quel somma, che dispiace constatare, ancora una volta, è l'imbarbarimento della lotta politica e l'uso da parte di ampie frange della sinistra delle armi più improprie e meschine. È questa la vera e potente anomalia dell'Italia attuale, non certo la fantomatica rinascita di pulsioni autoritarie o “fasciste”. 

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